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DIFENDERE LA VERA FEDE

La follia della comunità anglicana che limita il potere delle donne vescovo non eliminando il problema

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    Caterina63
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    00 12/10/2009 21:04
    ....di corbellerie se ne sentono a pacchi, ma questa le supera tutte...
    la Chiesa anglicana pur di NON ammettere e di non riconoscere di aver sbagliato a dare il via alle donne sacerdote e pure vescovi....invece di fare un passo indietro, con tutta umiltà, ribadisce il si alle ordinazioni MA CON UN COMPROMESSO....DEI LIMITI....
    MA I FEDELI ANGLICANI NON CI STANNO....E FEDELI ALLA TRADIZIONE NON VOGLIONO LE DONNE VESCOVO....

    Nuove proposte del Revision Committee della Chiesa d'Inghilterra

    Il dibattito tra gli anglicani
    sui poteri delle donne vescovo


    Londra, 12. Se in futuro nella Chiesa d'Inghilterra alcune donne dovessero essere ordinate vescovo, a esse potrebbero essere concessi poteri limitati:  questa la proposta adottata nei giorni scorsi dal Revision Committee del Sinodo generale della Chiesa d'Inghilterra nel corso del dibattito sulle possibili ordinazioni episcopali di donne che sono attualmente membri del clero.
    Un portavoce del Revision Committee ha dichiarato che nel corso dell'ultima riunione di questo organismo esponenti tradizionalisti hanno posto il caso di numerose parrocchie di diocesi inglesi dove le comunità dei fedeli sono contrarie, per via del rispetto verso la tradizione, ad accogliere una donna in qualità di vescovo

    Il portavoce ha quindi reso noto che i membri del Revision Committee hanno proposto la possibilità che dove ci siano parrocchie che non riconoscono le donne vescovo e vogliono cercare un altro vescovo, i doveri e le responsabilità del vescovo (donna) verso quelle parrocchie vengono automaticamente ridotti. Il portavoce ha aggiunto che in questi casi alcuni poteri della carica vescovile andranno a un vescovo uomo.

    Le proposte adottate dal Revision Committee dovranno essere accettate o respinte dai gruppi regionali della Chiesa d'Inghilterra (Church of England) prima di essere sottoposte al Sinodo generale. In questa sede, le proposte verranno esaminate dal Consiglio dei vescovi, da quello del clero e da quello dei laici. Per la loro approvazione, è prevista una maggioranza di due terzi dei membri. Solo dopo l'approvazione da parte del Sinodo generale, le proposte del Revision Committee verranno inviate al Parlamento di Westminster per diventare legge se verranno votate dalla maggioranza semplice dei rappresentanti.

    Da quando, nel 1994, la Chiesa d'Inghilterra decise di permettere l'ordinazione di pastori donna, è cresciuto il numero dei fedeli che non accettano questo tipo di violazione alla tradizione religiosa. Gli "anglo-catholics" sono gli appartenenti alla Chiesa d'Inghilterra che più fondano le loro motivazioni su quanto è contenuto nell'Antico e Nuovo Testamento e sulla tradizione della Chiesa di Roma, delle Chiese ortodosse e della stessa Chiesa d'Inghilterra sino in tempi recenti.

    È dal 1949 in poi che i fedeli delle confessioni protestanti negli Stati Uniti, in Canada e in Australia hanno accettato l'ordinazione di pastori donna ma la maggioranza dei settantasette milioni di fedeli della Comunione anglicana rimane fedele alla tradizione.

    Le decisioni prese lo scorso luglio dagli episcopaliani degli Stati Uniti, nel corso della loro Assemblea generale ad Anaheim in California, hanno provocato sconcerto anche nella maggioranza dei fedeli anglicani. Nel corso di quell'Assemblea vennero approvate due mozioni: 
    - la prima per l'approntamento di una nuova liturgia per i matrimoni tra persone dello stesso sesso;
    - la seconda, per procedere alla nomina episcopale di membri del clero maschile e femminile pur conviventi con persone dello stesso sesso.
     
