00 10/04/2010 00:14
Meditiamo davvero....
il testo che segue è di un uomo che è stato un ragazzo normalissimo per tanti anni e che un giorno tutto è cambiato... Fedele a Cristo nella Chiesa prima, ha maturato ancora di più questa sua fede ed ha realizzato un sito davvero stupendo che vi invito a leggere...
Fra i tanti articoli, eccone uno davvero interessante, un punto di vista davvero importante ed interessante che sarebbe utile che soprattutto i sacerdoti facessero proprio... Occhiolino

Il neretto in alcuni passi è mio

dal sito ANIME FIAMMEGGIANTI di Adriano Stagnaro

EDITORIALE MARZO 2009

 

Questo mese vi propongo un editoriale al vetriolo. E' anche piuttosto lungo, e vi chiedo scusa anticipatamente, ma non ho voluto tagliarne nemmeno un pezzo. Finora ho taciuto, per non unirmi al coro degli sciacalli che della tragedia di una ragazza hanno fatto una battaglia ideologica. Ma se tacessi ancora, sarebbe come mentire a voi e a me stesso. Scrivo a freddo, con lucida razionalità. Mi accorgo di stare diventando un cattolico integralista, stufo di vedere la stessa Chiesa scendere a compromessi con il mondo. Forse, avvicinandosi la morte, uno si fa un'idea più chiara delle cose. Di sicuro, tutto non mi é mai parso così semplice, limpido, evidente, nel bene e nel male, come adesso.

 

LO STRANO CASO DI ELUANA ENGLARO

 

Eluana è morta.

Improvvisamente, cogliendo tutti di sorpresa, anche i medici che stavano eseguendo il protocollo, ennesima parola dell’Antilingua per indicare la sospensione dell’idratazione e della nutrizione, ovvero la morte per sete e per fame.

Qualcuno ha imprecato, qualcuno ha applaudito. Anche la morte di Eluana è spettacolo, giusto quindi l’applauso di un pubblico ormai da tempo lobotomizzato.

Ho pregato che Eluana morisse in fretta. Sono stato esaudito.

Non mi basta. Signore, ora completa l’opera e vieni a prendertene qualcun altro. Scegli tu. Tu sai meglio di chiunque altro chi lo meriti.

 

Se fosse esistito un foglio scritto, un foglio qualunque firmato da Eluana, in cui dichiarava la propria volontà in merito alla sospensione dei trattamenti vitali in caso di stato vegetativo, non avrei avuto alcuna obiezione a quanto è stato fatto. Avrei pensato: è stata una sua scelta. Ma quel foglio non esiste, ed io non saprò mai se Eluana voleva veramente morire o se questa è solo la convinzione del padre.

Pesano come macigni le dichiarazioni di Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore, risvegliatosi dal coma dopo due anni di stato vegetativo:

 

All'epoca anch'io ero favorevole all'eutanasia. Facemmo anche diverse foto insieme, e visitai la città di Lecco. Nella circostanza Beppino Englaro mi fece diverse confidenze, tra le quali che i rappresentanti nazionali del Partito Radicale erano suoi amici. Ma soprattutto, mentre eravamo a cena in un ristorante, in una piazza di Lecco, ammise una triste e drammatica verità.
Beppino Englaro si confidò a tal punto da confessarmi, in presenza di altre persone, che 'non era vero niente che sua figlia avrebbe detto che, nel caso si fosse ridotta un vegetale, avrebbe voluto morire'. In effetti, Beppino, nella sua lunga confessione mi disse che alla fine, si era inventato tutto perché non ce la faceva più a vederla ridotta in quelle condizioni. Che non era più in grado di sopportare la sofferenza e che in tutti questi anni non aveva mai visto miglioramenti. Entro' anche nel dettaglio spiegandomi che i danni celebrali erano gravissimi e che l'unica soluzione ERA FARLA MORIRE e che proprio per il suo caso, voleva combattere fino in fondo in modo che fosse fatta una legge, proprio inerente al testamento biologico
.” (Lettera aperta inviata a Tgcom, 4 febbraio 2009)

 

E se avesse ragione?

 

La volontà di Eluana è stata ricostruita per via indiretta, con una scelta dei testimoni a dir poco bizzarra. Sono stati ammessi solo il padre e tre amiche, non le altre amiche, non gli insegnanti.

In che contesto Eluana ha dichiarato le proprie volontà? Nello stesso contesto in cui io, dieci anni fa, potrei aver detto: “Preferirei morire, piuttosto che ammalarmi di SLA”?

Questo significa che devo aspettarmi un killer alla porta? O qualche radicale pietoso che viene a strangolarmi nel sonno?

