00 02/01/2010 17:16
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena  (Messaggio originale)Inviato: 23/01/2003 16.37

Il primato di Pietro, simbolo di unità di fronte al mondo

Il ministero petrino è servizio di carità e di verità

Di Elio Bromuri

Nella catechesi di ieri, situata all'interno della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, Giovanni Paolo II ha trattato con la passione che sempre lo anima quando affronta questo tema, del cammino ecumenico finora compiuto. Egli esprime gratitudine al Signore per «la qualità delle relazioni fraterne intessute fra diverse Comunità, quanto per i frutti raggiunti dai dialoghi teologici».


Oggi, secondo il Papa, i cristiani sono più compatti e solidali tra loro, anche se la strada della perfetta comunione è ancora lunga. Da tali affermazioni si comprende come Giovanni Paolo II sia contrario alle opinioni di coloro che parlano di inverno dell'ecumenismo, di crisi, di interruzione del cammino, anche se non ignora le questioni che sono sul tappeto, una delle quali, è proprio l'identità e l'esercizio del suo ministero di vescovo di Roma.
Anche nella catechesi di ieri ha ritenuto di fare un cenno a questo tema e lo ha riproposto negli stessi temini in cui l'aveva già illustrato nell'enciclica Ut unum sint del 1995.

Chi ancora ritiene che l'ecumenismo sia una specie di compromesso tra posizioni dottrinali diverse, da far collimare per un'intesa qualsiasi, rinunciando a qualche principio di fede da una parte e dall'altra, non ha ancora compreso la sfida dell'unità voluta da Cristo, che si deve porre sul piano della fedeltà alla verità e alla carità, inscindibilmente professate a praticate. Perciò il Papa ribadisce la sua autocoscienza di fede nel «perpetuo e visibile principio e fondamento dell'Unità del vescovo di Roma» (LG 23). Ma altresì Egli non considera la vita della Chiesa come una riproposizione stanca e statica dei modi di vivere la fede e di riproporre l'esercizio del ministero ecclesiastico nella stessa identica maniera del passato più o meno remoto. Afferma, infatti, ancora la sua fiducia nella possibilità affidata alla preghiera e alla riflessione teologica che si possa trovare «una forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all'essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova» (Ut unum sint, 95). Egli ha avuto il coraggio di evocare "ricordi dolorosi" e di chiedere perdono (Ut unum sint, 88) ed ha confessato di far sua in prima persona la preghiera di Gesù per la conversione di "Pietro" per poter servire i fratelli (Ut unum sint, 4).


La situazione nuova auspicata da Giovanni Paolo II è in qualche modo già in vista per l'accresciuta importanza assunta nella Chiesa post conciliare dalla collegialità episcopale, senza dire della situazione nuova del mondo globale che rende oggi il ministero petrino un servizio di attuale urgenza per esprimere l'unità cristiana, sebbene imperfetta, immediatamente ravvisabile di fronte al mondo e alle sue potenze. Il servizio reso da Giovanni Paolo II per la pace e la difesa dei diritti degli uomini e dei popoli, soprattutto dei poveri e degli oppressi, è di evidente percezione evangelica.

 In questo esercizio si rende chiaro il senso dell'autorità nella Chiesa, che è servizio alla carità e alla verità del Vangelo, e non ricerca di vantaggi o di potere.
Lo Spirito che conduce la Chiesa potrà illuminare il suo cammino perché possa manifestarsi, attraverso il ministero di amore di tutti i suoi membri, a partire da quello del vescovo di Roma, quale segno e strumento di unità con Dio e di tutta la famiglia umana. Un servizio di amore e di comunione, quindi, e come tale capace di coinvolgere tutti coloro che sono inseriti per la fede e per il battesimo nell'unico corpo di Cristo.

http://www.avvenire.it/

Come possiamo notare.....anche se Alfonso ha chiuse le porte ai cattolici perchè glielo ha detto Luca, grazie a Dio il mondo ne parla....mentre nulla di queste notizie leggerete mai da loro semplicemente perchè è una libera scelta e questo è un sacrosanto diritto...ma i diritti devono viaggiare al doppio senso senso di marcia.....e non a senso unico....

