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1 Giovanni 5:20, Chi è “il vero Dio? Gesù o Geova? Ho capito come si arriva alla verità

Ultimo Aggiornamento: 03/03/2023 22:23
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23/01/2023 23:11
 
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Coloro che credono nella dottrina della Trinità sostengono che in 1 Giovanni 5:20 viene descritto Gesù Cristo come "il vero Dio e la vita eterna".
In un primo momento, leggendo il versetto, si potrebbe pensare che abbiano ragione. Ma poi, con un pò di ragionamento e di studio, ho capito come si arriva alla verità ed ora lo spiego a beneficio di chi vorrà leggermi.
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Dunque vediamo che 1 Giovanni 5:20, si legge in parte nella versione della CEI: "E noi siamo nel vero Dio e nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna".
La nostra traduzione dice: “Noi siamo uniti al Vero, per mezzo del Figlio suo Gesù Cristo. Questi è il vero Dio e la vita eterna”.
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Per arrivare alla VERITA' bisogna seguire almeno due vie di studio:
1 A chi si riferisce il pronome dimostrativo “questi”?
2 Quale interpretazione è in armonia con il resto delle Scritture?
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Coloro che credono nella dottrina della Trinità sostengono che il pronome dimostrativo “questi” (hoùtos) si riferisce al sostantivo che lo precede immediatamente, Gesù Cristo, che, essi asseriscono, sarebbe quindi “il vero Dio e la vita eterna”. Questa interpretazione è in contrasto con tutto il resto delle Scritture.
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Prima di vedere la filologia più giusta da applicare al pronome dimostrativo “questi”, vediamo come Gesù Cristo viene descritto nel resto delle Scritture.

1) Lo stesso Gesù disse: “Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. — Giovanni 17:3.
2) L’apostolo Giovanni, scrisse che il “Vero” è Geova, il Padre di Gesù Cristo. È Lui il solo vero Dio, il Creatore, come riconobbe anche l’apostolo Paolo: “C’è per noi un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose”. (1 Corinti 8:6; Isaia 42:8)
3) Geova è il “Vero” a cui si fa riferimento in 1 Giovanni 5:20 anche perché è la Fonte della verità. Il salmista chiamò Geova “Dio di verità”, perché è fedele in tutto ciò che fa e perché non può mentire. (Salmo 31:5; Esodo 34:6; Tito 1:2)
4) Riferendosi al Padre celeste, il Figlio disse: “La tua parola è verità”. E circa il proprio insegnamento dichiarò: “Ciò che io insegno non è mio, ma appartiene a colui che mi ha mandato”. Giovanni 7:16; 17:17.
5) Geova è anche “la vita eterna”. È la Fonte della vita, Colui che la elargisce come dono immeritato mediante Cristo. (Salmo 36:9; Romani 6:23)
6) Dio ricompensò suo Figlio risuscitandolo dai morti e darà il premio della vita eterna a chi lo serve con tutto il cuore. — Atti 26:23; 2 Corinti 1:9.
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VEDIAMO ORA la filologia più giusta da applicare al pronome dimostrativo “questi”.

=Molti autorevoli studiosi non accettano il punto di vista trinitario. Brooke F. Westcott, studioso della Cambridge University, scrisse: “Il riferimento più ovvio [del pronome hoùtos] è non al nome più vicino, ma a quello più importante nella mente dell’apostolo”. Pertanto l’apostolo Giovanni aveva in mente il Padre di Gesù.
=Il teologo tedesco Erich Haupt scrisse: “Va stabilito se [l’hoùtos] della frase successiva si riferisce al nome immediatamente precedente . . . o a Dio, più distante e antecedente. . . . Un rimando all’unico vero Dio sembra più pertinente all’avvertimento finale contro gli idoli rispetto ad una dimostrazione della divinità di Cristo”.
=Anche un testo di filologia neotestamentaria afferma: “[Hoùtos]: in quanto punto culminante dei [versetti]18-20 il [riferimento] è quasi certamente a Dio il reale, il vero, [in opposizione] al paganesimo (versetto 21)”.
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Alcuni casi in cui "hoùtos" non si riferisce al nome immediatamente precedente nella frase, ACCETTATI ANCHE DAI TRINITARI
Vi sono numerosi casi in cui "hoùtos" non si riferisce al nome immediatamente precedente nella frase. Altre scritture illustrano la questione.
=In 2 Giovanni 7 lo stesso apostolo e scrittore della prima lettera dichiarò: “Sono usciti molti ingannatori, persone che non confessano Gesù Cristo venuto nella carne. Questi [hoùtos] è l’ingannatore e l’anticristo”. Qui il pronome non può riferirsi a Gesù, l’antecedente più vicino. Ovviamente “questi” si riferisce a coloro che negavano Gesù. Essi sono collettivamente “l’ingannatore e l’anticristo”.
=Nel suo Vangelo l’apostolo Giovanni scrisse: “Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno dei due che avevano udito ciò che aveva detto Giovanni e avevano seguito Gesù. Prima questi [hoùtos] trovò il proprio fratello, Simone”. (Giovanni 1:40, 41) È evidente che “questi” non si riferisce all’ultima persona menzionata, ma ad Andrea. In 1 Giovanni 2:22 l’apostolo usò questo pronome in modo analogo.
=Luca ne fece un uso simile, come si legge in Atti 4:10, 11: “Nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi metteste al palo ma che Dio ha destato dai morti, mediante lui quest’uomo sta sano qui davanti a voi. Questa [hoùtos] è ‘la pietra, che è stata da voi edificatori considerata di nessun conto, la quale è divenuta la testa dell’angolo’”. È chiaro che il pronome “questa” deve riferirsi non all’uomo guarito, sebbene nella narrazione preceda immediatamente hoùtos, ma a Gesù Cristo il Nazareno, che è la “pietra angolare” su cui fu fondata la congregazione cristiana. — Efesini 2:20; 1 Pietro 2:4-8.
= Anche Atti 7:18, 19 illustra il punto: “Sorse sull’Egitto un re diverso, che non conosceva Giuseppe. Questi [hoùtos] usò astuzia di governo contro la nostra razza”. “Questi”, colui che oppresse gli ebrei, non era Giuseppe, ma il faraone, il re dell’Egitto.
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Tali brani confermano l’osservazione fatta dal grecista Daniel Wallace, per il quale, nel caso dei dimostrativi greci, “ciò che può essere l’antecedente più vicino dal punto di vista del contesto può non essere l’antecedente più vicino nella mente dell’autore”.
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A quale conclusione sono dunque pervenuto?
Che Geova, e nessun altro, è “il vero Dio e la vita eterna”. Lui solo è degno di ricevere esclusiva adorazione da parte delle sue creature. — Rivelazione o Apocalisse 4:11.
E quali passi ho fatto per giungere a questa conclusione?
Oltre a studiare la filologia neotestamentaria, l'interpretazione deve essere sempre in armonia con il resto delle Scritture.
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