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CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA
E LE SOCIETÁ DI VITA APOSTOLICA

IL SERVIZIO DELL'AUTORITÀ
E L'OBBEDIENZA

Faciem tuam, Domine, requiram

Istruzione





INDICE


Introduzione

1. La vita consacrata testimone della ricerca di Dio
2. Un cammino di liberazione
3. Destinatari, intento e limiti del documento

PRIMA PARTE
Consacrazione e ricerca della volontà di Dio

4. Chi stiamo cercando?
5. L'obbedienza come ascolto
6. « Ascolta, Israele » (Dt 6,4)
7. L'obbedienza alla Parola di Dio
8. Alla sequela di Gesù, il Figlio obbediente al Padre
9. Obbedienti a Dio attraverso mediazioni umane
10. Imparare l'obbedienza nel quotidiano
11. Nella luce e nella forza dello Spirito
12. Autorità al servizio dell'obbedienza alla volontà di Dio
13. Alcune priorità nel servizio dell'autorità

a) Nella vita consacrata l'autorità è prima di tutto un'autorità spirituale
b) L'autorità è chiamata a garantire alla sua comunità il tempo e la qualità della preghiera
c) L'autorità è chiamata a promuovere la dignità della persona
d) L'autorità è chiamata ad infondere coraggio e speranza nelle difficoltà
e) L'autorità è chiamata a tener vivo il carisma della propria famiglia religiosa
f) L'autorità è chiamata a tener vivo il “sentire cum Ecclesia
g) L'autorità è chiamata ad accompagnare il cammino di formazione permanente

14. Il servizio dell'autorità alla luce della normativa ecclesiale
15. In missione con la libertà dei figli di Dio

SECONDA PARTE
Autorità e obbedienza nella vita fraterna

16. Il comandamento nuovo
17. L'autorità a servizio della comunità, la comunità a servizio del Regno
18. Docili allo Spirito che conduce all'unità
19. Per una spiritualità di comunione e per una santità comunitaria
20. Il ruolo dell'autorità per la crescita della fraternità

a) Il servizio dell'ascolto
b) La creazione di un clima favorevole al dialogo, alla condivisione e alla corresponsabilità
c) La sollecitazione dell'apporto di tutti alle cose di tutti
d) Al servizio del singolo e della comunità
e) Il discernimento comunitario
f) Discernimento, autorità e obbedienza
g) L'obbedienza fraterna

21. « Il primo tra voi, si farà vostro schiavo » (Mt 20,27)
22. La vita fraterna come missione

TERZA PARTE
In missione

23. In missione con tutto il proprio essere, come Gesù, il Signore
24. In missione per servire
25. Autorità e missione

a) Incoraggia ad assumere le responsabilità e le rispetta quando assunte
b) Invita ad affrontare le diversità in spirito di comunione
c) Mantiene l'equilibrio tra le varie dimensioni della vita consacrata
d) Ha un cuore misericordioso
e) Ha il senso della giustizia
f) Promuove la collaborazione con i laici

26. Le difficili obbedienze
27. Obbedienza e obiezione di coscienza
28. La difficile autorità
29. Obbedienti fino alla fine
30. Una preghiera dell'autorità
31. Preghiera a Maria


INTRODUZIONE

« Fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi »
(Sl 79,4)



La vita consacrata testimone della ricerca di Dio

1. « Faciem tuam, Domine, requiram »: il tuo volto, Signore, io cerco (Sl 26,8). Pellegrino alla ricerca del senso della vita, avvolto nel grande mistero che lo circonda, l'uomo cerca di fatto, anche se spesso inconsciamente, il volto del Signore. « Fammi conoscere Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri » (Sl 24,4): nessuno potrà mai togliere dal cuore della persona umana la ricerca di Colui del quale la Bibbia dice « Egli è tutto » (Sir 43,27) e delle vie per raggiungerlo.