Argomenti correlati trattati qui in Difendere, come vedete non sono pochi.....:

La catechesi del Papa;-)

MEA CULPA DEL PAPA

Chi è il successore di Gesù sulla terra?

La vera Chiesa di Cristo

La successione apostolica

22 febbraio - CATTEDRA DI SAN PIETRO APOSTOLO 



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Da: serafinoInviato: 24/01/2003 5.56

 Il Primato di Pietro     <o:p></o:p>

In  Matteo 18:16, Pietro disse verso Gesù: “Tu sei il Cristo, il Figliol dell’Iddio vivente. E  Gesù replicando disse a Pietro: “Tu sei Pietro (Petros) e su questa pietra (petra) edificherò la mi Chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere. (v.18). Era un momento in cui si trattava di riconoscere il Cristo di Dio, e Pietro per rivelazione del Padre celeste, pronuncia verso Gesù le suddette parole: “Tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente”.  Gesù a sua volta dice a Pietro di essere beato, perché il Padre celeste gli ha rivelato ciò, e poi dice: Su questa Rocca (petra, non Petros che sarebbe Pietro), ma sulle parole dette da Pietro, rivelate dal Padre: “Tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente”; edificherò la mia Chiesa. Allora vietò ai discepoli di dire ad alcuno che Egli era il Cristo. (v.20). Quindi, la Chiesa di Cristo, è edificata sulla Petra-Rocca, rivelata dal Padre, cioè: Gesù Cristo stesso. Molti invece insistono, però senza prove, che la Chiesa di Cristo è edificata su Pietro. Ciò sarebbe un debolissimo fondamento, a cui Gesù disse: Vattene via da me, Satana; tu mi sei di scandalo. Tu hai non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini. (v.23). <o:p></o:p>

Ora andiamo unpò indietro al verso 19, che dice a Pietro: Io ti darò le chiavi del Regno dei cieli (non dice: ti dò, ma ti darò le chiavi), ciò vuol dire in appresso.  E tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto nei cieli. A cominciare con le chiavi promesse a Pietro, vediamo che le tiene il Signore, non solo le chiavi della morte e dell’Ades, (Apoc.1:18), ma anche la chiave di Davide; Egli è Colui che apre e nessuno chiude, Colui che chiude e nessuno apre. (Apoc.3:7). Infatti, non troviamo che Pietro ne abbia fatto uso di chiavi, ad aprire e chiudere, e se crediamo che Pietro lega, per come gli disse Gesù, dobbiamo anche credere che Pietro scioglie. E che cosa ha sciolto Pietro?? Egli si sciolse sé stesso da Cristo, (prima di legare alcuna cosa) quando dinanzi alla corte suprema, il Sinedrio, giurando disse: Io non conosco quest’uomo, (Gesù). (Matt.26:72-74; Mar.14:71). A questo punto cosa vediamo di Pietro??  Un debole fondamento che si scioglie dal legame di Cristo con giuramenti. Or siccome Gesù gli aveva detto: Quello che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto in cielo, dobbiamo anche ammettere che è avvenuto proprio com’è stato detto.  Il primato di Pietro, se lo aveva, è caduto ed è rimasto sciolto da Cristo. Ma che dire che Gesù poi dopo la sua risurrezione lo va a trovare e lo rimpiazza a pascolare il gregge, non come primato, ma come uno dei dodici o più pastori delle pecore del Signore.<o:p></o:p>

Pietro che subito si precipitava a parlare e rispondere dove più volte veniva richiamato con rimproveri, acquista poi la potenza di Dio alla Pentecoste, per affrontare senza timore i dardi infocati del maligno. Lo vediamo così un grande apostolo e presbitero (anziano di servizio) che porta a termine la sua missione in Cristo. Non fu mai sacerdote da offrire sacrifici, se non quando dalla sua bocca offriva lodi a Dio in Cristo. A questo tipo di sacerdozio fanno parte tutti quelli che mediante Cristo offrono lodi a Dio.<o:p></o:p>

Ancora al presente, la Chiesa di Cristo è composta da tutti quei fedeli che lo accettano come il Cristo, Figlio di Dio, nostro Salvatore e Signore.  <o:p></o:p>

