Il nostro grido a Dio per la pace Sulla strada di Assisi
Verso il 24 gennaio FRANCIS Card. ARINZE Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso Il 24 gennaio 2002 vedrà i rappresentanti delle religioni del mondo in cammino verso Assisi. Essi vengono dietro invito del Santo Padre. Vengono per pregare. Sono consapevoli delle tensioni della scena internazionale. Vi sono eventi che turbato. Ci sono preoccupazioni. Le cose potrebbero andare meglio. Ma potrebbero anche peggiorare. L'umanità ha bisogno di pace. San Francesco d'Assisi attrae le persone di molte religioni perché è stato fratello di ciascuno, perché ha amato ognuno, perché ha avuto un cuore aperto verso tutti. I rappresentanti di varie religioni sono in pellegrinaggio verso Assisi per domandare a Dio nella preghiera il dono della pace.
1. Armonia dalla pluralità religiosa e culturale La società umana nel mondo sta sempre più divenendo pluralista dal punto di vista culturale e religioso. La relativa facilità dei moderni mezzi di comunicazione e di trasporto ne è stata un fattore. Così la realtà della crescente interdipendenza dei popoli in ambito economico, culturale, sociale e educativo.v
Questa pluralità è un fatto. La gente deve imparare ad accettarla. Devono continuare gli sforzi positivi per promuovere una migliore comprensione reciproca ed una maggiore collaborazione fra popoli di differenti background religiosi o culturali. Le culture e le religioni possono scontrarsi. Ma non è necessario che si scontrino. Un tale scontro si deve evitare. Quindi l'umanità deve andare oltre evitando uno scontro e promuovendo armonia e collaborazione.
Vi sono molte sfide e compiti che richiedono la collaborazione delle persone provenienti da diversi background. Ne sono esempi una maggiore giustizia nella società, la riduzione del divario fra ricchi e poveri, la promozione della pace, la prevenzione della guerra, l'uso dei beni terreni, e le problematiche ecologiche.
Papa Giovanni Paolo II invita i rappresentanti delle varie religioni ad Assisi con questa convinzione della necessità di collaborazione. Aveva già affermato nel 1991: "Sono convinto che le varie religioni, ora e nel futuro, abbiano un ruolo permanente nel preservare la pace e nel costruire una società degna dell'uomo" (Centesimus annus, 60). Dieci anni dopo, egli ripete la medesima convinzione alla chiusura delle celebrazioni del Grande Giubileo: "Nella condizione di più spiccato pluralismo culturale e religioso, quale si va prospettando nella società del nuovo millennio, tale dialogo è importante anche per mettere un sicuro presupposto di pace e allontanare lo spettro funesto delle guerre di religione che hanno rigato di sangue tanti periodi nella storia dell'umanità" (Novo Millennio Ineunte, 55).
2. La religione insegna l'amore, non la violenzaOgni religione degna di questo nome insegna l'amore per il prossimo. È vero che la dimensione primaria della religione è verticale: attenzione a Dio il Creatore che deve essere adorato, lodato e ringraziato. Ma la dimensione orizzontale della religione viene subito dopo: accettare e rispettare le altre persone.v
L'amore per il prossimo, che il cristianesimo professa come la regola d'oro della condotta morale (cfr Mt 7, 12 "Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti"), fa anche parte del patrimonio dottrinale di altre grandi religioni del mondo. Cito qui le massime di sei di loro:
Induismo: Questa è la somma del dovere: non fare agli altri ciò che ti causa dolore se fatto a te. - Mahabharata, 5.15.17
Buddhismo: Non ferire gli altri in maniera che tu non debba ritrovarti ferito: - Udanavarga 5, 18
Confucianesimo: È il massimo dell'amabile benevolenza (jin): "Non fare agli altri ciò che non vorresti che essi facessero verso di te". - Analects - (Rongo) 15, 23
Ebraismo: Ciò che per te è odioso non farlo al tuo compagno. Questa è l'intera Legge; tutto il resto è un commentario. - Talmud, Shabbat 31a
Islam: Nessuno di voi è un credente finché non ama suo fratello come ama se stesso. - Le 42 tradizioni di An-Nawawi.
Religione tradizionale africana: Ciò che dai (o fai) agli altri, questo ti sarà dato (o fatto) a te. - Proverbio rwandese.
