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Da: Passero  (Messaggio originale) Inviato: 07/05/2001 22.05
Sono cattolico, ma mi pare che la chiesa sia molto restrittiva in materia sessuale. E' giusto ad esempio che l'uso della sessualità nel matrimonio sia finalizzata solo alla procreazione?


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Da: Soprannome MSN_Claro__ Inviato: 08/05/2001 14.34
ma perchè dobbiamo sempre dipendere da quello che dicono gli altri?
 
alle donne la chiesa l'anima l'ha riconosciuta - bontà sua - dopo il concilio di trento.. (mi pare)...
le donne l'hanno messe sul rogo... e sul rogo finiva anche chi si azzardava a dire che terra l'era rutonda....
agostino liquidò su due piedi la donna che gli era compagna per assurgere al potere.....
shaul paolo ce l'aveva coi capelli delle donne simbolo di vanità....
non mi ricordo più chi si evirò pensando di eliminare il problema...
 
 
fate un po' voi....
Ma  la testa l'avete? che vi dice il cuore?........
...può essere che tra 1000 anni qlc successore de petro chieda scusa al mondo perchè vi ha negato la gioia matrimoniale... ma sapete voi quanto gliene fregarà al mondo dei vostri patemi d'animo?
 
 

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Da: Soprannome MSNLUBA106 Inviato: 08/05/2001 15.38
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Da: Alfonso Inviato: 08/05/2001 16.20

La Bibbia dice con molta chiarezza che sposarsi non è proibito per coloro che vogliono piacere a Dio. Infatti, essa specifica: "Bisogna che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie ... e tenga i figliuoli in sottomissione" (1 Timoteo 3:2).

Inoltre, Dio spiega che l'atto sessuale fra due persone sposate non è peccato (1 Corinzi 7:1-5). In questo passo, ai coniugi viene comandato: "Non vi private l'uno dell'altro" e che ciascuno deve dare il proprio corpo all'altro. In Efesini 5:22-23 Dio sceglie la relazione fra marito e moglie come esempio della sua relazione fra i credenti, dicendo che la moglie deve essere soggetta al marito come la Chiesa è soggetta a Cristo, e che il marito deve amare la moglie come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato sé stesso per la sua purificazione. Poi, aggiunge che come il credente è membro del corpo di Cristo, marito e moglie "diventeranno una stessa carne".

È vero che chi non è sposato è più libero per svolgere l'opera di Dio, ma è anche vero che Dio dice: "È meglio sposare che ardere" (1 Corinzi 7:9).
Pietro, secondo la Chiesa Cattolica Romana, era vescovo e primo Papa, però era sposato (Matteo 8:14; 1 Corinzi 9:15). Questo mostra chiaramente che il celibato del clero non è un comandamento di Dio. Esso fu imposto al clero da alcuni sinodi (Elvira, Orange, Arles, Agde, Toledo) e dal Concilio Lateranense del 1139. Fu una decisione sbagliata perché molti preti non riescono a vivere tutta la vita senza il rapporto sessuale, e Dio considera le relazioni tra persone non sposate come peccato estremamente grave (1 Corinzi 6:9-10,18; Atti 15:28-29; Apocalisse 21:8). I poveri preti che non riescono a resistere e cadono in peccati sessuali hanno una più severa condanna da Dio e scandalizzano molti. Oggigiorno la grande maggioranza dei preti vorrebbe essere libera di sposarsi, ma finora questa decisione sbagliata, presa tanti secoli fa, non è ancora stata corretta. Forse perché solo i Papi hanno autorità di cambiare questa regola della Chiesa Cattolica Romana, e di solito essi sono molto vecchi!

Non stiamo dicendo che tutti i preti e tutti i pastori devono sposarsi, ma che sposarsi o no deve essere una decisione personale, conforme all'insegnamento della Bibbia. Infatti, l'apostolo Paolo non era sposato, ma Pietro sì.


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Da: Teofilo Inviato: 08/05/2001 22.44

Mi permetto di dire qualcosa su questo argomento che vedo ha animato la discussione e mi fa piacere.

Do il mio benvenuto al carissimo Passero che si pone giustamente una domanda che si pongono praticamente tutti e che tocca la coscienza delle persone.

Per quanto riguarda la Scrittura, il caro Alfonso coglie certamente dei punti importanti che invece Ondablu non si pone. Alfonso vorrebbe rimanere nell'insegnamento biblico mentre per gli altri questo insegnamento sembra essere stretto; Soltanto che ci si è dimenticati di alcuni particolari scritturali:

Gesù dice che non a tutti è dato di essere eunuchi per il Regno dei Cieli ma soltanto ad alcuni. e Paolo nella 1 Cor 7 spiega diffusamente quanto egli ritenga preferibile la scelta della castità per appartenere al Signore in modo indiviso, e conclude: chi si sposa fa bene ma chi non si sposa fa meglio.

Seguendo questa raccomandazione dell'Apostolo, vi sono stati molti che già dall'inizio del cristianesimo sceglievano il celibato per dedicarsi con maggiore disponibilità al servizio di Dio. Pertanto "l'obbligo del celibato" non è imposto dalla Chiesa, ma una scelta libera della persona.

