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Il Concilio di Firenze

Tra qualche giorno ricorrerà una data significativa per la storia della Chiesa: ben 580 anni fa, il 23 luglio 1431, infatti, si apriva il Concilio di Basilea-Ferrara-Firenze (così denominato per le tre sedi in cui si tennero i lavori conciliari).

Convocato inizialmente da papa Martino V nel 1431 (poco prima della morte), ebbe un difficile inizio di lavori a Basilea, a causa della volontà di alcuni Padri di introdurre nella Chiesa l’erronea dottrina del conciliarismo (per la quale il Concilio è superiore al Papa). Per questa ragione il successore di papa Colonna, Eugenio IV, decise di trasferire la sede dei lavori conciliari a Ferrara (anno 1438). Mentre i Padri ortodossi si spostavano in Italia, gli altri rimasero a Basilea e lì diedero vita ad un piccolo scisma, che avrebbe afflitto per qualche tempo la Chiesa. A Ferrara, intanto, si tennero importanti colloqui con diversi rappresentanti orientali (tra i quali spiccavano l’imperatore bizantino Giovanni VIII Paleologo e il noto erudito – poi cardinale – Bessarione) in vista di una ricomposizione dello scisma d’Oriente, che perdurava da quasi 4 secoli (anno 1054).

Dopo un nuovo trasferimento dei lavori a Firenze (1439), si giunse ad un accordo per il ritorno nella Chiesa degli orientali (gli ultimi documenti vennero prodotti nel 1445): purtroppo tutto ciò rimase alquanto aleatorio e la ricomposizione finì coll’essere in parte effimera, anche se diverse comunità decisero di ritornare nella Chiesa Cattolica. Il Concilio, nei decreti per la riunificazione, ribadì importanti verità della fede cattolica (ad esempio, per quanto concerne i Sacramenti).


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)