La vita consacrata, chiamata a rendere visibili nella Chiesa e nel mondo i tratti caratteristici di Gesù, vergine, povero ed obbediente,1 fiorisce sul terreno di questa ricerca del volto del Signore e della via che porta a Lui (cf. Gv 14,4-6). Una ricerca che conduce a sperimentare la pace – « en sua voluntate è nostra pace » 2 – e che costituisce la fatica d'ogni giorno, perché Dio è Dio, e non sempre le sue vie e i suoi pensieri sono le nostre vie e i nostri pensieri (cf. Is 55,8). La persona consacrata testimonia dunque l'impegno, gioioso e insieme laborioso, della ricerca assidua della volontà divina, e per questo sceglie di utilizzare ogni mezzo disponibile che la aiuti a conoscerla e la sostenga nel darvi compimento.

Qui trova il suo significato anche la comunità religiosa, comunione di persone consacrate che professano di cercare e compiere insieme la volontà di Dio: comunità di fratelli o sorelle con diversità di ruoli, ma con lo stesso obiettivo e la medesima passione. Per questo, mentre tutti, nella comunità, sono chiamati a cercare ciò che a Dio piace e ad obbedire a Lui, alcuni sono chiamati ad esercitare, in genere temporaneamente, il compito particolare di essere segno di unità e guida nella ricerca corale e nel compimento personale e comunitario della volontà di Dio. È questo il servizio dell'autorità.

Un cammino di liberazione

2. La cultura delle società occidentali, fortemente centrata sul soggetto, ha contribuito a diffondere il valore del rispetto per la dignità della persona umana, favorendone positivamente il libero sviluppo e l' autonomia.

Tale riconoscimento costituisce uno dei tratti più significativi della modernità ed è un dato provvidenziale che richiede modalità nuove di concepire l'autorità e di relazionarsi con essa. Senza dimenticare, d'altra parte, che quando la libertà tende a trasformarsi in arbitrio e l'autonomia della persona in indipendenza dal Creatore e dalla relazione con gli altri, allora ci si trova di fronte a forme di idolatria che non accrescono la libertà ma rendono schiavi.

In questi casi, le persone credenti nel Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, nel Dio di Gesù Cristo, non possono non intraprendere un cammino di liberazione personale da ogni ombra di culto idolatrico. È un percorso che può trovare una stimolante figura nell'esperienza dell'Esodo: cammino di liberazione che, dall'omologazione ad un diffuso modo di pensare, conduce alla libertà dell'adesione al Signore, e che dall'appiattimento su criteri valutativi unilaterali porta alla ricerca di itinerari che immettono nella comunione con il Dio vivo e vero.

Il viaggio dell'Esodo è guidato dalla nube, luminosa e oscura, dello Spirito di Dio, e, anche se talvolta sembra perdersi per strade senza senso, ha per destino l'intimità beatificante del cuore di Dio: « Ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me » (Es 19,4). Un gruppo di schiavi viene liberato per diventare popolo santo, che conosce la gioia del libero servizio a Dio. Gli avvenimenti dell'Esodo sono un paradigma che accompagna tutta la vicenda biblica e si pone come anticipazione profetica della stessa vita terrena di Gesù, il quale a sua volta libera dalla schiavitù attraverso l'obbedienza alla volontà provvida del Padre.

Destinatari, intento e limiti del documento

3. La Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, nel corso della sua ultima Plenaria, che ha avuto luogo nei giorni 28-30 settembre 2005, ha rivolto la sua attenzione al tema dell'esercizio dell'autorità e dell'obbedienza nella vita consacrata. È stato riconosciuto che questo tema esige un particolare impegno di riflessione, soprattutto a motivo dei cambiamenti che si sono verificati all'interno degli Istituti e delle comunità negli ultimi anni, e anche alla luce di quanto hanno proposto i più recenti documenti magisteriali sul rinnovamento della vita consacrata.