    Il primate della Comunione anglicana, l'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, ha più volte condannato in modo inequivocabile le decisioni degli episcopaliani degli Stati Uniti e ha preso atto che quanto da loro è stato stabilito nell'Assemblea generale li pone su un "cammino separato" dal resto dei fedeli anglicani. La proposta avanzata dal Revision Committee ha suscitato commenti contrastanti tra gli esponenti dei vari orientamenti. Ruth McCurry, che rappresenta un gruppo di fedeli favorevoli all'ordinazione delle donne vescovo, ha accusato i membri del Revision Committee di volere creare una "divisione interna con una Chiesa dove vi sono vescovi di seconda classe".
    Al contrario, Paul Dawson, esponente del gruppo evangelico "Reform", ha  accolto  con  favore  le  raccomandazioni  espresse  dai  membri del Revision Committee. "Credo che questa raccomandazione - ha affermato il leader religioso - sia capace di evitare ulteriori divisioni e rafforzare l'unita dei fedeli della Chiesa d'Inghilterra".

    (l'unità a che cosa?????????
    - la prima per l'approntamento di una nuova liturgia per i matrimoni tra persone dello stesso sesso;
    - la seconda, per procedere alla nomina episcopale di membri del clero maschile e femminile pur conviventi con persone dello stesso sesso.
    complimenti!! - nota mia)


    (©L'Osservatore Romano - 12-13 ottobre 2009)

    Vi rammento questo thread per comprendere che NON è in potere della Chiesa MODIFICARE LE NOMINE DEI SACERDOTI VOLUTE DA GESU' CRISTO SOLO PER IL RAMO MASCHILE...

    L'ordinazione alle Donne non è possibile ne oggi ne mai (Documentazione ufficiale)


    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    Caterina63
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    00 22/12/2009 18:45
    L'arcivescovo di Canterbury ha presentato l'Anglican Communion Covenant

    Un nuovo accordo fra gli anglicani
    per superare le divisioni



    Canterbury, 22. In un messaggio video diffuso in rete giovedì, l'arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione anglicana, Rowan Williams, ha annunciato ai fedeli la pubblicazione della versione finale del documento Anglican Communion Covenant. Nel suo messaggio, l'arcivescovo Williams ha sottolineato che l'elaborazione del documento ha richiesto diversi anni e che solo ora si è proceduto al suo invio a tutte le province della Comunione affinché gli organismi dirigenti possano avviare i processi decisionali per stabilire se adottarlo o meno.
     
    Il primate ha spiegato che è importante che si centri l'attenzione sui punti sostanziali affrontati nel documento e sui traguardi che si vogliono conseguire. Per Williams è necessario che i vescovi anglicani dicano apertamente ai loro fedeli che la Anglican Communion Covenant non si propone come uno strumento per condannare chi non è d'accordo.

    In sostanza, il documento affronta i problemi principali che recentemente hanno causato controversie tra gli anglicani che si richiamano alla lunga tradizione religiosa e quanti invece hanno voluto introdurre innovazioni che hanno avuto effetti non positivi sulla Comunione. Per aderire alla Anglican Communion Covenant è necessario che i rappresentanti delle province si impegnino a non intraprendere iniziative che possano dividere i fedeli.


    Tra queste, sono citate le iniziative proselitiste di religiosi di alcune province in altri Paesi senza un accordo preventivo, l'ordinazione di sacerdoti dichiaratamente omosessuali, l'approntamento di una liturgia e la benedizione di matrimoni tra persone dello stesso sesso. Nella Anglican Communion Covenant viene previsto un organismo, lo Standing Committee, incaricato di risolvere le dispute e di sospendere l'adesione delle province che dovessero violare regole già stabilite. Ai gruppi esterni di fedeli protestanti viene concesso di aderire alla Covenant ma l'ingresso nella Comunione Anglicana non è garantito.

