Grazie Ireneo per questo Forum......
Allora, se posso dare il mio piccolo contributo, vorrei ricordare la storia di come un ebreo si convertì a Gesù attraverso la Madre......
Quasi per scommessa...
Due uomini discutono serenamente tra loro, in una villa di Roma.
L'uno è il barone De Bussières. L'altro è il giovane Alfonso Ratisbonne, ebreo. Siamo nel 1842.
Chi è Alfonso Ratisbonne?
È un giovane ebreo, già al colmo della sua fortuna. Dalla vita ha avuto tutto. Da poco tempo si è anche fidanzato con una ragazza di nome Flora.
Ma la Vergine, Madre universale, vegliava su di lui, e lo attendeva a Roma. Qui la Provvidenza lo fece capitare per caso nella Chiesa di S. Andrea delle Fratte, e gli operò il miracolo che avrebbe rivoluzionato tutta la sua vita brillante quanto effimera e fatua.
Tutto era iniziato appunto dal dono della Medaglia con l'effige di Maria che gli era stata offerta dall'amico barone De Bussières, e che egli aveva accettato solo per fargli piacere.
Si era lasciato mettere al collo la Medaglia; ci aveva scherzato sopra, ma già non ci pensava più.
L'amico barone, però, sapeva quel che faceva era uomo di fede, confidava nella potente intercessione di Maria, e pregava intensamente perché l'Immacolata operasse nell'animo di Alfonso, una fede coerente in Dio Padre che non aveva abbandonato il Suo popolo.
La notte di quello stesso giorno, svegliatosi di soprassalto, Alfonso vide alta dinanzi a sé l'immagine di una grande Croce, di forma particolare, senza Gesù Crocifisso, che egli inutilmente tentò di scacciare.
Era la Croce incisa sulla Medaglia . Ma egli non lo sapeva, perché non aveva neppure guardato la Medaglia che portava indosso, né lo interessava affatto guardare una Medaglia! Proprio lui !
Il giorno seguente...
Il giorno seguente, stranamente, Alfonso si sentì spinto ad accompagnare lo stesso amico De Bussières alla Chiesa di S. Andrea delle Fratte, dove il barone aveva da sbrigare una commissione di lavoro.
La carrozza si fermò sulla piazzetta della Chiesa. Scesero tutti e due. Il barone entrò in Chiesa e si recò subito in sacrestia per incontrarsi con le persone interessate alla commissione. Alfonso, invece, dapprima esitante, entrò poi anche lui nella Chiesa. E si trovò solo, distratto e vuoto.
"La Chiesa di S. Andrea delle Fratte -così egli stesso racconta in seguito- è piccola, povera e quasi sempre deserta. Quel giorno ero solo o quasi solo. Nessun oggetto d'arte attirava la mia attenzione. Passeggiavo macchinalmente girando gli sguardi attorno a me. Ricordo soltanto che un cane nero scodinzolava dinanzi a me... Ben presto anche quel cane disparve. La Chiesa intera disparve; io non vidi più nulla... O meglio, mio Dio, io vidi una sola cosa! ...
Come potrei parlarne? La parola umana non può facilmente esprimere ciò che è inesprimibile. Quando arrivò il barone De Bussières mi trovò col volto rigato di pianto. Non potei rispondere alle sue domande... tenevo in mano la medaglia che avevo appesa al collo e coprivo di baci l'immagine della Vergine...Era Lei, sicuramente avevo visto Lei!
Non sapevo dove ero, non sapevo se ero Alfonso o un altro; provavo in me un tale cambiamento che mi pareva essere un altro; cercavo di ritrovare me stesso e non mi ritrovavo... Non riuscivo a parlare; non volevo dire niente; sentivo in me qualche cosa di solenne e di sacro che mi costringeva a cercare un sacerdote".
Più tardi, calmatasi la vivissima emozione provata, così spiegò all'amico "Ero da pochi istanti nella chiesa di S. Andrea, quando, improvvisamente, mi sentii afferrato da un turbamento inesprimibile. Alzai gli occhi; l'edificio intero era come scomparso ai miei sguardi; una sola cappella aveva concentrato tutta la luce. In un grande fascio di luce, mi è apparsa, dritta, sull'altare, alta, brillante, piena di maestà e di dolcezza, la Vergine Maria, quale si vede sulla Medaglia ; una forza irresistibile mi ha spinto verso di Lei. La Vergine mi ha fatto segno con la mano di inginocchiarmi davanti all'Altare dove c'era il Sacramento. Mi è parso che dicesse: 'Bene!' Ma non mi ha parlato, ma io ho compreso tutto, dentro il cuore tutto mi era chiaro".
Proprio la Vergine della Medaglia Miracolosa era dunque apparsa ad Alfonso Ratisbonne quel giovedì 20 gennaio 1842.
75 anni più tardi.
75 anni più tardi, il 20 gennaio 1917, ,a Roma, nella Cappella del Collegio Internazionale dei Frati Minori Conventuali, il Padre Rettore sta raccontando ai giovani frati l'episodio della prodigiosa conversione dell'ebreo Alfonso Ratisbonne, divenuto poi gran Servo di Dio, sacerdote, e morto in concetto di santità.
Tra questi c'è un giovane straordinario è fra' Massimiliano Maria Kolbe, l'ardente innamorato dell'Immacolata, colui che darà vita al Movimento mariano più vasto dell'epoca moderna, la Milizia dell'Immacolata, un esercito di cavalieri schierati in campo sotto la guida dell'Immacolata, la Celeste Condottiera e Invincibile guerriera che di Lei e della sua stirpe, il Figlio Gesù,"schiaccerà il capo" al nemico (Gn 3,15).
Con estremo interesse fra' Massimiliano ascolta il racconto della conversione di Alfonso Ratisbonne. Ne rimane visibilmente commosso.
Gli balena allora nell'animo l'ispirazione di servirsi della Medaglia come scudo e baluardodei "cavalieri dell'Immacolata", l'Eucarestia e la Preghiera come scorta di "proiettili" e "mine" spirituali che i cavalieri dovranno adoperare per fare breccia negli animi chiusi e duri alle operazioni della grazia divina, affinchè il Cristo venga da tutti conosciuto e riconosciuto quale Redentore del Mondo e il solo Salvatore.
È un'ispirazione. Fra' Massimiliano non la lascia passare a vuoto. L'accoglie e la custodisce nel cuore. Un giorno non lontano la Milizia dell'Immacolata -il 16 ottobre dello stesso anno- partirà con la Medaglia miracolosa quale insegna e arma dei novelli cavalieri.
Fr.Massimiliano morirà, poi, in un campo di concentramento, dopo essersi offerto al posto di un padre di famiglia.
S.L.G.C.