A Lui che ne è degno sia la gloria e la lode ed ogni onore, nella presenza del Padre, da ognuno che l”ama.<o:p></o:p>

Pace,<o:p></o:p>

Serafino

 Il Primato di Pietro     <o:p></o:p>

In  Matteo 18:16, Pietro disse verso Gesù: “Tu sei il Cristo, il Figliol dell’Iddio vivente. E  Gesù replicando disse a Pietro: “Tu sei Pietro (Petros) e su questa pietra (petra) edificherò la mi Chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere. (v.18). Era un momento in cui si trattava di riconoscere il Cristo di Dio, e Pietro per rivelazione del Padre celeste, pronuncia verso Gesù le suddette parole: “Tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente”.  Gesù a sua volta dice a Pietro di essere beato, perché il Padre celeste gli ha rivelato ciò, e poi dice: Su questa Rocca (petra, non Petros che sarebbe Pietro), ma sulle parole dette da Pietro, rivelate dal Padre: “Tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente”; edificherò la mia Chiesa. Allora vietò ai discepoli di dire ad alcuno che Egli era il Cristo. (v.20). Quindi, la Chiesa di Cristo, è edificata sulla Petra-Rocca, rivelata dal Padre, cioè: Gesù Cristo stesso. Molti invece insistono, però senza prove, che la Chiesa di Cristo è edificata su Pietro. Ciò sarebbe un debolissimo fondamento, a cui Gesù disse: Vattene via da me, Satana; tu mi sei di scandalo. Tu hai non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini. (v.23). <o:p></o:p>

Ora andiamo unpò indietro al verso 19, che dice a Pietro: Io ti darò le chiavi del Regno dei cieli (non dice: ti dò, ma ti darò le chiavi), ciò vuol dire in appresso.  E tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto nei cieli. A cominciare con le chiavi promesse a Pietro, vediamo che le tiene il Signore, non solo le chiavi della morte e dell’Ades, (Apoc.1:18), ma anche la chiave di Davide; Egli è Colui che apre e nessuno chiude, Colui che chiude e nessuno apre. (Apoc.3:7). Infatti, non troviamo che Pietro ne abbia fatto uso di chiavi, ad aprire e chiudere, e se crediamo che Pietro lega, per come gli disse Gesù, dobbiamo anche credere che Pietro scioglie. E che cosa ha sciolto Pietro?? Egli si sciolse sé stesso da Cristo, (prima di legare alcuna cosa) quando dinanzi alla corte suprema, il Sinedrio, giurando disse: Io non conosco quest’uomo, (Gesù). (Matt.26:72-74; Mar.14:71). A questo punto cosa vediamo di Pietro??  Un debole fondamento che si scioglie dal legame di Cristo con giuramenti. Or siccome Gesù gli aveva detto: Quello che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto in cielo, dobbiamo anche ammettere che è avvenuto proprio com’è stato detto.  Il primato di Pietro, se lo aveva, è caduto ed è rimasto sciolto da Cristo. Ma che dire che Gesù poi dopo la sua risurrezione lo va a trovare e lo rimpiazza a pascolare il gregge, non come primato, ma come uno dei dodici o più pastori delle pecore del Signore.<o:p></o:p>

Pietro che subito si precipitava a parlare e rispondere dove più volte veniva richiamato con            rimproveri, acquista poi la potenza di Dio alla Pentecoste, per affrontare senza timore i dardi infocati del maligno. Lo vediamo così un grande apostolo e presbitero (anziano di servizio) che porta a termine la sua missione in Cristo. Non fu mai sacerdote da offrire sacrifici, se non quando dalla sua bocca offriva lodi a Dio in Cristo. A questo tipo di sacerdozio fanno parte tutti quelli che mediante Cristo offrono lodi a Dio.<o:p></o:p>

Ancora al presente, la Chiesa di Cristo è composta da tutti quei fedeli che lo accettano come il Cristo, Figlio di Dio, nostro Salvatore e Signore.  <o:p></o:p>

