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DIFENDERE LA VERA FEDE

SE LA CHIESA E' IN CRISI.....???

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    Caterina63
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    Sesso: Femminile
    00 23/12/2008 16:04
    L'opera apostolica fin dal primo secolo
    Ebbene si....la Chiesa è in crisi DA 2000 ANNI........, scandalizzati? e perchè? Non è forse vero?
    La sofferenza di Paolo a causa delle contese e delle divisioni è lampante.....
    Ma Gesù ha detto che queste cose sono NECESSARIE e se lo dice Lui allora guardiamo questa CRISI da un altro aspetto.....
    La Chiesa è sempre stata in crisi....tutte le eresie, essendo proprio eresie NON sono venute da fuori, ma nate DENTRO LA CHIESA...preti, vescovi, monaci...che ad un certo punto pensavano di sapere meglio tutto...tanto da farlo passare come dottrina e che la Chiesa in ogni secolo ha prontamente FRENATO...[SM=g7574] ...
    Chiediamoci piuttosto quale Chiesa avrebbe mai retto a pressioni così violente sia dall'interno che dall'esterno?
    Gesù dice chiaramente che Satana si sarebbe divertito a dare fastidio.......ma che LUI, Gesù ha pregato e prega per la sua SPOSA, HA PREGATO PER PIETRO...(cfr.Lc.22,33)...lo Spirito Santo  E NOI, dicono gli apostoli in Atti....."abbiamo deciso".....e così via di secolo in secolo perchè Dio non mente e soprattutto perchè Dio è fedele....

     La Chiesa è dunque in crisi ? SI, come sempre, come in ogni generazione.....e tuttavia è viva, lavora, si prodiga da 2000 anni...l'importante è capire che cosa intendiamo però per CRISI[SM=g7574] la Chiesa infatti non è mai in crisi per sè stessa o per la sua specifica identità, è in crisi sempre in rapporto AI FEDELI CHE ENTRANO IN CRISI, e quanto più i fedeli, le membra, soffrono e non riconoscono la propria identità, maggiormente la Chiesa ne risente ma, come promesso, "le porte degli inferi non prevarranno"

                                                                   [SM=g1740720]
     leggiamo cosa scrivevano i Padri della Chiesa:
    La Chiesa è protetta da Dio
     

    Fai la guerra alla Chiesa, ma non puoi danneggiare chi combatti. Anzi, anche la mia persona tu rendi più luminosa e le tue forze vengono meno nella guerra a me mossa: Ti è duro dar di calci nei pungoli acuti (At 9,5): non ne ottundi la punta, ma ti insanguini i piedi. Anche i flutti non riescono ad infrangere la roccia, ma si dissolvono spumeggiando. Nulla è più forte della Chiesa, o uomo! Cessa la guerra, perché il tuo potere non sia distrutto: non combattere contro il cielo! Se combatti un uomo, o vinci o sei vinto. Ma se combatti la Chiesa, è impossibile che tu possa vincere, perché Dio è più potente di tutti. Eccitiamo Dio a sdegno? Siamo forse più forti di lui? (1Cor 10,22). Dio l`ha resa salda: chi la scuoterà? Non conosci la sua potenza? Guarda sulla terra, e la fa tremare (Sal 103,32); dà un ordine, e lo scuotimento si placa. Se ha reso salda la città scossa, molto più potrà rendere salda la Chiesa: la Chiesa è più forte del cielo: II cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno (Mt 24,35). Quali parole? Tu sei Pietro e su questa mia pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell`ade non prevarranno su di essa (Mt 16,18).

          Se non credi a queste parole, credi ai fatti. Quanti tiranni hanno preteso di sovrastare la Chiesa? E olio bollente, e roghi, e zanne di fiere, e spade affilate: ma non l`hanno sopraffatta! Dove sono ora quelli che l`hanno combattuta? Sono abbandonati al silenzio e all`oblio. E dov`è la Chiesa? Splende più del sole. La forza di quelli si è spenta, la forza della Chiesa è immortale. Se quando i cristiani erano pochi, essi non riuscirono a sopraffarla, ora che il mondo intero è pieno di fede e religiosità, tu potrai vincerla? «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»: ed è ovvio: la Chiesa è cara a Dio più del cielo. Egli non assunse un corpo celeste, ma assunse un corpo ecclesiale; il cielo è per la Chiesa, non la Chiesa per il cielo.

    Giovanni Crisostomo,

    discorso tenuto prima di andare in esilio, 1-2.

