Carissimo
Mi pare necessario tornare su questo argomento per cercare di sgombrare il campo da una idea che sembra essere radicata. Cioè che per i preti ci sia l’OBBLIGO di non sposarsi. Mentre loro hanno scelto volontariamente la castità disponendosi così ad essere incaricati del ministero.
Avevo accennato ai testi di Matteo 9,10 e 1Cor.7,32-34 per dire che IL FONDAMENTO della priorità del celibato rispetto alla vita matrimoniale si trova nella SCRITTURA e non nella pretesa degli uomini. Questo è il cardine del discorso.
Gesù dunque esprimeva una via preferenziale nella scelta dello stato di vita, vissuta in modo tatale per gli interessi del Regno. Il fatto che però inizialmente i ministri della Parola, abbiano avuto delle consorti non significa che questa debba essere una decisione sempre valida.
Facciamo un esempio per noi che abbiamo vari figli:
Se vi è un determinato compito impegnativo da svolgere a chi lo affideremo? A chi è già oberato di impegni, o a chi è intenzionato a mettersi completamente a disposizione per farlo e lo può realmente fare?
E fino a quando manterremo la decisione di affidarlo a quest’ultimo? Ovviamente finchè dura la sua disponibilità.
La stessa cosa accade nella "casa grande "della Chiesa di Dio. Pertanto questa regola rimane in vigore finchè vi sono abbastanza persone disponibili. Qualora dovesse diminuire il numero di quelli che fanno voto di castità, la Chiesa darà anche ad altri, sempre con caratteristiche preferenziali (per esempio i diaconi permanenti, che si sposano regolarmente), la possibilità del ministero ordinato. Quindi questa opzione è bene, l’altra è meglio.
Tieni presente che per curare una piccola comunità si possono anche avere altri impegni come sono quelli familiari, ma se la comunità conta diverse migliaia di persone come si può affermare di poterle dedicare tempo, energie ed attenzioni sufficienti? Ricordo che quando frequentavo la chiesa pentecostale del mio paese, l’allora pastore disse con un certo rammarico: " se avessi conosciuto prima il Signore non mi sarei sposato, dedicandomi completamente all’evangelizzazione". Aveva constatato di persona che questa scelta sarebbe valsa la pena.
(Anche nei nostri gruppi di Rinnovamento le persone sposate che si prendono cura del gruppo svolgono funzioni analoghe ai pastori delle comunità evangeliche, ma ritengo che i compiti da svolgere siano meno onerosi di quelle di una parrocchia).
Inoltre occorre vedere la figura del sacerdote come la figura di Cristo che da totalmente la vita per la sua Sposa che è la Chiesa, la comunità dei credenti. Vi sono dunque molti motivi che hanno spinto a fare queste scelte nella luce dello Spirito Santo che ha sempre guidato la Chiesa.(Gv.16,12)