A proposito, attorno al mio letto di morte non voglio veder mai Marco Cappato. Prima Welby, ora Eluana. Nel migliore dei casi, quest’uomo porta sfiga
.

 

Nel tentativo di rendere più accettabile l’atrocità del misfatto che si stava per compiere, si è ricorsi alle menzogne più miserabili. C’è chi ha affermato che Eluana era già morta diciassette anni fa. Chiariamo questo concetto. Eluana respirava da sola, deglutiva spontaneamente la saliva, il suo cuore batteva, il suo ciclo mestruale era ripreso, al mattino apriva gli occhi e alla sera li chiudeva, non aveva piaghe da decubito. Non era attaccata a tubi, aghi e quant’altro: aveva solo il sondino gastrico per ricevere cibo e acqua. Mi si dica che faceva una vita di merda, ma non che non era viva. Perché viva lo era eccome, altrimenti non sarebbe stato necessario ucciderla, per farla morire.

 

C’è chi dice: “Finalmente ha finito di soffrire”. Ma perché, soffriva? Ho sentito i medici favorevoli alla soluzione terminale ripetere fino alla nausea che Eluana non aveva percezione del dolore, quindi non avrebbe patito la morte per disidratazione. Ma se Eluana non soffriva e non aveva nemmeno percezione di sé stessa, perché ucciderla? Perché non lasciarla alle suore di Lecco? 

 
Ora che Eluana non c’è più, i responsabili della sua morte invitano al silenzio, “per rispetto del dolore dei familiari”. Ma bravi: prima l’hanno fatta morire ed ora pretendono che gli altri stiano pure zitti. Strano che non chiedano l’applauso. 

 
Fuori dell’istituto La Quiete di Udine, dove Eluana s’è spenta, campeggia un’insegna: “Azienda per i servizi alla persona”. Sticazzi, proprio dei bei “servizi”. 


Anche Andreotti ha voluto partecipare al dibattito. In un’intervista a La Stampa dell’8/02/2009, alla domanda: “Come deve regolarsi un cattolico praticante come lei?”, il Senatore risponde testualmente:

 

“Credo che sia un problema che ognuno debba risolversi come crede. Non esiste una regola generale. Mi sembra un modo troppo sbrigativo quello di rifarsi a pronunciamenti esterni alla coscienza. Tanto più che se la Chiesa non fissa espressamente una norma nel proprio magistero, noi cattolici non siamo esposti né tenuti a conformarci. Quindi, fissare il limite di ciò che è o non è vita, è una questione che ognuno di noi deve affrontare nel proprio io”.

 

Colmiamo le lacune dottrinali del Senatore Andreotti:

 

“2277 Qualunque ne siano i motivi e i mezzi, l’eutanasia diretta consiste nel mettere fine alla vita di persone handicappate, ammalate o prossime alla morte. Essa è moralmente inaccettabile.

Così un’azione oppure un’omissione che, da sé o intenzionalmente, provoca morte allo scopo di porre fine al dolore, costituisce un’uccisione gravemente contraria alla dignità della persona umana e al rispetto del Dio vivente, suo Creatore. L’errore di giudizio nel quale si può essere incorsi in buona fede, non muta la natura di quest’atto omicida, sempre da condannare e da escludere” (Catechismo della Chiesa cattolica, 1993).

 

Questo paragrafo deve essergli proprio sfuggito. Come del resto quest’altro:

 

“2270 La vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto fin dal momento del concepimento. Dal primo istante della sua esistenza, l’essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita”

 

Infatti la firma dell’allora Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, assieme a quella degli altri democristiani, i ministri Tina Anselmi, Francesco Bonifacio, Tommaso Morlino e Filippo Maria Pandolfi e del capo dello Stato, Giovanni Leone, compare in calce alla Legge 194 del 1978, quella che legalizzò l’aborto in Italia.

 

Non riesco a provare compassione per Beppino Englaro. Anche l’uso di quel diminutivo, Beppino, mi urta. Beppino Englaro ha combattuto per diciassette anni affinché alla figlia fossero sospese la nutrizione e l’idratazione. Cioè, non ha speso la sua vita alla ricerca di una cura, di una guarigione, di una speranza di riavere Eluana, li ha spesi nel tentativo di assicurarle la morte.

Si potrebbe pensare che fosse distrutto dal quotidiano confronto con le insormontabili difficoltà di accudire un disabile così problematico, ma poi si scopre che Eluana era in un istituto di suore, non a casa. Ovviamente Beppino Englaro era convinto di fare il bene della figlia, almeno spero. Perché se davvero si scoprisse che voleva solo superare il proprio dolore attraverso la soluzione più drastica, scomparirebbe anche il credito dato all’amore di un padre disperato.