    Nostro Signore fonda la sua Chiesa sulla debolezza — ma anche sulla fedeltà — di alcuni uomini, gli Apostoli, ai quali promette l'assistenza costante dello Spirito Santo. Leggiamo ancora una volta questo testo ben noto, ma sempre nuovo e attuale: «È stato dato a me ogni potere nel cielo e sulla terra. Andate, dunque, ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte le cose che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo» [Mt 28, 18-20].[SM=g1740717]
    Lungo i duemila anni della sua storia, la Chiesa conserva ininterrotta la successione apostolica. «I vescovi», dichiara il Concilio di Trento, «sono succeduti agli apostoli e sono posti, come dice lo stesso Apostolo [Paolo], dallo Spirito Santo per reggere la Chiesa di Dio (At 20, 28)» [CONCILIO DI TRENTO, Dottrina sul Sacramento dell'Ordine, DS 1768 (960)]. E fra gli Apostoli, lo stesso Cristo fa oggetto Simone di una scelta speciale: «Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» [Mt 16, 18]. E aggiunge: «Io ho pregato per te, che la tua fede non abbia a venir meno: e tu, quando ti sarai ravveduto, conferma i tuoi fratelli» [Lc 22, 32].
    Con questi pensieri vi condivido  le parole del vescovo domenicano in Algeria Pierre Claverie, ASSASSINATO:
    Che cosa c'è oggi di più necessario e urgente se non il creare luoghi umani dove si impara a guardarsi, ad accogliersi a collaborare, a mettere in comune le eredità culturali che fanno la grandezza di ciascuno?
    Grazie Chiesa mia, e grazie a tutti i sacerdoti, sempre più spesso calpestati, ma per i quali nessuno racconta di loro il sacrificio delle mille rinuncie che fanno per poter essere per noi e con noi un continuo cammino verso Dio.
    Cari sacerdoti, perdonateci, e continuate al nostro fianco la dura battaglia contro le tenebre di ogni egoismo.
    La Chiesa è sempre in crisi proprio perchè è segno di contraddizione......perchè ha bisogno di SANTI E DI MARTIRI E NON DI CONTESTATORI....o di chi la vorrebbe divorziata, diversa, adultera....
    e se è in crisi Lei perchè, appunto, in verità sono i FEDELI CHE HANNO DEI PROBLEMI DI FEDELTA' ALLE PROMESSE BATTESIMALI, tutte le comunità cristiane sono in crisi DI IDENTITA'...[SM=g7574]

    Un esempio?

    leggete cosa scrisse qualche anno fa un pastore Pentecostale:
    pastore Wilkerson:

    Un'altra sorella scrisse: "Abbiamo appena lasciato una chiesa dove si faceva ogni sforzo per ingannare il gregge, derubandolo della fiducia ma anche dei beni materiali. Da quando siamo andati via, sentiamo di essere sfuggiti ad un legame. Ma ciò che rompe il mio cuore è tutto il popolo confuso che è rimasto in quell'inganno tremendo. Sono forzati a rimanere in una simile sottomissione autoritaria al pastore. Chi pone una qualsiasi domanda viene messo in ridicolo, e se te ne vai vieni etichettato come 'ribelle'. Sei come un extracomunitario di quel corpo. Il pastore ha avvertito la gente di star lontana da noi altrimenti li avrebbe cacciati via. Lo abbiamo perdonato, ma cosa accadrà quando i nuovi convertiti si accorgeranno di essere stati presi in giro?".

    Dove sono i pastori divini? Non mi sembra di averli ancora incontrati. Sto aspettando con desiderio…"

    "Nel suo bollettino, Lei ha detto che queste pecore troveranno biasimo. Vero - ma queste pecore si sono già pentite, spesso hanno maledetto il fatto di trovarsi in condizioni delle quali non erano responsabili, in situazioni nelle quali sono diventate vittime, quando già avevano perdonato coloro che le avevano maltrattate, le avevano cacciate e la avevano lasciate morte. Come faranno a riconoscere la voce del loro Pastore in persone che non fanno altro che rimproverarle?"

    "Abbiamo bisogno di verità - ma ci è stato detto che sapevamo già tutta la verità. Ma non ha funzionato! Non ci ha guarito. Ciò di cui abbiamo bisogno ora è di una verità detta con amore. Queste pecore non possono essere picchiate ancora una volta. Le vere pecore sono 'uscite, per non condividere i loro peccati e i loro giudizi'. ......
    ........
    altra predica del pastore Wilkerson:
    Potrei sottotitolare questo messaggio "Il Pericolo di Essere Sedotti Dalle False Dottrine".

    Cristo ha detto che sarebbero stati i Suoi servi ad essere sedotti. Ministri. Siamo arrivati a questa condizione di cui Cristo avvertiva. Ci sono moltitudini di pastori, di insegnanti e di evangelisti, che sono completamente sotto il giogo della dottrina di Jezebel. Questi insegnanti sedotti stanno a loro volta producendo dei "figli di seduzione". Insegnano la fornicazione e l'assunzione di cibo sacrificato agli idoli - questa è una fornicazione spirituale. Questo significa consumare il cibo diabolico delle dottrine che scusano il peccato.