A Lui che ne è degno sia la gloria e la lode ed ogni onore, nella presenza del Padre, da ognuno che l”ama.<o:p></o:p>

Pace,<o:p></o:p>

Serafino

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Da: Soprannome MSNbasta_chiedere_di_RaptorInviato: 24/01/2003 9.57
Serafino, per favore, non ripetere sempre le stesse cose che ti sono  già state confutate in altri forum.
Se hai qualcosa di nuovo da aggiungere inseriscila pure . Ma se sono le stesse argomentazioni trite e ritrite occupi solo spazio inutilmente.
Piuttosto il tuo intrevento mi conferma, una volta di più, come nè tu nè gli altri evangelici presenti in lista siate in grado di opporvi alle dottrine dei TdG. I vostri interventi sono stati semplicemente ridicoli
e, alla prima affermazione cheb usciva da quanto dettatovi dai vostri pastori, siete spariti dimostrando un'assoluta incapacità di difendere le cose nelle quali credete.
Siete solo addestrati ( è il termine giusto) a ripetere come un disco rotto le stesse identiche affermazioni.

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 24/01/2003 10.26
Mi associo con la sottolineatura di Raptor....è strabiliante Serafino...che "noi" che ci conosciamo già da diversi mesi.....e che non intervenivi da un bel pò...lo hai fatto ora che si parla del Primato..........com'è che se dice? Il lupo perde il pelo....ma non il vizio......
Appare evidente che il vostro addestramento è mirato NON a proclamare la Parola di Dio e il "Cristo venuto nella carne"...bensì...rievangelizzare i cattolici...........e mentre davi questa risposta...non ti sei nemmeno degnato di cliccare ad uno di questi forum...dove già trattammo l'argomento......
per esempio:
La Sacra scrittura ci offre vari riferimenti riguardo a questo tema, ma uno di quelli che ci sembra più significativo è quel passo nel libro degli Atti in cui Pietro deve affrontare il problema della sostituzione di Giuda dopo la sua morte (At 1,15-26). Gesù era appena tornato al Padre: i dodici li aveva nominati lui, e come Figlio di Dio aveva l'autorità per farlo. Nessuno fino a quel momento si era permesso, con Gesù ancora sulla terra, di nominare degli apostoli. Ma ora era necessario, altrimenti la Chiesa si sarebbe gradatamente estinta. Pietro allora decise di consultare le Scritture, e fu ispirato dallo Spirito Santo a considerare il Salmo 109, ove numerosi versi si adattavano benissimo alla situazione di Giuda ("sebbene io li abbia amati essi mi accusano senza pietà, mi hanno ripagato male per bene, odio in cambio di amore", Sl 109,4-5). Ebbene tramite questo salmo Dio gli indicò quale doveva essere il destino dell'empio cui è stato donato un bene che poi rinnega: "il suo ufficio lo prenda un altro". E quindi Pietro, forte del fatto che Cristo gli aveva trasmesso il potere di aprire e di chiudere, di legare e di sciogliere (Mt 16,19) si alzò in piedi davanti a un'assemblea di 120 persone, lesse il passo di questo salmo, e aggiunse che occorreva scegliere "uno tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo in cui dimorò tra noi il Signore Gesù" (At 1,21). La Chiesa apostolica scelse dunque Mattia, "per prendere il posto di questo ministero e apostolato, da cui prevaricò Giuda" (At 1,25).

Non tutti si rendono conto dello spessore teologico di questo brano: si tratta dell'inizio storico della successione apostolica. Queste righe contengono la prova scritturale della continuità della Chiesa. Inoltre, le parole "ufficio" e "ministero" danno testimonianza che gli apostoli avevano la perfetta consapevolezza di non essere solo dei credenti come tutti gli altri discepoli, ma di avere una precisa investitura, di avere ricevuto da Cristo un effettivo mandato, e che tale mandato poteva, anzi doveva, essere trasmesso come in una successione.

.......
e questo lotrovi nel forum: la sucessione apostolica......
e sempre nello stesso forum...a seguire.....leggetevi e meditate su questo testo.......

