00 11/07/2010 11:46
 Ecco un tipico esempio di FALSO MAESTRO DA NON SEGUIRE.....un grazie a Messainlatino


Teologo gesuita: mi rifiuto di pregare per le vocazioni.

La feroce battaglia per la distruzione della Chiesa, dopo avere attaccato, e con largo successo, la liturgia e la dottrina, si avventa negli ultimi tempi contro l'estremo, ultimo baluardo del cattolicesimo. Il sacerdozio.

E sono proprio alcuni sacerdoti che si fanno paladini della distruzione di questa istituzione divina. Senza sacerdoti, niente (o quasi) sacramenti, e gli uomini sarebbero così lasciati in balia del Principe di questo mondo, senza gli strumenti della salvezza.

Abbiamo già riferito tempo addietro (
vedi qui), di quel vescovo (Lebrun di St. Etienne) che è andato a Roma per fare abolire le parrocchie, che a Pentecoste ha soppresso le messe e che sostiene che occorre "amplificare le proposte catecumenali e diminuire la nostra offerta sacramentale". Si tratta di un'idea diffusa, specie Oltralpe: l'arcivescovo Rouet di Poitiers l'ha perfino teorizzata in un suo libro e poi messo in pratica, desertificando l'arcidiocesi col mettere équipe pastorali di laici al posto dei preti.

Da ultimo, un teologo gesuita, Michel Rondet
[nella foto a destra], arriva a scrivere che la crisi delle vocazioni è una benedizione per farla finalmente finita con la "Chiesa di Pio XII", ossia con la Chiesa dei preti. La sua prosa ha almeno il pregio di togliere ogni maschera alle reali intenzioni di questi riformatori. Il gesuita sostiene che ci devono essere solo laici 'in responsabilità', sotto la supervisione di un vescovo. I preti sono praticamente aboliti, soltanto il ruolo episcopale va mantenuto. Ecco forse perché la cosa piace tanto a molti vescovi: è tipico dei progressisti esaltare il loro ruolo. Tra questi vescovi infatuati, il metropolita di Reims, il trad-hater Jordan, che ha fatto inserire nel sito ufficiale della diocesi l'articolo del P. Rondet, che segue (
link).


La Chiesa che spero

Di P. Michel Rondet S.J.

[..] Io non posso più pregare per le vocazioni, come mi si chiede con insistenza di fare. Io prego che la Chiesa abbia il coraggio di seguire gli orientamenti che rispondono alla situazione e corrispondono ai richiami dello Spirito. Ciò che viene chiamata crisi delle vocazioni non è congiunturale; prolungandosi, ci invita a una riflessione più ampia sulla Chiesa e i ministeri, ci chiama a smettere di guardare ad un recente passato da restaurare per rivolgerci verso l’avvenire. Se questa crisi miracolosamente cessasse, non ci sarebbe maggiore fretta che di tornare alla Chiesa di Pio XII, i preti riprenderebbero tutte le responsabilità che i laici stanno cominciando ad assumere e noi ridiventeremmo una Chiesa clericale, mentre è ad una Chiesa comunione di battezzati responsabili che lo Spirito ci chiama.

Siamo chiamati a rompere con una tradizione che non ha smesso di imporsi dal V secolo, ma che non è evangelica. Il Cristo non ha affidato il futuro della sua comunità ad una classe di uomini che ne assumessero da soli l’animazione e la guida; eppure è ciò che è accaduto attraverso l'instaurazione di un clero concepito al modo di quelli dei culti pagani. È con questa tradizione che si deve rompere, rendendo alle comunità cristiane la responsabilità della loro vita e della loro animazione, sotto il controllo del ministero apostolico dei vescovi.

Questo è possibile senza rotture, ritrovando la tradizione dei primi secoli:

-È necessario restituire alle comunità cristiane la responsabilità per la celebrazione dell'eucaristia. Una comunità cristiana deve poter celebrare l'eucaristia per nutrire la sua vita teologale, senza aver bisogno di ricorrere ad un celebrante esterno. Essa deve proporre al vescovo i nomi di coloro che vorrebbero presiedere le sue celebrazioni e tutto dopo deve aver luogo sotto la supervisione e con la benedizione del vescovo.