    Voglio dire, senza mezzi termini, che è pericoloso accomodarsi in un falso insegnamento. Un falso insegnamento può dannarvi più in fretta di tutte le passioni e i peccati della carne. I falsi predicatori e i falsi insegnanti stanno mandando più persone all'inferno di tutti gli spacciatori, di tutte le prostitute e di tutti i drogati messi insieme. Non sto dicendo uno sproposito - lo credo fermamente. Migliaia di cristiani ciechi e sedotti cantando e lodano il Signore in chiese incatenate da false dottrine. Migliaia siedono ai piedi di insegnanti che stanno riversando su loro dottrine di demoni - e vanno via dicendo: "Non è magnifico tutto questo?".....

    ....


    e ancora da un altra predica del medesimo pastore Pentecostale:

    Ascolto anche le lagne pietose di ministri e laici in tutta la nazione che hanno bisogno del nostro ministero per consigli. Sentirli parlare, diresti che Dio è un tiranno - che la preghiera non funziona e la fede è inutile!

    Hanno perso la fiducia in Dio! Vivono nel dubbio e nella paura, pensando che Dio li abbia lasciati a sbrigarsela da soli. Questa, amici miei, è corruzione!

    Dio vede e dice: "tu Mi fai apparire davanti al mondo intero come un crudele padrone che da’ degli ordini, come se Io ti avessi abbandonato. Che testimonianza è questa?" La mia opinione è che sarebbe meglio che tu fumassi, bevessi, fornicassi, bestemmiare piuttosto che far apparire Dio in questo modo davanti al mondo!

    .......


    C'è crisi di identità o sbaglio?[SM=g7574]
    ma perchè tutto questo?
    Perchè le membra, I FEDELI, non sono affatto fedeli ALLA CHIESA, UNA, SANTA, CATTOLICA ED APOSTOLICA.....non sono fedeli alle promesse del Battesimo, non sono fedeli ai Sacramenti ricevuti.... NON SIAMO FEDELI AL CORPO DI CRISTO, ALLA SUA SPOSA, ALLA CHIESA CHE E' NOSTRA MADRE E MAESTRA...e cerchiamo maestri altrove che possano sollazzare il nostro ego....[SM=g1740729]

    E così fin anche il Battesimo E' USATO PER DIVIDERE I CRISTIANI......la Chiesa Cattolica UNI'...GLI EVANGELICI Pentecostali OGGI E I PROTESTANTI IERI DIVISERO.....eppure tutti proveniamo DALLA MEDESIMA CHIESA giacchè le eresie nascono dal di dentro e non dal di fuori....
    Essi non comprendono che  può esistere la Chiesa Cattolica SENZA DI LORO.....ma che loro NON potrebbero sopravvivere senza la Chiesa Cattolica..si certo che esistono, ma chi è la zizzania?...
    Impareranno?....preghiamo per questo......
     
    In quest'altro testo:
    (cliccate sul titolo per il testo intero)
    Wilkerson denuncia altri aspetti interessanti....i quali fanno emergere la crisi che stanno attraversando TUTTE LE CHIESE DI MATRICE EVANGELICA, e forse, più gravemente, fa comprendere come vi sia in realtà UNA DISCORDANZA fra chiese evangeliche...Inserirò solo alcune parti, ma voi avete il testo intero...
    Buona meditazione
    ........

    Qui Gesù sta dicendo che a meno che non ci ravvediamo, Egli ci toglierà tutta l'autorità spirituale che ci è stata data.

    (mia riflessione....e quando gliela avrebbe data? O gliel'ha data la CHIESA CATTOLICA, O SE L'è PRESA DA SOLO.....Paolo con Tito e Timoteo è stato chiarissimo. Ma attenzione alla frase, Wilkerson parla di autorità SPIRITUALE....attenzione, lo Spirito che ENTRAMBI predichiamo è Spirito DI UNITA' E NON DI CONTESA "Chi non è contro di noi è con noi" dice Gesù.....perciò se la Chiesa Cattolica è in crisi, lo E' TUTTA LA CHIESA, anche quelle Comunità cristiane che sono fuori della Chiesa, ma che predicano il medesimo Cristo autentico perchè lo Spirito E' UNO SOLO.... quando parliamo di Spirito Santo infatti parliamo sempre della TERZA PERSONA DELLA TRINITA' UNICO DIO, UN SOLO DIO, UNA SOLA VOLONTA' CON UN SOLO E MEDESIMO PROGETTO: QUELLO AFFIDATO ALLA CHIESA CON PIETRO...[SM=g7574] )

     Continua il predicatore:

    Questo include la nostra influenza sulla nostra città, sulla nostra comunità, sul nostro vicinato, quelli nella nostra sfera personale. Ogni minima influenza che abbiamo ci sarà tolta, Egli dice, "se non ti ravvedi!"

