Bene....ritornando al Battesimo come si arrivò (oggi gli Evangelici) a negare che questo Sacramento non toglierebbe i peccati?
Abbiamo letto che Lutero, per quanto avesse manomesso una parola nel Credo, comunque credeva che il Battesimo perdonava il peccato infatti sempre lo mantenne come SACRAMENTO......e tuttavia si contraddice...
Ma allora di chi si servirono i Protestanti, specie all'inizio del XX secolo per nehgare questa verità che come avete letto è iscritta nel Credo?
Si appoggiano su alcuni SCRITTORI e quindi NON sulla Bibbia per negare questa verità.......e si appoggiano fra altri, a Kierkegaard........folosofo nato nel 1813 a Copenaghen.....Di temperamento malinconico, a causa della morte di ben 4 fratelli e della madre, era introverso e riflessivo, K. ebbe dal suo ambiente familiare un senso di maledizione incombente, e non ebbe una giovinezza spensierata.
Tuttavia, la sua fede, molto forte, si ispirò più alla drammaticità del Crocifisso che alla letizia dell'incontro cristiano. Come ricordano dei suoi studiosi gli furono da subito familiari concetti come il dolore, il peccato, il sangue. Traumatica poi fu per lui la scoperta di una colpa paterna, di cui egli non precisa gli esatti contorni. Critica il Cristianesimo intiepidito quale era vissuto dalla Chiesa luterana del suo tempo, che aveva dimenticato la portata radicale del Vangelo, il suo essere scandalo e paradosso e ne aveva fatto una comoda religione del buon senso comune, una moralità fatta di massime razionalmente condivisibili. In particolare nel 1846 va segnalata la sua polemica con Il Corsaro. L'angoscia non è una determinazione necessaria della natura, ma positiva della libertà. L'angoscia è la preistoria della libertà. Essa rivela il senso di peccato che c'è nell'uomo; è il desiderio di ciò di cui si ha paura. Alla concezione panteistica della divinità è al fatto che Cristo rappresenti il vertice dell'autocoscienza dell'uomo (Hegel) e inoltre alla concezione di Feuerbach, di Strauss e di Marx della teologia sostituita con l'antropologia (cosicché al posto di Dio è posto l'uomo) e alle negazioni della divinità di Cristo (Spinoza, Reimarius e Lessing) oppone la professione di fede nicena e vede nel dogma atanasiano dell'unione ipostatica il punto centrale del cristianesimo e la via di scampo alla disperazione.....
Perdonate la lunga premessa ma era necessaria per comprendere poi le motivazione del perchè K. negherà IL BATTESIMO QUALE PURIFICAZIONE DEL PECCATO, ricordandovi che fino ad allora questa verità di fede non era stata mai trattata in termini dottrinali di negazione......
Secondo Kierkegaard, dunque, "l'angoscia è il presupposto del peccato originale rispetto alla caduta di Adamo ed Eva come lo è per la caduta nel peccato di ogni loro discendente. Il suo soggetto è pertanto il nulla ed è pertanto questo nulla che rivela all'uomo di essere una sintesi di anima e corpo nello spirito: quando questa sintesi viene tolta con la caduta l'uomo si accorge di essere un peccatore davanti a Dio. Prima del cristianesimo l'angoscia per i greci era nel destino, mentre per i giudei nella colpa.......L'angoscia è perciò puro sentimento del possibile. Il possibile corrisponde al futuro. Per questo angoscia e futuro sono congiunti.....L'angoscia è per K. la sintesi e la spiegazione DEL PECCATO.........
A questo punto veniamo al dunque...e vi invito ad avere ancora pazienza e di leggere per comprendere meglio il tutto:
Per Kierkegaard come per il cattolicesimo, il peccato è il rifiuto dell'amicizia con Dio che si è offerto all'uomo. Tutte le leggi a cui il popolo di Israele deve obbedire hanno lo scopo di assicurare la comunione con Dio. Il peccatore è colui che non ascolta la voce del Salvatore, che agisce contro l'alleanza. In Il Concetto di Angoscia Kierkegaard parla del peccato originale e qui la sua visione non è "né cattolica né protestante. Il peccato originale viene distinto dalla concupiscenza luterana e riferito alla decisione della libertà come tale considerata però nella sfera dell'immanenza del soggetto".
1) Per i luterani l'immagine di Dio impressa nell'uomo e distrutta dal peccato rimane un tenue residuo,
2) per noi cattolici nel peccatore c'è la perdita almeno parziale dei doni soprannaturali e la permanenza della natura, anche se ferita dal peccato......
Per Lutero il peccato originale appartiene alla natura e comporta la perdita di tutte le forze e delle facoltà dell'uomo cioè la corruzione totale della natura, perché l'uomo cerca il fondamento in sé e non in Dio: così l'uomo corrotto dal peccato non è liberato né con il battesimo né con la fede. Per il filosofo l'individuo, come pensa San Tommaso, ha in sé il peccato originale (la pena del danno) e in potenziale la pena del senso (cioè i peccati personali). Ha così in effetti un rapporto soggettivo con la possibilità del peccato......
Per noi cattolici il peccato originale, come affronta il Concilio di Trento, porta alla perdita della santità e giustizia originale, ed è trasmesso per generazione (cioè da padre a figlio). Solo Cristo, ultimo Adamo, ci ha redento (Paolo Rm 5, 12-21) e tramite il battesimo ha permesso la nostra salvezza poiché la Grazia perdona il peccato originale.......
Per Kierkegaard invece, che intende correggere la dottrina di Lutero pur appoggiandolo dal momento che non crede che il battesimo lavi il peccato originale, il peccato originale è un residuo che di continuo vive dentro l'uomo, quasi divenendo una categoria ontologica della natura umana estranea alla volontà e alla libertà dell'individuo....in sostanza, finchè esiste l'uomo, nemmeno la Grazia di Cristo può eliminare la realtà del peccato, che per quanto il suo Sangue abbia perdonato, rimarrà sempre un residuo.
Fraternamente Caterina...