Non so perché, ma prevedo la sua presenza nelle liste radicali alle prossime elezioni. Spero di essere smentito.


Napolitano ha respinto il decreto legge varato in fretta e furia dal governo per prorogare il supporto vitale ad Eluana. Per una volta che Berlusconi fa una legge ad personam che non riguarda sé stesso o la sua cricca, il presidente della Repubblica gliela respinge poiché non vi ravvisa i requisiti della “necessità ed urgenza”. Fatemi capire. Salvare la vita ad una paralitica a cui hanno smesso di dare cibo ed acqua non è necessario, né urgente?

 

Nella sua decisione, Napolitano ha ricevuto un sostegno inatteso, quello del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Geniale la definizione di questa concordanza di interessi coniata dall’avvocato Formicola: “Il patto Molotov-Ribbentrop”.

 

Ovviamente, morta Eluana, si è scatenata la cagnara.

Uno dei leit-motiv del dibattito è l’ingerenza del Vaticano. A leggere i titoli di Micromega sembrerebbe che il Papa abbia sparato a Napolitano e cagato sulla Costituzione.

L’intellettuale laico di area radical-sinistrorsa non è in grado di concepire che esista qualcuno che non la pensa come lui. Se questo fatto inusitato si verifica, significa inequivocabilmente che l’antagonista è plagiato/ricattato/corrotto. L’esigenza tutta giacobina di trovare a tutti costi un colpevole individua nel 90% dei casi il bersaglio grosso nella Chiesa cattolica. La Chiesa cattolica è la multinazionale del male che manovra la politica italiana. Visto che parlare di Chiesa cattolica tout court potrebbe far incazzare i teodem che sono il vero grimaldello da usare strumentalmente contro il magistero ecclesiastico, si adopera il termine “Vaticano”. E’ il colpo di genio: lo Stato straniero che attenta alla sovranità repubblicana.

Il senso logico di questo ragionamento fa più acqua di un colino: equivarrebbe ad affermare che uno Stato più piccolo di S.Marino condiziona la politica italiana.

In realtà non è il Vaticano che influenza le scelte politiche, ma proprio la Chiesa cattolica. La quale può farlo per un motivo assai semplice: milioni di elettori, dotati di libero arbitrio come tutti gli altri e – udite udite – del medesimo diritto di voto, concordano con le posizioni della Chiesa ed eleggono rappresentanti che esprimono queste istanze. Non si chiama ingerenza, si chiama democrazia. Ma per l’intellettuale laico democrazia è solo quando la maggioranza vota come pare a lui. Nel caso opposto, è il complotto vaticano.

 

In quest’ultimo periodo, ogni scusa è buona per dare addosso a Benedetto XVI. La grana dei Lefebvriani è un chiaro esempio di polemica ad orologeria. Williamson ha espresso i suoi deliri il 1° novembre 2008 e l’intervista è stata mandata in onda casualmente il 21 gennaio 2009, in concomitanza con la revoca della scomunica. Pare che la faccenda sia stata orchestrata da tale Fiammetta Venner, una giornalista francese, attivista del movimento omosessuale, abortista e laicista d’oltralpe, la quale prende anche parte al documentario nel quale la tv svedese inserisce l’intervista al vescovo negazionista.

Per farsi spiegare le posizioni del Papa, Lucia Annunziata intervista Hans Kung, ovvero il teologo che rappresenta più di ogni altro l’opposizione a Benedetto XVI. Un po’ come intervistare Emilio Fede per farsi spiegare le idee di Cossutta sul comunismo bolscevico. E’ anche da queste cose che uno capisce che c’è un linciaggio morale in atto.

Kung, come da copione, parte subito per la tangente suggerendo al Papa una serie di iniziative per rivitalizzare la Chiesa: comunione ai divorziati, matrimonio dei preti, prendere esempio da Obama (sic!) ed altre scempiaggini assortite. Propone un ulteriore passo verso la secolarizzazione, rispetto a quello compiuto col Concilio Vaticano II, ma finge di non ricordare che l’emorragia pastorale tra i cattolici è posteriore al Concilio, e che, caso mai, sarebbe il caso di interrogarsi su che cosa non ha funzionato, anziché premere sull’acceleratore verso la catastrofe.

Le stesse baggianate sono riprese dai “cattolici adulti” che lanciano strali dalle testate laiciste e firmano appelli a difendere la Costituzione, come se ci fosse un golpe in atto e come se la Carta stessa fosse ispirata da Dio come la Bibbia, quindi immutabile, pena il sacrilegio.