    Proprio ora, le chiese del mondo stanno chiudendo i battenti. Le loro luci sono letteralmente spente — perché quello è il giudizio in cui incorrono per aver rifiutato di ravvedersi! Dio disse che avrebbero perso il discernimento, le benedizioni spirituali, le loro finanze, la Sua stessa presenza. Ora sono morti, senza vita, vivono solo con il ricordo delle Sue passate benedizioni.

    Trent'anni fa ho predicato in molte chiese di questo tipo. A quel tempo erano ripiene di credenti zelanti. Oggi, nelle panche della chiesa siedono appena una dozzina di persone. Presto diminuiranno fino a quando le porte saranno chiuse definitivamente. Dio ha scritto "Icabod" sulle loro porte — intendendo dire: "Lo Spirito del Signore se ne è andato!"

    Ma, cari, Dio dà questo stesso messaggio personalmente a ogni Cristiano. Egli dice: "Se rifiuti di ravvederti — se rimani nella tua apatia — rimuoverò il tuo candelabro. Non avrai più alcuna influenza sulla tua famiglia, sui tuoi colleghi — su nessuno!"


    (Parola di Wilkerson......)


    queste ultime parole del pastore possiamo condividerle....non è forse vero che non ravvedendoci la gente, gli amici, i colleghi di lavoro non ci ascolano più e magari ci prendono anche in giro?[SM=g7831]

    La Chiesa dunque è incrisi perchè I FEDELI SONO IN RISI E NON CREDONO PIU', non hanno più fiducia, NON DIFENDONO LA VERA FEDE....

    Gia s.Giovanni apostolo, vedendo tanti anticristi all'opera diceva che era ormai l'ultima ora.
    Era convinto che la fine fosse ormai questione di brevissimo tempo.
    Anche la Rivelazione parla di ciò che sarebbe dovuto accadere a breve.
    La situazione delle chiese dell'asia a cui il SIgnore rivolge le sette lettere, è in qualche caso penosa, in qualche altro, disastroso.
    Quindi, la chiesa ha sempre avuto problemi, per poter sopravvivere. L'idea che all'inizio la Chiesa fosse un luogo idilliaco dove tutti erano fedelissimi e perfetti, credo non trovi riscontro, nella Scrittura tranne in qualche versetto come: erano un cuor solo ed un'anima sola: ma quell'esperienza a Gerusalemme durò assai poco....[SM=g7831]  I Cristiani presto si accorsero che il Regno atteso tardava ad arrivare e dovettero rivedere le loro prospettive.

    Tuttavia, nonostante in tutti i tempi successivi vi siano stati tanti attacchi, tuttavia la chiesa ha resistito ed è diventato un grande albero come diceva la parabola.
    Questo è uno dei più grandi miracoli che il Signore ha fatto.
    Anche oggi la chiesa sembra vacillare, ma sappiamo che la sostiene Colui che sostiene il mondo intero. Perciò ognuno faccia serenamente la sua parte per edificare e non per affossare la Chiesa, che Cristo ha scelto come sua Sposa, e saremo così suoi collaboratori....[SM=g1740717]



    Diventare cristiani oggi deve essere un processo sempre più ecclesiale.

    [SM=g1740750] [SM=g7182]

    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    Caterina63
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    Sesso: Femminile
    00 23/12/2008 16:34

    Dalla seconda lettera di Paolo ai Corinti, capitolo 4, versetto 13:
    “Ho creduto per questo ho parlato”

    ma....ho CREDUTO A CHI? E IN CHI? [SM=g7574]

    AL CRISTO O AD UNA IMMAGINE DEL CRISTO CHE MI SONO CREATO?
    ALLA CHIESA O AD UNA IMMAGINE DI CHIESA CHE MI PIACEREBBE ABITARE?
    [SM=g7609]

    .....allora condividiamoci alcuni brani tratti dalle Lettere Apostoliche per poter comprendere l'importanza, anche, della virtù dell'obbedienza alla quale spesso gli apostoli fanno riferimento affinchè ciò che essi andavano insegnando diventasse PUNTO DI RIFERIMENTO DOTTRINALE....[SM=g1740717] ...

    Provando a tornare indietro con la mente...arrestiamo i nostri pensieri ed immagini alla scena sociale, politica, culturale e religiosa dell'epoca......
    Certamente gli Ebrei furono coloro ai quali il nuovo messaggio cristiano venne annunziato, tuttavia non è da sottovalutare che il popolo ebraico SI DIVISE IN DUE.......abbiamo così LA PRIMA VERA DIVISIONE A CAUSA DI CRISTO il quale, non dimentichiamolo mai, rivolgerà al Padre la preghiera DELL'UNITA' prima di morire "perchè il mondo creda che TU, Padre, mi hai mandato e li hai amati, come ami me..."

