00 16/02/2010 23:58
Messaggio del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo

Più sobrietà e carità, l'insegnamento della Quaresima


Istanbul, 16. "La Quaresima ci insegna come comportarci nel quotidiano senza la follia degli eccessi, dello sperpero e dell'ostentazione, a respingere l'avidità, a ignorare le provocazioni della pubblicità, la quale non cessa di proporre nuovi bisogni menzogneri. Ci insegna ad accontentarci di ciò che è strettamente indispensabile e necessario, in una degna frugalità".

Nel suo messaggio catechetico in occasione dell'inizio della Quaresima ortodossa (cominciata ieri con il Lunedì puro), il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, sottolinea come essa offra l'opportunità - attraverso il digiuno, la continenza, la limitazione dei desideri, dei piaceri e delle spese inutili che tutto ciò comporta - di pensare meno a se stessi e più agli altri, di dimostrare di essere "non un branco di consumatori composto da individui bulimici, senza testa né cuore", ma "una società di persone sensibili che, nell'amore, fanno posto all'altro e gli tendono la mano". Dove l'altro è "il nostro prossimo che vive nella privazione e nello smarrimento".

La Quaresima - spiega Bartolomeo - "ci insegna la pazienza e la sopportazione, di fronte a una privazione piccola o più importante, e allo stesso tempo a chiedere l'aiuto e la misericordia di Dio, con grande fiducia nella sua provvidenza, piena di affettuosa sollecitudine. Questa è la Quaresima secondo la volontà di Cristo. È così che la nostra Madre Chiesa di Costantinopoli, che ha conosciuto tante prove e non smette di vegliare, la propone e la proclama in ogni tempo e particolarmente nell'attuale, difficile congiuntura internazionale".

Nel messaggio, il Patriarca ecumenico ricorda come la frugalità costituisca una "prescrizione salutare" specialmente in un periodo, come l'anno appena trascorso, "che ha visto l'esplosione della grande crisi economica mondiale, crisi che porta con sé il pericolo del fallimento non solo di società e imprese ma anche di interi Paesi". Ciò comporterebbe "il risultato funesto della crescita esponenziale della disoccupazione, della comparsa di eserciti di nuovi poveri, dello scoppio di rivolgimenti sociali, dell'aumento della criminalità e di altri fenomeni ancora peggiori".

Secondo Bartolomeo, per accogliere degnamente il tempo quaresimale occorre, in primo luogo, "una disposizione di gioia", di spirito. Il digiuno e gli altri elementi caratteristici di questo periodo "non devono essere visti come prove pesanti, come pesi, o come dei lavori forzati" che portano abbattimento o afflizione.

La Quaresima deve essere considerata "un dono prezioso di Dio". Questa grazia - è scritto nel messaggio - "cerca di sottrarci da ciò che è materiale e basso e da tutto ciò che respira morte; essa ci vuole elevare più in alto, verso la sfera dello spirito che è pieno di salute e vita. Vi dobbiamo vedere la grande occasione, che ci viene offerta, per risanare la nostra anima da ogni passione, per liberare il nostro corpo da tutto ciò che è superfluo, nocivo e mortale. Dobbiamo di conseguenza vedervi - conclude il Patriarca - la nostra grandissima allegria e gioia, una vera festa, il giubilo".


(©L'Osservatore Romano - 17 febbraio 2010)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)