-Bisogna rendere a queste comunità la responsabilità dell'organizzazione dei ministeri di cui esse hanno bisogno: riconciliazione, cura dei malati, preparazioni dei sacramenti (battesimo e matrimonio celebrati dal vescovo o dai suoi collaboratori diretti).

-Le diocesi possono essere più piccole, il vescovo residente al centro, circondato da qualche collaboratore prete, che vivono in comunità con lui e che condividono la sua missione.

-Se una comunità cristiana intraprende sotto la sua responsabilità un’opera di assistenza, in supplenza di ciò che la società non fa, la responsabilità potrà essere affidata a un diacono (esempio: la diaconia di Tolone).

Circa l'ecumenismo. Sono stati compiuti grandi sforzi da un secolo a questa parte, e oggi han raggiunto il culmine. Si è cercato di progredire verso l'unità eliminando a poco a poco i punti di disaccordo. Sembrerebbe che si debba oggi trovare un altro modo per andare avanti. Il Cristo vuole l'unità; questa unità, è già presente nei cuori di molti. Perché allora non invertire il metodo: effettuare dei gesti di unità (intercomunione, confessione comune di Gesù Cristo, riconciliazione) e a partire da là (dall’unità vissuta) affrontare le differenze. E’ un po’ il percorso che vissuto Taizé, che fornisce un esempio.

Nella sua relazione col mondo, la Chiesa ha un messaggio di felicità e di salvezza per tutti gli uomini. È questo messaggio che si deve annunciare dando fiducia alla coscienza degli uomini e delle comunità per viverlo il meglio possibile.


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Proviamo a riflettere per riconoscere il perchè questi sono FALSI MAESTRI....

I preti sono praticamente aboliti, soltanto il ruolo episcopale va mantenuto.  
 
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mah! l'idea è vecchia e viene dal Protestantesimo sopratutto calvinista...infatti per loro i PASTORI non sono preti, ma in molte zone mantennero i VESCOVI o tali presunti poichè, non dimentichiamolo, al tempo che fu molti vescovi abiurarono al cattolicesimo per ingrassare le file protestanti....  
Qui siamo all'intecliricalismo peggiore poichè chi parla è un un sacerdote che ha perduto la sua identità....e dunque sta parlando contro se stesso!  
Questo modo di percepire la Chiesa con i vescovi si, ma senza un clero, si è rafforzata anche da un certo ecumenismo distorto per facilitare una comunione con i protestanti pastori infatti, non poche volte alcune parrocchie cattoliche SONO STATE OBBLIGATE E COSTRETTE DAI LORO VESCOVI AD ESSERE CATECHIZZATE DA PASTORI, ossia, obbligati i fedeli ad ascoltare OMELIE DI PASTORI mentre come sappiamo le Norme della Chiesa sottolineano che l'omelia deve essere fatta dal Prete, e un motivo ci sarà perchè c'è questa regola....  
 
Dunque una Chiesa "futura" senza preti ma con persone responsabili (pastori LAICI) delle comunità e a servizio del vescovo...  
Per i Protestanti, l'invito e il comando di Gesù di pregare il Signore perchè mandi OPERAI, non indica i preti-apostoli(=vescovi), ma i DISCEPOLI, ossia LAICI IMPEGNATI=PASTORI Wink  che con il sacerdozio "inventato" dalla Chiesa non avrebbe nulla da spartire....  
padre Rondet non dice nulla di nuovo, ma ripropone una vecchia eresia sotto ulteriori mentite spoglie....  
Con l'avvento del Protestantesimo, dentro il quale confluirono a suo tempo, non dimentichiamolo, in massa i cattolici preti e vescovi....che hanno pertanto mantenuto LA MENTALITA' ECCLESIALE tramandondosela, ma nel modo appunto sbagliato, siamo da allora coinvolti in questa TENTAZIONE di fare a meno del sacerdote per poter "cavarcela da soli".... la supervisione di un vescovo non avrebbe altro ruolo che di governare una società religiosa che produce anche beni materiali....ergo, da escludersi ogni rifermento a quel PASCERE GLI AGNELLI, ma semplicemente supervisionare che tale societas righi diritto....(diritto dove non s'è capito!! )  
 