    Nel messaggio video, l'arcivescovo Williams ha ammesso che "nella famiglia anglicana le relazioni tra diverse comunità sono state tese negli anni recenti. Non abbiamo imparato a credere l'uno nell'altro come, forse, avremmo dovuto". Il primate ha poi sottolineato che "l'ultima parte del documento è suscettibile di causare controversie perché riguarda quello che potrebbe accadere se le relazioni con qualcuna delle province dovessero essere sospese". Williams ha assicurato che non sono previste condanne ma modi per discernere la natura del disaccordo e del suo potere di generare divisioni.

    Tra i primi commenti al messaggio del primate e al testo del documento, vi è stato quello del reverendo John Howe, vescovo evangelico della Florida centrale. Il religioso ha sottolineato che l'ultima parte del documento prevede la possibilità che ogni membro di ciascuna provincia sia libero di scegliere se aderirvi o meno secondo il modello del "doppio binario". Questo porterebbe a distinguere le province della Comunione anglicana tra quelle la cui maggioranza dei membri sceglieranno la piena adesione all'intero testo e quelle in cui, invece, la maggioranza respingerà la parte conclusiva. Per il vescovo Howe, l'opzione consentirà di conservare una formale unità anche con gli episcopaliani che hanno ormai scelto di procedere all'ordinazione di pastori omosessuali e alla benedizione di matrimoni tra persone dello stesso sesso.


    (©L'Osservatore Romano - 23 dicembre 2009)

    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    00 10/02/2010 20:44
    L'intervento al sinodo di Londra del primate Rowan Williams
    Le diverse realtà della Comunione anglicana

    Londra, 10. Riflessioni sui maggiori problemi che attualmente impegnano la Chiesa d'Inghilterra verso il Governo e verso la società di questo Paese e una panoramica sui temi che oggi provocano profonde divisioni nella Comunione anglicana: questi i punti che hanno caratterizzato l'intervento di ieri dell'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, davanti ai religiosi riuniti a Londra per l'assemblea plenaria del sinodo della Chiesa d'Inghilterra.

    Il discorso dell'arcivescovo di Canterbury era molto atteso da quanti desideravano ricevere un segnale del suo orientamento nei confronti delle correnti tradizionaliste della Chiesa d'Inghilterra che non ritengono di poter accettare la consacrazione di donne vescovo perché contraria alle Sacre Scritture e all'insegnamento della tradizione cristiana. Il primate Williams ha avvisato i suoi ascoltatori che le lotte interne sul problema delle donne vescovo e dei religiosi omosessuali possono sfociare in divisioni permanenti. "Ritengo possibile - ha sottolineato l'arcivescovo - che si crei una situazione in cui ci siano diversi livelli di relazioni tra coloro che si proclamano Anglicani. Questo è quel che non voglio e che neppure desidero, ma nutro il sospetto che senza un maggiore cambiamento dei nostri cuori possa divenire il modo inevitabile per limitare i danni che procuriamo a noi stessi".

    All'inizio del suo intervento, Williams ha affrontato i problemi che l'Equality Bill, in discussione al Parlamento di Londra, può causare alla organizzazioni religiose. Per il primate, questo progetto legislativo che vorrebbe eliminare ogni discriminazione sui luoghi di lavoro rischia di passare il confine tra ciò che può essere una legittima decisione da parte del Governo e quello che invece può divenire una minaccia per la libertà dei cittadini.

    Il tema dell'assistenza al suicidio, che nei mesi trascorsi ha suscitato forti contrasti, ha tuttavia unito cattolici e anglicani sul fronte comune della difesa della vita. Il tema è stato affrontato da Williams nel secondo punto del suo intervento. Il primate ha ribadito che "il diritto di una persona di decidere, nel pieno della sua coscienza, l'uso di uno strumento legislativo che possa assicurargli l'assistenza al suicidio comporta il rischio che altre persone, non nelle stesse ideali condizioni, possano essere manipolate, forzate o, semplicemente, rese depresse". Ovviamente il suicidio - ha sottolineato - non può comunque essere accettato dai fedeli.