Quando i celibi sono diventati tanto numerosi da consentire alla Chiesa di assegnare determinate funzioni, è stato disposto di dare ad essi gli incarichi propri del ministero, lasciando agli sposati altri compiti meno impegnativi nei confronti della comunità, seguendo il criterio di S. Paolo: chi si sposa si preoccupa di come piacere alla moglie, chi non si sposa si preoccupa del Signore.

Pertanto si tratta di una decisione contingente di migliore organizzazione della chiesa per raggiungere un solo scopo: quello di rendere più efficace l'azione pastorale; se poi taluni preti non riescono a mantenere la LORO promessa, ne consegue solamente che potranno servire, se lo vogliono, in un altro modo il Signore.

Altro punto invece è il comportamento tra i coniugi; anche qui l'obiettivo è sempre quello di rimanere fedeli al Signore e non di certo aggiustarsi le cose. Pertanto la finalità del matrimonio, che nella Chiesa è sempre stata tenuta in somma considerazione, è, oltre quello della procreazione, anche quello di conseguire il bene dei coniugi, tenendo conto che le due persone si completano e si donano gioiosamente nei rapporti propri della sessualità.

attendo ulteriori osservazioni che certo non mancheranno. Un caloroso saluto a tutti

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Da: Alfonso Inviato: 09/05/2001 0.00
Caro Teofilo, mi dispiace, ma la chiesa cattolica proibisce il matrimonio ai sacerdoti mettendoli in una condizione obbligatoria. Il sposarsi e non sposarsi deve essere una libera scelta e non un obbligo per accontentare il papa. Chi è sposato può benissimo servire il Signore. I pastori evangelici si sposano e hanno tutto il tempo di servire il Signore con la potenza dello Spirito Santo.
La bibbia parla chiaro, alcuni Apostoli come lo stesso Pietro erano sposati. Il problema e come dici tu che col tempo la chiesa si è allontanata dai veri insegnamenti biblici. E' necessario ritornare ale origini della Chiesa primitiva, al tempo degli Apostoli, alla sola Parola e non tradizione, solo così si può piacere al Signore.
Fraternamente.
Alfonso

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Da: Teofilo Inviato: 10/05/2001 22.30

Carissimo

Mi pare necessario tornare su questo argomento per cercare di sgombrare il campo da una idea che sembra essere radicata. Cioè che per i preti ci sia l’OBBLIGO di non sposarsi. Mentre loro hanno scelto volontariamente la castità disponendosi così ad essere incaricati del ministero.

Avevo accennato ai testi di Matteo 9,10 e 1Cor.7,32-34 per dire che IL FONDAMENTO della priorità del celibato rispetto alla vita matrimoniale si trova nella SCRITTURA e non nella pretesa degli uomini. Questo è il cardine del discorso.

Gesù dunque esprimeva una via preferenziale nella scelta dello stato di vita, vissuta in modo tatale per gli interessi del Regno. Il fatto che però inizialmente i ministri della Parola, abbiano avuto delle consorti non significa che questa debba essere una decisione sempre valida.

Facciamo un esempio per noi che abbiamo vari figli:

Se vi è un determinato compito impegnativo da svolgere a chi lo affideremo? A chi è già oberato di impegni, o a chi è intenzionato a mettersi completamente a disposizione per farlo e lo può realmente fare?

E fino a quando manterremo la decisione di affidarlo a quest’ultimo? Ovviamente finchè dura la sua disponibilità.

La stessa cosa accade nella "casa grande "della Chiesa di Dio. Pertanto questa regola rimane in vigore finchè vi sono abbastanza persone disponibili. Qualora dovesse diminuire il numero di quelli che fanno voto di castità, la Chiesa darà anche ad altri, sempre con caratteristiche preferenziali (per esempio i diaconi permanenti, che si sposano regolarmente), la possibilità del ministero ordinato. Quindi questa opzione è bene, l’altra è meglio.

Tieni presente che per curare una piccola comunità si possono anche avere altri impegni come sono quelli familiari, ma se la comunità conta diverse migliaia di persone come si può affermare di poterle dedicare tempo, energie ed attenzioni sufficienti? Ricordo che quando frequentavo la chiesa pentecostale del mio paese, l’allora pastore disse con un certo rammarico: " se avessi conosciuto prima il Signore non mi sarei sposato, dedicandomi completamente all’evangelizzazione". Aveva constatato di persona che questa scelta sarebbe valsa la pena.

(Anche nei nostri gruppi di Rinnovamento le persone sposate che si prendono cura del gruppo svolgono funzioni analoghe ai pastori delle comunità evangeliche, ma ritengo che i compiti da svolgere siano meno onerosi di quelle di una parrocchia).

Inoltre occorre vedere la figura del sacerdote come la figura di Cristo che da totalmente la vita per la sua Sposa che è la Chiesa, la comunità dei credenti. Vi sono dunque molti motivi che hanno spinto a fare queste scelte nella luce dello Spirito Santo che ha sempre guidato la Chiesa.(Gv.16,12)