Da Fil.1,12

Desidero che sappiate, fratelli, che le mie vicende si sono volte piuttosto a vantaggio del vangelo, 13al punto che in tutto il pretorio e dovunque si sa che sono in catene per Cristo; 14in tal modo la maggior parte dei fratelli, incoraggiati nel Signore dalle mie catene, ardiscono annunziare la parola di Dio con maggior zelo e senza timore alcuno. 15Alcuni, è vero, predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa, ma altri con buoni sentimenti. 16Questi lo fanno per amore, sapendo che sono stato posto per la difesa del vangelo; 17quelli invece predicano Cristo con spirito di rivalità, con intenzioni non pure, pensando di aggiungere dolore alle mie catene. 18Ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per ipocrisia o per sincerità, Cristo venga annunziato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene. 19So infatti che tutto questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all'aiuto dello Spirito di Gesù Cristo, 20secondo la mia ardente attesa speranza che in nulla rimarrò confuso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.

Consideriamo il brano secondo l'esegesi evangelica, in modo che risulti confermata quella cattolica in merito alla opportunità che nella Chiesa vi sia una gerarchia:


15 Alcuni, è ben vero, predicano Cristo con ispirito d'invidia e di polemica; ma ve ne hanno anche degli altri, che lo fanno con dei sentimenti benevoli.

..... E chi eran dessi questi "alcuni?" ....

Col Vincent e col Weiss, io ammetto che in cotesti "alcuni" può darsi si trovasse anche qualche giudaizzante; ma in generale dovea trattarsi di cristiani gelosi dell'apostolo, che cercavano in ogni modo di scalzare l'autorità sua. E la supposizione del Weiss merita qui d'esser considerata. Prima che Paolo arrivasse a Roma, dic'egli, la chiesa romana non aveva uno speciale e ben definito conduttore; (Pietro probabilmente non si trovava ancora a Roma: nota mia) e doveva quindi esser facile a qualche tipo di grande ambizione ma di poca levatura, l'accaparrarsi una qualche preminenza tra i fratelli. Arrivato l'apostolo, cotesta preminenza ci possiam figurare a che cosa dovesse ridursi. E ci possiamo anche figurare di che cosa non dovessero esser capaci dei tipi come codesti, che la luce del nome e dell'autorità dell'apostolo rivelava per quel che realmente era.

Con ispirito d'invidia per l'apostolo e di polemica personale, contro di lui.

Ma ve ne hanno anche degli altri che lo fanno con dei sentimenti benevoli.

Con dei sentimenti benevoli (di 'eudokian) verso l'apostolo e verso la Causa dell'Evangelo.

16 Questi son mossi dall'affetto, sapendo ch'io sono incaricato della difesa dell'Evangelo

Col sono incaricato io traduco il keimai del testo; il quale vuol propriamente dire:

1°) giaccio, riposo, sono posto (lat. quiesco; e

2°) sono collocato, sono stabilito, proposto, e simili.

Lutero prese il verbo nel primo senso, ch'è il senso proprio, e tradusse "Diese aber sus Liebe; denn sie wissen dass ich zur Verantwortung des Evangelii hier liege". "Ma questi, per amore; chè sanno ch'io qui giaccio (in prigione, s'intende) per la difesa del Vangelo". Ma è idea sforzata e non necessaria. Il keimai, qui, è nel senso translato di Luca 2:34; 1Tessalonicesi 3:3 nel senso, cioè, di "esser appartato, designato, destinato". Quindi: "... sapendo ch'io sono incaricato della difesa (greco: apologia; vedi Filippesi 1:7 dell'Evangelo".

"Gli amici dell'apostolo riconoscevano la sua condizione ed il suo compito e lavoravano in piena simpatia ed in pieno accordo con lui. Se s'eran così messi a, lavorare anche loro, non era perchè l'apostolo non fosse in grado di difender da sè l'Evangelo; era la sua prigionia che dava a loro un nuovo spirito e infondeva in loro un nuovo coraggio. Aveano capito qual fosse la special funzione dell'apostolo; la sua prigionia avea fatto vibrare una corda sensibilissima nel cuor loro; e per quanto era loro dato, volean continuarli loro i lavori dell'apostolo. Siccome sapean bene ch'egli era stato incaricato della difesa del Vangelo, essi sentivano che il modo migliore di addimostrargli l'affetto loro era quello di lavorare nello spirito nel quale egli avea sempre lavorato, e di mirare allo scopo al quale egli avea consacrata tutta quanta la sua vita" (Eadie).