    Un altro punto toccato da Williams è stato quello della "visione tridimensionale" della realtà intorno a ciascuno di noi. "Guardando qualcosa in modo tridimensionale - ha notato l'arcivescovo - ci si accorge che non è possibile osservare il tutto contemporaneamente". Partendo da questa constatazione, Williams ha spronato i membri del sinodo a guardare le diverse realtà religiose della Comunione anglicana in modo più completo, tenendo conto che esse sono influenzate e condizionate da diverse situazioni.

    L'arcivescovo ha quindi ricordato le esperienze da lui vissute nel corso delle visite a vescovi e parrocchie delle 47 province della Comunione per fornire esempi di come in essa vi siano esigenze religiose in forte contrasto. Ricordando la sua visita agli episcopaliani statunitensi, il primate anglicano aveva constatato come, per questo gruppo, il problema del riconoscimento del diritto degli omosessuali a esercitare il ministero religioso fosse al centro del dibattito. Al contrario, nel corso della sua visita alle comunità anglicane della Malaysia, Williams aveva accertato che i fedeli di questo Paese, in stretto contatto con le comunità musulmane, respingono totalmente il tema dell'omosessualità ritenendolo immorale.

    Recentemente, in Africa, Williams ha constatato che molte comunità anglicane di diversi Paesi del continente appoggiano pienamente legislazioni con carattere apertamente anti-omosessuale. Nell'esposizione delle sue esperienze in diversi Paesi, Williams non ha dimenticato anche di ricordare il coraggio dei pastori donna che si battono in difesa dei più emarginati. Ha citato la parrocchia di St. Ann nel South Bronx a New York dove la responsabile ha avviato corsi post-scolastici per i bambini delle famiglie più povere. Ha anche ricordato una parrocchia di New Orleans, visitata un paio di anni addietro, dove i fedeli episcopaliani hanno costruito con i loro mezzi l'edificio della chiesa per soddisfare il bisogno d'amore per Dio.

    Al termine dell'intervento, Williams ha invitato i membri del sinodo e tutti i fedeli anglicani a rivolgersi in preghiera a Dio, il solo in grado di illuminare i fedeli con il suo amore e chiarire i tanti aspetti del mondo tridimensionale per mezzo della fede.

    Nella giornata di oggi, i membri del sinodo si stanno occupando, tra gli altri temi, dei rapporti tra la Chiesa d'Inghilterra e l'Anglican Church in North America, costituitasi dopo che molti fedeli episcopaliani hanno dissentito dalla decisione presa lo scorso anno durante l'assemblea generale in California di nominare vescovi religiosi e religiose che hanno unioni con persone omosessuali.



    (©L'Osservatore Romano - 11 febbraio 2010)


    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    00 12/04/2010 12:42
    ANGLICANI E PEDOFILIA: quando si vuol togliere le pagliuzze e non ci si accorge delle travi (se i non cattolici iniziassero a leggere il vangelo...)

    di Massimo Introvigne

    Quattrocento bambini molestati, un’intera zona infestata da ministri di culto pedofili che i superiori per quarant’anni si limitano a trasferire da una parrocchia all’altra, ostacolando in ogni modo le indagini della polizia. Una commissione d’inchiesta, condanne, scuse pubbliche che secondo le vittime non possono bastare, un vescovo che si dimette. L’ennesimo episodio di pedofilia nella Chiesa Cattolica? Niente affatto: si tratta dello scandalo dei pastori pedofili nella Chiesa Anglicana dell’Australia del Nord, scoperto nel 2003.

    La Comunione Anglicana fin dagli anni 1980 è stata devastata da alcuni dei più clamorosi scandali di abusi di minori e di pedofilia dell’intero mondo anglosassone. Nel giorno di venerdì santo del 2002 William Persell, vescovo di Chicago della Chiesa Episcopaliana – la branca statunitense della Comunione Anglicana – dichiarava in un sermone: “Saremmo ingenui e disonesti se dicessimo che quello della pedofilia è un problema della Chiesa Cattolica e non ha nulla a che fare con noi anglicani perché abbiamo preti sposati e donne prete. Non è così”.