    Già dalla Genesi comprendiamo che prima ERAVAMO UNITI e che a causa del Peccato Originale iniziarono le divisioni...[SM=g7831]  "giunta la pienezza del Tempo, Dio mandò il suo Figlio nato da Donna"... ha costituito una NUOVA ALLEANZA ed ha ricostruito L'UNITA' NEL SUO CORPO CHE E' LA CHIESA con alla guida visibile Pietro, il Suo Vicario...
    Ha lasciato il collegio APOSTOLICO alla guida del gregge...ci ha dato i Sacramenti attraverso i quali EGLI AGISCE IN PERSONA attraverso il Sacerdote, Suo Ministro (cfr. 1Cor.4)...
    Se i fedeli dunque, le membra di questo Corpo, entrano in crisi perdendo la propria identità, FANNO SOFFRIRE TUTTA LA CHIESA (cfr. s.Paolo)
    Gli Apostoli sono ferrei su una cosa: i cristiani che aderiscono alla nuova nascita mediante Cristo DEVONO OBBEDIRE AI LORO INSEGNAMENTI...[SM=g1740721] ....la prima Lettera ufficiale la troviamo in Atti 15, 22-35 e sono questi che vorrei approfondire con tutti voi, chiedendovi perdono per le imperfezioni che incontrerete, anzi, ci auguriamo una condivisione....
    Vorrei iniziare con la Lettera a Tito dell'Apostolo Paolo:
    Tito 3, 1-11:
    Doveri generali dei cristiani:1 Ricorda loro di essere sottomessi ai magistrati e alle autorità, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona; 2 di non parlar male di nessuno, di evitare le contese, di esser mansueti, mostrando ogni dolcezza verso tutti gli uomini. 3 Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell'invidia, degni di odio e odiandoci a vicenda. 4 Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, 5 egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, 6 effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, 7 perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna.
    8 Questa parola è degna di fede e perciò voglio che tu insista in queste cose, perché coloro che credono in Dio si sforzino di essere i primi nelle opere buone. Ciò è bello e utile per gli uomini. 9 Guàrdati invece dalle questioni sciocche, dalle genealogie, dalle questioni e dalle contese intorno alla legge, perché sono cose inutili e vane. 10 Dopo una o due ammonizioni stà lontano da chi è fazioso, 11 ben sapendo che è gente ormai fuori strada e che continua a peccare condannandosi da se stessa.
    ..........
    Siamo invitati pertanto ad esercitare una dose di OBBEDIENZA la quale è DONATA non perchè si spadroneggi, ma perchè si possa giungere a perfezione....In un mondo in cui la parola Democrazia è diventata sinonimo di ANARCHIA, la parola obbedienza ha assunto i contorni DI UNA CASTRAZIONE.....e di una insoddisfazione personale.... Obbedire ALLE DOTTRINE ci appare così umiliante e fin anche ANTI-democratico, obbedire ai propri vescovi e sacerdoti ci appare così UMILIANTE e restrittivo quasi che questa obbedienza venisse ad occultare la nostra libertà di espressione...come vediamo amici...ABBIAMO STRAVOLTO IL SIGNIFICATO DI QUESTA VIRTU'...[SM=g1740730] ...