La presente Istruzione, frutto di quanto è emerso nella citata Plenaria e nella successiva riflessione di questo Dicastero, è indirizzata ai membri degli Istituti di vita consacrata che praticano la vita fraterna in comunità, cioè a quanti appartengono, uomini e donne, agli Istituti religiosi, ai quali si avvicinano i membri delle Società di vita apostolica. Tuttavia anche le altre persone consacrate, in relazione al loro genere di vita, possono trarne utili indicazioni. A tutti costoro, chiamati a testimoniare il primato di Dio attraverso la libera obbedienza alla sua santa volontà, questo documento intende offrire un aiuto e un incoraggiamento a vivere con gioia il loro sì al Signore.

Nell'affrontare il tema di questa Istruzione, si è ben consapevoli che le sue implicazioni sono molte e che nel vasto mondo della vita consacrata esiste oggi non solo una grande varietà di progetti carismatici e di impegni missionari, ma anche una certa diversità di modelli di governo e di prassi dell'obbedienza, diversità sovente influenzate dai vari contesti culturali.3 Inoltre, dovrebbero essere tenute presenti le differenze che caratterizzano, anche sotto il profilo psicologico, le comunità femminili e le comunità maschili. E, ancora, andrebbero considerate le nuove problematiche che le numerose forme di collaborazione missionaria, in particolare con i laici, pongono all'esercizio dell'autorità. Anche il differente peso attribuito all'autorità locale o all'autorità centrale, nei diversi Istituti religiosi, determina modalità non uniformi di praticare autorità e obbedienza. Non va infine dimenticato che la tradizione della vita consacrata vede comunemente nella figura “sinodale” del Capitolo generale (o di riunioni analoghe) la suprema autorità dell'Istituto,4 alla quale tutti i membri, a cominciare dai superiori, devono fare riferimento.

A tutto ciò si deve aggiungere la constatazione che in questi anni il modo di sentire e di vivere l'autorità e l'obbedienza è mutato sia nella Chiesa che nella società. Ciò è dovuto, tra l'altro: alla presa di coscienza del valore della singola persona, con la sua vocazione e i suoi doni intellettuali, affettivi e spirituali, con la sua libertà e capacità relazionale; alla centralità della spiritualità di comunione,5 con la valorizzazione degli strumenti che aiutano a viverla; a un modo diverso e meno individualistico di concepire la missione, nella condivisione con tutti i membri del popolo di Dio, con le conseguenti forme di concreta collaborazione.

Considerando, tuttavia, alcuni elementi del presente influsso culturale, va ricordato che il desiderio della realizzazione di sé può entrare a volte in conflitto con i progetti comunitari; la ricerca del benessere personale, sia spirituale che materiale, può rendere difficoltosa la dedizione totale a servizio della missione comune; le visioni troppo soggettive del carisma e del servizio apostolico possono indebolire la collaborazione e la condivisione fraterna.

Ma non è da escludere che in taluni ambienti prevalgano problemi opposti, determinati da una visione dei rapporti sbilanciata sul versante della collettività e dell'eccessiva uniformità, con il rischio di mortificare la crescita e la responsabilità dei singoli. È un equilibrio non facile quello tra soggetto e comunità, e dunque anche tra autorità e obbedienza.

Questa Istruzione non intende entrare nel merito di tutte le problematiche sollevate dai vari elementi e dalle diverse sensibilità appena richiamate. Queste rimangono, per così dire, sullo sfondo delle riflessioni e delle indicazioni che vengono qui proposte. L'intento principale di questa Istruzione è quello di riaffermare che obbedienza e autorità, seppure praticate in molti modi, hanno sempre una relazione peculiare con il Signore Gesù, Servo obbediente. Inoltre si propone di aiutare l'autorità nel suo triplice servizio: alle singole persone chiamate a vivere la propria consacrazione (prima parte); a costruire comunità fraterne (seconda parte); a partecipare alla missione comune (terza parte).

Le considerazioni e le indicazioni che seguono si pongono in continuità con quelle dei documenti che hanno accompagnato il cammino delle vita consacrata in questi anni non facili, soprattutto le Istruzioni Potissimum institutioni 6 del 1990, La vita fraterna in comunità 7 del 1994, l'Esortazione apostolica postsinodale Vita consecrata 8 del 1996, e l'Istruzione Ripartire da Cristo 9 del 2002.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)