Infatti le rivendicazioni di Rondet partono dal V secolo....guarda il "caso" è il secolo medesimo che ci accusano i Pentecostali, secondo i quali li la Chiesa Cattolica Romana sarebbe davvero nata, li avrebbe INVENTATO IL CLERO, li avrebbe INVENTATO LA MESSA....  
E se la prendono tutti con Pio XII il quale avendo invece santamente intuito il pericolo DELL'ARCHEOLOGISMO LITURGICO (in cui sono implicati il Clero) , immediatamente lo condannò mentre, tutte queste "menti" vorrebbero un ritorno della Chiesa  ai primi tre secoli, CANCELLANDO DI FATTO TUTTO CIO' CHE CI FU DAL V SECOLO IN POI fino, naturalmente al Concilio Vaticano II il quale, appunto, avrebbe rivendicato le medesime richieste....  
 
Una ragione in più per difendere davvero il Concilio, anche se a causa di alcuni partecipanti maldestri non lo meriterebbe.... ma ciò che dice Rondet NON è opera del Concilio.... ma del Protestantesimo moderno....e pentecostale....ancora una volta ingannati dal diabolico "VENTO" che si vorrebbe imporre come una sorta di spugna sulla storia della Chiesa dal V al XIX secolo....  
 
Interessante leggersi la beata Caterina Emmerich, lo aveva previsto, aveva previsto queste assurde richieste.... Wink

P.S.  
mi veniva a mente Carlo Carretto....  
all'inizio anche lui subì la devestante opera distruttrice contro la Chiesa, ma il Signore gli diede il coraggio di fare abiura delle sue idee in una Notte vigilare della Santa Pasqua, davanti al Vescovo e a tutta la comunità chiedendo perdono per le sue idee....  
Poi scrisse il suo memorale sulla Chiesa, sul come amarla, sul perchè fratel Carretto avesse ceduto dalle sue idee di Chiesa per tenersi la Vera ed autentica Chiesa quale Madre e Maestra....  
e scrive:  
 
Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo! (...) Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porta della mia anima, e quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure.  
No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te.  
E poi, dove andrei? A costruirne un'altra?
 
Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò sarà la Mia Chiesa, non più quella di Cristo. "  
 
Oggi invece assistiamo al trionfo della SUPERBIA che guarda caso diede origine al Peccato Originale.... si pretende di CAMBIARE LA CHIESA, di farsi una Chiesa su misura (un esempio legittimato è la chiesa kikiana), e presuntuosamente rimanere dentro la Chiesa e lavorare per CAMBIARLA DAL DI DENTRO....  
 
«La fede romana - scriveva san Girolamo - è inaccessibile all' errore». Ed è per questo che san Cipriano poteva affermare: «La Chiesa di Roma è radice e madre di tutte le Chiese››. Soltanto chi si trova unito al Papa è sicuro di essere nella verità infallibile di ciò che deve credere e operare per salvarsi.  
 
Wink Scrivendo a Timoteo, san Paolo insegna questa importante verità: quando non si sopporta più la sana dottrina, ci si procura «una folla di maestri›› che consentano di «assecondare le proprie passioni», e che parlino di fantasie anziché di verità (cf 2 Tm 4,3-4).  Ci siamo. Basta leggere certi libri di teologi ritenuti «grandi e celebri›› per dare ragione a san Paolo a occhi chiusi.

E questi teologi sono davvero «una folla» e hanno messo su un mercato enorme di libri e riviste che sono pressoché tutti simili a cibi guasti, avariati o sospetti.

Poveri gli incauti che ci cascano a comprarli!  Questi teologi sono «i falsi maestri» di cui parlano con parole terribili, anzi, spaventose, san Pietro e san Paolo (cf 2 Pt 2,2-ll; l Tm 1,3-7; 4,1-ll; 6,3-5; 2 Tm 3,1-7; 4,1-5). Questi «falsi maestri» vengono chiamati dal papa Paolo VI «teologi da camera» e «autoteologi››, e di essi - dice ancora il Papa - è necessario «diffidare», perché fanno fare «naufragio nella fede» (l Tm l,l9).




DIFFIDATE DAI FALSI MAESTRI.....

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)