    Riepiloghiamo le frasi più salienti del testo:
    - Ricorda loro di essere sottomessi ai magistrati e alle autorità, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona....
    .....
    qui, se lo Stato e i Magistrati sono posti per la salute dei cittadini, l'obbedienza non è relegata soltanto al fatto che se faccio il bravo non finisco in prigione, ma è molto più profondo......vuol dire il riconoscimento di certe regole che rispettandole andranno a vantaggio poi di TUTTA la comunità.....perchè da questa obbedienza deriveranno SOLO CHE OPERE BUONE......Non sottovalutiamo dunque i frutti della virtù dell'obbedienza.....Naturalmente se uno Stato mi obbligasse ad abortire o a fare altro che è contrario alla Legge di Dio, occorre opporsi come facevano i cristiani i quali venivano perseguitati perchè si rifiutavano di negare Cristo e si rifiutavano di adorare gli dèi......
    - Questa parola è degna di fede e perciò voglio che tu insista in queste cose, perché coloro che credono in Dio si sforzino di essere i primi nelle opere buone. Ciò è bello e utile per gli uomini. 9 Guàrdati invece dalle questioni sciocche, dalle genealogie, dalle questioni e dalle contese intorno alla legge, perché sono cose inutili e vane. 10 Dopo una o due ammonizioni stà lontano da chi è fazioso....
    ......
    Questa parola......ma PAROLA DI CHI??? è la PAROLA DELLA CHIESA CHE SI ESPRIME MEDIANTE GLI APOSTOLI........ La Lettera a chi è indirizzata? A Tito che Paolo chiama FIGLIOLO perchè probabilmente l'ha battezzato E FORMATO NELLA FEDE CRISTIANA, ma è inviata  VANTAGGIO DELLA GIOVANE COMUNITA' DELLA QUALE TITO SI DEVE OCCUPARE...e dunque riguarda TUTTA LA CHIESA..... questa lettera sono DELLE PRESCRIZIONI che Paolo dona a Tito il quale è un suo fiduciario.....Tito sarà CONTINUATORE dell'opera di Paolo, anche se non abbiamo molte prove, una antica Tradizione lo vuole come vescovo a Creta e li morto....
    Per comprendere queste parole di Paolo che sono poi saluti finali, occorre leggersi anche Tito 1,10 nel quale l'Apostolo mette in guardia Tito dai FALSI DOTTORI, chiamandoli INSUBORDINATI E INGANNATORI....e sempre sopra al verso 5 Paolo dice a Tito di averlo lasciato a Creta perchè METTESSE ORDINE ALLE QUESTIONI DI FEDE E PERCHE' LUI STABILISSE DEI PRESBITERI IN OGNI CITTA'.....ma attenzione, Paolo non dice come meglio Tito crede, ma SECONDO LE ISTRUZIONI DA ME RICEVUTE.....è la "Trasmissione ufficiale del Mandato" che la Chiesa chiama ancora oggi "Mandato apostolico"...[SM=g1740721]
    ..al verso 9 c'è un altro particolare, dice Paolo a Tito sul come devono essere gli episcopi: " attaccato alla parola sicura SECONDO LA DOTTRINA TRASMESSA, per essere capace di esortare nella SANA DOTTRINA, SIA DI CONFUTARE QUELLI CHE VI SI OPPONGONO"......Amici...attenzione a queste parole.... Paolo non dice che il presbitero deve INVENTARSI una dottrina  O DEVE INTERPRETARE LA SCRITTURA DA SOLO, ma dice " attaccato alla parola sicura SECONDO LA DOTTRINA TRASMESSA..." dunque NESSUNO può interpretare le Scritture da solo, il presbitero a sua volta TRASMETTE CIO' CHE HA RICEVUTO e lo insegna....e deve essere PRONTO per confutare quelli che si oppongono a queste dottrine.....Infatti al verso i del cap. 2 Paolo dice ancora a Tito: " Tu però insegna CIO' CHE E' CONFORME ALLA SANA DOTTRINA"........Come possiamo leggere Paolo si preoccupa che Tito insegni FEDELMENTE LE DOTTRINE RICEVUTE.....
    Interessante è il finale della Lettera Paolo dice a Tito: TI SALUTANO TUTTI COLORO CHE SONO CON ME..[SM=g7831] ..Paolo non sta dunque inviando una lettera PERSONALE, con lui ci sono altre persone che sicuramente, per essere presenti nei saluti, SONO NELLA COMUNIONE ECCLESIALE E SONO A CONOSCENZA DI CIO' CHE PAOLO STAVA SCRIVENDO A TITO......, è una lettera PASTORALE come diciamo oggi noi quando i vescovi nelle diocesi inviano le loro lettere perchè nelle parrocchie si proceda NELLA UGUALE DOTTRINA TRASMESSA......
    Ed ecco spiegato il concetto dell'OBBEDIENZA all'insegnamento non solo degli Apostoli, ma anche per mezzo di chi, INVIATO DA LORO, insegna la medesima dottrina ed è UFFICIALMENTE INVIATO A NOME DELLA CHIESA per nominare nuovi presbiteri e proseguire la catechesi dottrinale....
    Ecco perchè Paolo dice: Questa parola è degna di fede e perciò voglio che tu insista in queste cose........la parola che appare di Paolo poichè è Lui che scrive...E' IN VERITA' PAROLA DELLA CHIESA......CHE PAOLO IN QUEL MOMENTO RIFLETTE E RAPPRESENTA PER SALVAGUARDARE LA TRASMISIONE DELLE DOTTRINE RICEVUTE......Queste Lettere, come leggiamo in At.15, 22-35 VENIVANO LETTE NELLA COMUNITA'.....anche perchè, non dimentichiamolo, al momento che questa lettera veniva scritta i Vangeli NON erano ancora stati redatti.....NON SI AVEVA UNA BIBBIA come la intendiamo noi oggi......dunque parola di fede era da ritenersi la LORO PAROLA, la parola degli apostoli che si pronunciavano  A NOME DELLA CHIESA Tito, a sua volta, nominando i presbiteri, avrà fatto loro le stesse raccomandazioni che lui ricevette da Paolo.....raccomandazioni LEGATE ALLA TRADIZIONE DELLE DOTTRINE RICEVUTE E LA LORO TRASMISSIONE.......e per restare DENTRO LA CHIESA...occorreva OBBEDIRE AD ESSE......


