00 18/02/2011 13:24
Porte aperte per centomila romani
nelle mense e nei centri del Circolo San Pietro 

    Porte aperte in Vaticano per i poveri di Roma:  ogni anno centomila persone sono assistite dal Circolo di San Pietro che, da centoquaranta anni, è un concreto punto di riferimento di carità. Il Circolo fornisce, annualmente, indumenti nuovi a mille famiglie mentre sono settantamila i pasti caldi serviti ai bisognosi nelle tre mense - in via della Lungaretta, in via Mastro Giorgio e in via Adige - attive da più di un secolo.

Le case-famiglia accolgono tra i diecimila e i tredicimila ospiti. E ora saranno potenziati i due polmoni sociali e sanitari:  il centro di via Fidene - che garantisce a duemila persone consulenze gratuite di carattere psicologico giuridico - e l'hospice Sacro Cuore di via Poerio dove sono assistite centonovanta persone:  centoventi sono malati in fase terminale, sessantasei sono affetti da alzheimer e quattro da sclerosi laterale amiotrofica. Una rete di assistenza poggiata sull'azione di centocinquanta operatori, tra medici, infermieri e volontari.

    Numeri importanti, destinati a crescere. Infatti nell'assemblea del Circolo, il 24 febbraio, il presidente Leopoldo Torlonia ha annunciato anche l'apertura dell'asilo notturno di Santa Maria in Cappella oltre al potenziamento delle attività già messe in campo. Per l'assemblea dei centoquarant'anni il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, ha inviato al Circolo un messaggio di apprezzamento "per il costante impegno profuso in favore delle persone bisognose".

    Importanti riconoscimenti per il Circolo sono arrivati anche dal gran cancelliere dell'Ordine di Malta, Jean-Pierre Mazery, che ha conferito la croce dell'ordine al merito melitense, e dall'ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi, che ha consegnato la commenda dell'ordine della stella della solidarietà italiana al presidente Torlonia. Durante la cerimonia sono state consegnate ad alcuni soci le onorificenze concesse dal Papa.



(©L'Osservatore Romano - 28 febbraio 2009)

Se vuoi inviare il tuo contributo o metterti a disposizione personalmente come volontario:

Commissione Cucine Economiche
Via della Lungaretta, 91/b – Tel. 06.5800.984
Via Mastro Giorgio, 37 – Tel. 06.5780.878
Via Adige, 11 – Tel. 06.8543.098

Commissione Asili Notturni
Via Santa Maria in Cappella, 6 – Tel. 06.5818.992

Commissione Case Famiglia
Via S.Giovanni in Laterano, 79 – Tel. 06.7045.0454 – 06.7000.916
Via della Lungaretta, 92 – Tel. 06.5806.005

Commissione Guardaroba

Commissione per la Carità del Papa
Le offerte possono essere inviate al Circolo S. Pietro -
Obolo - sul c.c.p. n. 49796006.



Commissione Culto e Attività Religiose
Commissione per gli Aiuti Internazionali


Commissione Circolo
Sezione Servizi d’Onore
Sezione Stampa e Bollettino
AVC S. Pietro
Piazza S.Calisto, 16 – Tel. 06.6988.7264
Centro Polifunzionale Diurno
Via Fidene, 30 – Tel. 06.7092.370

E-mail:

Sede:
circolosanpietro@cspietro.va
Presidente: presidente@cspietro.va
Segretario: segretario@cspietro.va
Tesoriere: tesoriere@cspietro.va
Economo: economo@cspietro.va
Webmaster: webmaster@circolosanpietro.org

http://www.circolosanpietro.org/index.html

 









Nella Città del Vaticano (i dati sono del 2009) lavorano 2762 persone, di cui 766 ecclesiastici, 344 religiosi (261 uomini e 83 donne) e 1652 laici (1201 uomini e 451 donne).




http://www.vatican.va/roman_curia/secretariat_state/obolo_spietro/documents/index_it.htm