Dio è il Dio dell'amore e non dell'odio; il Dio della vita e non della morte, il Dio della pace e non della guerra. "Il nome dell'unico Dio deve diventare sempre di più, qual è, un nome di pace e un imperativo di pace" dice Giovanni Paolo II (Novo Millennio ineunte, 55). Coloro che suscitano conflitti, odio, violenza e terrorismo devono sapere che nella misura in cui lo fanno, in quella misura non sono buoni membri di nessuna religione. La violenza in nome di Dio o della religione è una contraddizione, come disse anche il Santo Padre durante la VI Assemblea Generale del World Conference on Religion and Peace il 3 novembre 1994 (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVII, 2 (1994) p. 597-601). L'incontro di Assisi del 24 gennaio 2002 dice No alle guerre di religione e a tutti gli atti violenti o terroristici specialmente quando sono perpetrati in nome della religione. Allo stesso tempo persone di molte religioni implicitamente difendono il rispetto per il fondamentale diritto umano alla libertà religiosa e perché cessino tutte le persecuzioni e discriminazioni contro le persone a causa della loro appartenenza religiosa.
3. La via della paceLa strada di Assisi è anche una via di pace. È meglio per l'umanità se i seguaci delle varie religioni sono convinti che è necessario per loro viaggiare insieme su quella strada che condurrà alla pace.v
Questa strada è segnata dall'accettare la realtà dell'interdipendenza fra i popoli quando è liberamente accolta e generosamente vissuta. Allora si genera la virtù morale della solidarietà. Le persone imparano ad accettarsi l'una con l'altra, non come nemici o come chi si minaccia, ma come compagni di pellegrinaggio nel viaggio della vita.
La solidarietà comprende l'attenzione alle situazioni di ingiustizia, oppressione o repressione. Comprende anche un realistico impegno per lo sviluppo dei popoli. "Lo sviluppo" disse Papa Paolo VI, "è il nuovo nome della pace" ( Populorum progressio, 76-80). Se le persone sono affamate, senza casa, ignoranti, senza assistenza sanitaria, e sono prive dei loro diritti politici, allora siamo ancora lontani dalla via della pace.
4. Il cristianesimo porta un messaggio universaleIl messaggio di amore e di sacrificio di sé che Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, porta nel mondo è significativo per ogni popolo, lingua, cultura e religione. Cristo scelse di nascere in Palestina, in Asia minore, o Asia occidentale, o Medio Oriente, così come alcuni direbbero oggi in occidente. Ma la religione che è stata stabilita è per tutte le nazioni. Egli venne "per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi" ( Gv 11, 52).
San Paolo, uno dei primi missionari, portò subito il cristianesimo in Europa (cfr Atti 16, 9-10). Seguendo lo sviluppo della storia, il cristianesimo assunse alcuni elementi della cultura greco-romana. Molti missionari fino al secolo scorso provenivano dall'Europa.
Ma l'equazione sta cambiando. Il cristianesimo giunse nelle Americhe cinquecento anni fa. A parte il nord Africa che fu cristiano fin dai primi secoli, l'Africa a sud del Sahara ha fatto grandi progressi nella fede cristiana negli ultimi 150 anni.
La Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli che inviò missionari in Asia (l'Estremo Oriente) diede loro chiare istruzione nel 1659 di rispettare le culture dei nuovi popoli che avrebbero ricevuto il Vangelo e di cambiare solo ciò che fosse incompatibile con il Vangelo (cfr Istr. del 1659: Collectanea SCPF 1, n. 135, p. 42).
La Chiesa, specialmente ai nostri tempi, sottolinea la necessità e l'urgenza dell'inculturazione. Anche se su questa questione non tutti i missionari pervengono alla statura di Padre Matteo Ricci, e pur riconoscendo che alcuni missionari hanno compiuto dei veri errori, non vi è dubbio sull'insegnamento della Chiesa.
Non è quindi corretto identificare il cristianesimo con l'occidente o addebitare al cristianesimo gli elementi negativi della cultura occidentale come il liberalismo, la permissività e la tendenza secolarista a vivere come se Dio non esistesse.
5. In umile preghieraLe persone religiose apprezzano il bisogno umano di Dio. La preghiera sorge dal cuore umano verso Dio, il Creatore, perché la creatura umana accetta la sua totale dipendenza da Dio.
La pace, quando tutto è stato detto e fatto, rimane un dono di Dio. Sebbene l'umanità abbia bisogno dei governi, dell'Organizzazione delle Nazioni Unite e delle varie associazioni nazionali e internazionali per la pace, tutta l'umanità riceve il dono della pace soprattutto da Dio come risultato dell'umile preghiera. E quando la preghiera è accompagnata dal digiuno e dalla solidarietà con il povero, essa diviene una più forte richiesta di fronte a Dio.
L'apprezzamento di questa dimensione spirituale nella ricerca della pace aiuta a spiegare perché l'invito del Santo Padre ai rappresentanti delle religioni mondiali a venire ad Assisi nel 1986 per pregare e digiunare per la pace sia stato accolto con grande entusiasmo. La nostra preghiera e la nostra speranza è che l'invito ad Assisi per il 24 gennaio 2002 riceva una altrettanto calorosa accoglienza e che i credenti del mondo trovino le maniere per unirsi spiritualmente a questo evento.
(©L'Osservatore Romano - 13 Gennaio 2002)