Diconsi “cattolici adulti” quegli intellettuali che a parole si autodefiniscono cattolici, ma nella pratica intendono la Chiesa non come Corpo di Cristo pervaso da una finalità ultraterrena, ma come un’associazione di moralisti, a cui sta simpatico Cristo, ma non abbastanza da essere coerenti con i suoi insegnamenti. Quando gli intellettuali radical-sinistrorsi hanno bisogno di una testa di ponte contro la Chiesa, si rivolgono ai “cattolici adulti”, sempre pronti a dar manforte contro il Papa.

L’unica cosa divertente di questo teatrino di pupi è il malcelato orgoglio di questi presunti cattolici nel sentirsi definire “adulti”. Probabilmente hanno completamente dimenticato le parole di Gesù: “Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli”.

 

Attualmente è al vaglio del governo un disegno di legge sul Testamento biologico, ovvero le disposizioni di fine vita di chi potrebbe non essere in condizione di esprimere la propria volontà. La legge non è ancora stata completata e già le opposizioni minacciano di ricorrere al referendum abrogativo. Ma perché ricorrere al referendum, se la legge è ancora tutta da discutere? C’è tutto l’iter parlamentare, la possibilità di proporre emendamenti, di modificare una legge fatta male.

No: referendum abrogativo. Ma perché?

La spiegazione è semplice: il Testamento biologico è solo uno specchietto per le allodole, l’obiettivo dell’intellighenzia laica radicale e massonica è ottenere direttamente una legge sull’eutanasia.

Scrive esplicitamente Maurizio Mori, docente di bioetica e presidente di un’associazione che raduna i membri del gruppo che ha affiancato e sostenuto Beppino Englaro in questi anni:

 

“[…] il caso di Eluana è importante per il suo significato simbolico. Da questo punto di vista è l'analogo del caso creatosi con la breccia di Porta Pia attraverso cui il 20 settembre 1870 i bersaglieri entrarono nella Roma papalina. Come Porta Pia è importante non tanto come azione militare quanto come atto simbolico che ha posto fine al potere temporale dei papi e alla concezione sacrale del potere politico, così il caso Eluana apre una breccia che pone fine al potere (medico e religioso) sui corpi delle persone e (soprattutto) alla concezione sacrale della vita umana. Sospendere l'alimentazione e l'idratazione artificiali implica abbattere una concezione dell'umanità e cambiare l'idea di vita e di morte ricevuta dalla tradizione millenaria che affonda le radici nell'ippocratismo e anche prima nella visione dell'homo religiosus, per affermarne una nuova da costruire” (Il caso Eluana Englaro. La "Porta Pia" del vitalismo ippocratico ovvero perché è moralmente giusto sospendere ogni intervento, Pendragon, Bologna 2009, pp. 11-12).

 

Ecco l’obiettivo: desacralizzare la vita umana, ripudiare il giuramento di Ippocrate, aprire una breccia nelle mura di chi si erge a difesa della vita per introdurre un aberrante diritto ad uccidere e ad essere uccisi.

Credetemi, qui non servono più giuristi, medici, politici. Qui ci vuole un esorcista.

 

Un’ultima considerazione sul Testamento biologico.

Io credo che ciascuno abbia il diritto di scegliere liberamente cosa fare della propria vita. Ma credo anche che tale libertà sarà solo apparente, finché lo Stato non si farà effettivamente carico di garantire un’esistenza dignitosa a chi decide di vivere. Esistenza dignitosa significa assistenza domiciliare permanente, sostegno economico, ausili e comunicatori gratuiti senza dover seguire trafile di assegnazione estenuanti.

In caso contrario, nessuna scelta sarà veramente libera.

Che libertà c’è nell’essere obbligati a scegliere tra la propria morte e la rovina economica, sociale e psicofisica dei nostri familiari e di coloro che ci assistono?

Questa non è libertà, è un modo per sbarazzarsi dei malati incurabili, problematici, improduttivi nella maniera più subdola: facendo chiedere ad essi stessi di essere fatti fuori.

E’ deprimente assistere in Parlamento alle cosiddette “battaglie di civiltà”, alle “battaglie sui diritti”, mentre da mesi i protocolli sui Livelli Essenziali di Assistenza sono bloccati ed i fondi per l’acquisto di comunicatori ad alta tecnologia stanziati dal Ministro Turco non sono mai stati trasferiti alle Regioni.

In questi giorni si parla tanto di “diritto di morire”. Il diritto di vivere se lo sono dimenticato tutti

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Adriano!!! SEI DAVVERO ECCEZIONALE!!!!GRAZIE!





 
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)