L’Obolo di San Pietro oggi

Nel primo anno del suo pontificato, Benedetto XVI ha voluto sottolineare il particolare significato dell’Obolo:

“L’‘obolo di San Pietro’ è l’espressione più tipica della partecipazione di tutti i fedeli alle iniziative di bene del Vescovo di Roma nei confronti della Chiesa universale. E’ un gesto che ha valore non soltanto pratico, ma anche fortemente simbolico, come segno di comunione col Papa e di attenzione alle necessità dei fratelli; e per questo il vostro servizio possiede un valore squisitamente ecclesiale” (Discorso ai Soci del Circolo di San Pietro, 25 febbraio 2006).

            Il valore ecclesiale di questo gesto appare considerando come le iniziative di bene sono connaturali alla Chiesa, come il Papa ha indicato nella sua prima Enciclica Deus caritas est (25 dicembre 2005):

“La Chiesa non può mai essere dispensata dall’esercizio della carità come attività organizzata dei credenti e, d’altra parte, non ci sarà mai una situazione in cui non occorra la carità di ciascun singolo cristiano, perché l’uomo, al di là della giustizia, ha e avrà sempre bisogno dell’amore” (n. 29).

            Si tratta di un aiuto che è sempre animato dall’amore che viene da Dio:

“E’ perciò molto importante che l’attività caritativa della Chiesa mantenga tutto il suo splendore e non si dissolva nella comune organizzazione assistenziale, diventandone una semplice variante”(…) “Il programma del cristiano – il programma del buon Samaritano, il programma di Gesù – è ‘un cuore che vede’. Questo cuore vede dove c’è bisogno di amore e agisce in modo conseguente” (ibidem, n. 31).

*  *  *

            Attenzione per l’Obolo come forma del sostegno dei credenti al ministero dei successori di San Pietro al servizio della Chiesa universale era già stata espressa dai Pontefici precedenti. Così, ad esempio, si era espresso Giovanni Paolo II:

 “Vi sono note le crescenti necessità dell’apostolato, i bisogni delle Comunità ecclesiali specialmente in terra di missione, le richieste di aiuto che giungono da popolazioni, individui e famiglie che versano in condizioni precarie. Tanti attendono dalla Sede Apostolica un sostegno che spesso non riescono a trovare altrove.
In quest’ottica, l’Obolo costituisce una vera e propria partecipazione all’azione evangelizzatrice, specialmente se si considerano il senso e l’importanza di condividere concretamente le sollecitudini della Chiesa universale”
(
Giovanni Paolo II al Circolo San Pietro, 28 febbraio 2003). 

            Le offerte dei fedeli al Santo Padre sono destinate alle opere ecclesiali, alle iniziative umanitarie e di promozione sociale, come anche al sostentamento delle attività della Santa Sede. Il Papa, come Pastore di tutta la Chiesa, si preoccupa anche delle necessità materiali di diocesi povere, istituti religiosi e fedeli in gravi difficoltà (poveri, bambini, anziani, emarginati, vittime di guerre e disastri naturali; aiuti particolari a Vescovi o Diocesi in necessità, educazione cattolica, aiuto a profughi e migranti, ecc.).

            Il criterio generale che ispira la pratica dell’Obolo si richiama alla Chiesa primitiva:

 “La base primaria per il sostegno della Sede Apostolica dev’essere costituita dalle offerte date spontaneamente dai cattolici di tutto il mondo, ed eventualmente anche da altre persone di buona volontà. Questo corrisponde alla tradizione che ha le sue origini nel Vangelo (Lc 10,7) e negli insegnamenti degli Apostoli (1 Cor 9,11)”  (Lettera di Giovanni Paolo II al Cardinale Segretario di Stato, 20 novembre 1982).




 



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Per ulteriori informazioni:

Ufficio Obolo di San Pietro
tel.:
06.6988.4851; fax.: 06.6988.3954
e-mail:
obolo.sp@segstat.va












[Modificato da Caterina63 31/03/2012 17:48]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)