    Per questo i commenti dell’arcivescovo di Canterbury e responsabile mondiale della Comunione Anglicana, Rowan Williams, che il 3 aprile ha scatenato un attacco senza precedenti contro la Chiesa Cattolica, unendo la sua voce all’assalto di una lobby internazionale contro Benedetto XVI, sono apparsi a molti specialisti di abusi compiuti da religiosi come un pesce d’aprile di cattivo gusto e in ritardo di due giorni.
     
    Ma come? Il capo di una comunità dove gli abusi sono iniziati addirittura nel XIX secolo e continuano ampiamente ancora oggi si permette di attaccare il Papa? Non conosce forse la pagina del Vangelo sulla pagliuzza e sulla trave?


    Statisticamente, Williams – che contrappone i protestanti ai cattolici – non potrebbe avere più torto. Secondo il sociologo Philip Jenkins, uno dei maggiori studiosi mondiali della questione degli abusi pedofili, il tasso di sacerdoti condannati per abusi su minori a seconda delle aree geografiche varia dallo 0,2 all’1,7% del totale, mentre per i ministri protestanti va dal 2 al 3%. Un rapporto del 2002 di un’agenzia protestante americana, Christian Ministry Resources, concludeva che “i cattolici ricevono tutta l’attenzione nei media, ma il problema è maggiore nelle Chiese protestanti” dove le accuse (certo da non confondersi con le condanne) negli Stati Uniti erano arrivate al bel numero di settanta alla settimana. Nella sole congregazioni della Comunione Anglicana i siti specializzati riportano centinaia di casi.

    Questo dimostra, fra l’altro, che il celibato non c’entra: la maggior parte dei pastori protestanti in genere e anglicani in specie è sposata. Nel 2002 in Australia il pastore anglicano Robert Ellmore, sposato, fu condannato per avere abusato di numerosi bambini, fra cui la sua nipotina di cinque anni.

    Un pastore episcopaliano di Tucson, in Arizona, Stephen P. Apthorp, nel 1992 era stato condannato per avere violentato 830 volte la figliastra, inducendola a tentare il suicidio, a partire da quando aveva dieci anni.
     
    In Australia nel 1995 la Chiesa Anglicana aveva deciso di occuparsi del problema costituendo un “Comitato della Chiesa sugli abusi sessuali”. Uno dei membri più noti del comitato era il canonico anglicano Ross Leslie McAuley. Quando lo nominarono, i vertici della Chiesa Anglicana sapevano già che era sotto inchiesta per diversi casi di abusi omosessuali. Più tardi sarebbe stato descritto dai suoi stessi superiori come “un predatore sessuale”.

    Il 12 marzo 2009 in Australia un ex responsabile della Church of England Boys Society è stato condannato a diciotto anni di carcere per una lunga catena di abusi sui bambini. E le condanne continuano.

    Sarebbe sbagliato qualunque atteggiamento del tipo “mal comune, mezzo gaudio”, né certamente la Chiesa Cattolica intende assumerlo. Al contrario, il Papa è impegnato a denunciare – come ha scritto nella “Lettera ai cattolici dell’Irlanda” – “la vergogna e il disonore” dei preti pedofili. Ma il capo anglicano Rowan Williams – che mantiene aperto il sacerdozio e l’episcopato agli omosessuali e ha auspicato l’introduzione in Gran Bretagna della legge islamica, la shari’a, per i musulmani – dovrebbe smetterla con il patetico tentativo di usare la questione della pedofilia per frenare la massiccia emorragia di anglicani che tornano alla Chiesa di Roma disgustati dalla sua gestione, lasciare al Papa il suo lavoro e occuparsi semmai di fare pulizia in casa sua.

    Massimo Introvigne

    Fonte: Cesnur, 4 aprile 2010




    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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