(Questo dovrebbe essere il sentimento che dovrebbe animare tutti i cristiani nei confronti del papa e di quanti sono incaricati della DIFESA DEL VANGELO: nota mia).

17 Mentre quelli, spinti dallo spirito di rivalità, annunziano Cristo con delle intenzioni che non son pure, credendo suscitarmi afflizione nella mia prigionia

Credendo... ma non riuscendo nell'intento loro. Traduco, suscitare e non aggiungere perchè la lezione egeirein è da preferirsi all'altra epiferein del "Testo recepto". "Questa", dice E. Meille, "è la loro intenzione: rendere più dolorosamente sensibile all'apostolo la sua prigionia; infiggere una spina acutissima nel suo organismo morale, già stanco e logoro e affranto per le tante prove sofferte".

18 Ma che importa: Comunque sia, per pretesto o con sincerità, Cristo è annunziato, ed io me ne rallegro e me ne rallegrerò ancora.

Il per pretesto è in greco: profasei che significa qui: Servirsi del nome di Cristo come di maschera per fini tutti personali ed egoistici.

Cristo è annunziato.

Il Vangelo progredisce, a volte, anche per la mediazione di una predicazione ipocrita e partigiana. L'apostolo fa tacere il legittimo risentimento che cotesta predicazione, intesa a demolir lui, dovea destargli nel cuore; dimentica, per un istante, le conseguenze tristi che una predicazione come codesta dovea necessariamente avere per la comunità cristiana che l'udiva; in tutto cotesto lavorìo subdolo, partigiano, polemico, personale, egli non vuol vedere che una cosa: il fatto materiale della predicazione di Cristo. Cristo è predicato e ciò mi basta;


Carissimi,

Personalmente ritengo che la spiegazione del brano sopra riferito sia accettabile e che l'insegnamento che se ne può trarre sia il seguente:

non vi può essere ordine senza una persona autorevole, incaricata della difesa del Vangelo.

In questo caso è Paolo che richiama a sè tale autorità, che condividerà con Pietro al suo arrivo a Roma come ci fa sapere S.Ignazio nella sua lettera ai Romani:

Io non vi dò ordini, come Pietro e Paolo...

Mi colpiscono molto queste parole di Paolo:

sono incaricato della difesa

ci si chiede: incaricato da chi, e quando? La risposta si trova in Gal. 2, 9 dove Paolo stesso afferma:

e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi. 10Soltanto ci pregarono di ricordarci dei poveri: ciò che mi sono proprio preoccupato di fare. La grazia della vocazione di Paolo era stata fatta da Cristo stesso, ma agli apostoli è toccato il compito di effettuarne il riconoscimento.

Scomparsi Pietro e Paolo, a seguito proprio dell'invidia di alcuni fratelli, come ci riferisce Clemente nella sua lettera ai Corinti, l'autorevolezza e la difesa del Vangelo sono passati ai successori.

Clemente Romano infatti ci riferisce:

V, 1. Ma lasciando gli esempi antichi, veniamo agli atleti vicinissimi a noi e prendiamo gli esempi validi della nostra epoca. 2. Per invidia e per gelosia le più grandi e giuste colonne furono perseguitate e lottarono sino alla morte. 3. Prendiamo i buoni apostoli. 4. Pietro per l'ingiusta invidia non una o due, ma molte fatiche sopportò, e così col martirio raggiunse il posto della gloria. 5. Per invidia e discordia Paolo mostrò il premio della pazienza. 6. Per sette volte portando catene, esiliato, lapidato, fattosi araldo nell'oriente e nell'occidente, ebbe la nobile fama della fede. 7. Dopo aver predicato la giustizia a tutto il mondo, giunto al confine dell'occidente e resa testimonianza davanti alle autorità, lasciò il mondo e raggiunse il luogo santo, divenendo il più grande modello di pazienza.

...........
Sembra interessante non è vero??