    Per verificare quanto esposto sopra.....inserisco ora i riferimenti simili che troviamo nelle Lettere e che riguardano sia l'OBBEDIENZA agli Apostoli (la Chiesa), sia alle dottrine "da loro ricevute"....sia la messa in guardia dai falsi dottori.....
    Atti 15, 24:
    Abbiamo saputo che alcuni fra noi, partiti senza nessun mandato da parte nostra, vi hanno turbato con i loro discorsi, sconvolgendo le anime vostre..[SM=g1740730] ...
    ...
    Attenzione alle parole di Paolo...che dice ALCUNI FRA NOI...non erano dunque estranei......ma tuttavia NON avevano ricevuto NESSUN MANDATO da parte NOSTRA cioè, da parte della Chiesa.....ed andavano a turbare da che cosa? dalle vere dottrine con i "LORO DISCORSI"......
    1Tim.1,19 :
    Questo incarico di RICHIAMARE IO TE LO AFFIDO, o Timoteo, figlio mio, IN ACCORDO ALLE PROFEZIE che già si sono manifestate riguardo a te, affinchè da quelle sostenute tu combatta la buona battaglia, conservando la fede e una buona coscienza; alla quale alcuni hanno rinunziato, e così, hanno fatto naufragio quanto alla fede...
    ...
    Come per le raccomandazioni a Tito, anche per Timoteo Paolo AFFIDA IL COMPITO DI RICHIAMARE...quanti si dissociavano dalla vera FEDE E, attenzione, BUONA COSCIENZA...alla quale, dice, alcuni hanno rinunciato....Paolo aveva affidato la Chiesa di Efeso a Timoteo con lo scopo appunto di richiamare quanti si erano allontanati ALLA DOTTRINA COMUNE.....successivamente gli da l'incarico....per organizzare il culto (2,1-15), lo manda "pastore del gregge" (3,1/6,2) perciò Paolo lo istruisce perchè Timoteo sia a conoscenza delle cariche episcopali ecclesiastiche (3,1-13), cioè chi vuole diventare episcopo deve avere delle caratteristiche che però attenzione....VANNO ANCHE OLTRE LO SCRITTURALE DELLA LETTERA.....dal momento che Paolo fa presente di aver ISTRUITO ANCHE A VOCE (2Tess.2,15-17).....e poi ancora, ISTRUISCE al mistero ed alla pietà (3,14-16) dove leggiamo: "....perchè, SE PER CASO IO RITARDASSI, TU SAPPIA COME DEVI COMPORTARTI NELLA CASA DI DIO"...attenzione Paolo non gli dice " se io ritardassi, ARRANGIATI, VEDI CIO' CHE E' MEGLIO".......NO....gli da delle ISTRUZIONI perchè ciò che si deve fare sia UNANIME ALLA CHIESA TUTTA...

    ...e ritorna sui FALSI DOTTORI come quando ne parla a Tito, a Timoteo pure lo mette sull'avviso (4,1-16)..e così procede nella seconda lettera a Timoteo scritta probabilmente dal carcere.....e dal quale e nella quale Paolo ribadisce i concetti DOTTRINALI AI QUALI E' NECESSARIO OBBEDIRE......e dove appunto al verso del cap.3,16-17 ricorda a Timoteo di RESTARE SALDO SIA NELLE SCRITTURE, MA ANCHE FEDELE ALLE VERITA' ACQUISITE PERCHE', dice Paolo "Ogni Scrittura è ispirata da Dio", dunque a maggior ragione anche queste Lettere DELLA GIOVANE CHIESA CHE SPIEGANO LE SCRITTURE SONO DA CONSIDERARSI VALIDAMENTE ISPIRATE......in questo modo SI E' ANDATA COMPLETANDO nella Chiesa LA TRADIZIONE CHE DI FATTO ERA GIA' PRESENTE NEL POPOLO ELETTO....ma fa comprendere Paolo che la Tradizione deve rispecchiarsi nelle Scritture.....
    Sempre dalla 1Tim leggiamo:
    Avvertimento contro le false dottrine
    (1Ti 6:3-5, 20-21; Tt 3:9) Ga 3:10-12, 19-24; 5:6; Ti 2:10-14
    3 Ti ripeto l'esortazione che ti feci mentre andavo in Macedonia, di rimanere a Efeso per ordinare ad alcuni di non insegnare dottrine diverse 4 e di non occuparsi di favole e di genealogie senza fine, le quali suscitano discussioni invece di promuovere l'opera di Dio, che è fondata sulla fede.
    5 Lo scopo di questo incarico è l'amore che viene da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera. 6 Alcuni hanno deviato da queste cose e si sono abbandonati a discorsi senza senso. 7 Vogliono essere dottori della legge ma in realtà non sanno né quello che dicono né quello che affermano con certezza......
    alla 2Tim.2,23 dice: Evita inoltre le dispute stolte e insensate, sapendo che generano contese...
    .....
    e poco prima aveva scritto: Ricorda loro queste cose, scongiurandoli davanti a Dio che non facciano dispute di parole; esse non servono a niente e conducono alla rovina chi le ascolta....
    .....
    Sembra un tam-tam continuo..[SM=g7831] .Paolo ha a cuore che L'INSEGNAMENTO DEGLI APOSTOLI (dunque della Chiesa) sia conosciuto, rispettato ED OBBEDITO......per stare nella Chiesa occorre mantenere fede non solo a Paolo dunque che trasmetteva questi insegnamenti ma a loro volta i fedeli DOVEVANO OBBEDIENZA A TIMOTEO O A TITO A CRETA  i quali si esprimevano CON LA STESSA AUTORITA' DELL'APOSTOLO il quale aveva dato loro il mandato.....(cfr.2Tim.1,6)...attenzione qui Paolo non dice a Timoteo "hai lo spirito perchè Dio ti ha investito", ma dice che Timoteo ha il carisma di Dio perchè: "  E' IN TE PER L'IMPOSIZIONE DELLE MIE MANI...".......
    In Gv.12,44.....possiamo comprendere il senso di questa obbedienza, Gesù dice: Ma Gesù ad alta voce esclamò: Chi crede in me, crede non in me, ma in colui che mi ha mandato...>..... Gesù a sua volta INVIO' I DODICI ad iniziare quest'opera che conosciamo per mezzo della Chiesa la quale CI HA TRAMANDATO QUANTO OGGI CONOSCIAMO......dunque.....credendo in Paolo, o Tito, o Timoteo o altri POSTI MEDIANTE LA SUCCESSIONE APOSTOLICA A GUIDA DELLA CHIESA......è COME CREDERE IN CRISTO E IN COLUI CHE L'HA MANDATO....
    Dunque OBBEDIENZA, RISPETTO E FEDE nell'autorità che Dio ha messo a guida della sua Chiesa attraverso i vescovi...è FONTE DI GRAZIA E DI CARISMI.....e dice infatti il Salmo 16,3:
    quanto ai santi che son sulla terra,
    essi sono la gente onorata in cui ripongo tutto il mio affetto
    ....
    Ma l'affetto NON basta....si ama quando riponendo anche la fiducia si OBBEDISCE a ciò che è utile per il perfezionamento della nostra fede........
    Per oggi buona meditazione

    [SM=g1740750]
    [Modificato da Caterina63 23/12/2008 16:35]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    Caterina63
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    00 27/10/2009 00:59
    ...e ancora....sulla scia di quest'altro approfondimento:
    Possiamo fidarci dei MOVIMENTI sorti dopo il Concilio?

    facciamo un ulteriore passo avanti:

     Occhiolino

    traggo spunto da queste parole del card. Vallini:


    Il monito del Cardinale Vallini: "Vigiliamo perchè l'uomo non si sostituisca a Dio"

                                          

    CITTA’ DEL VATICANO - Il Cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, mette in guardia l'uomo di oggi a non sostituirsi a Dio.

    "Dobbiamo essere vigilanti per fuggire l'apostasia dalla verità - ha detto il porporato nel corso della solenne Messa per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Cattolica di Roma -, vale a dire per guardarci da un falso messianismo in cui l'uomo orgogliosamente glorifica se stesso mettendosi di fatto al posto di Dio". Vallini (nella foto con Benedetto XVI) ha poi avvertito "il cristiano" a "non lasciarsi vivere, quasi galleggiando sugli avvenimenti, subiti passivamente, che lo sospingono secondo una logica puramente terrena ed effimera".

    Il Cardinale ha quindi rilevato che "il mondo in cui viviamo e quella parte della cultura contemporanea che va sotto il nome di ateismo pratico o di non credenza pratica" è in realtà "più indifferenza religiosa che negazione cosciente di Dio. Come sappiamo anche in Italia - ha aggiunto Vallini - sembra affievolirsi il riferimento alle radici cristiane della nostra cultura millenaria. In questa congiuntura complessa - ha ribadito - le istituzioni accademiche non devono essere assenti nel promuovere un nuovo Umanesimo, che renda possibile l'interazione seconda tra le varie culture e la fede cristiana". Infine, il vicario del Papa ha espresso preoccupazione per il crescente "senso di sfiducia, di sottile e diffuso sconforto, di carenza di futuro" che vive il mondo, e ha indicato la fede come "una risorsa a cui attingere quotidianamente per andare avanti con l'ottimismo fondato sulla speranza cristiana".

    *******************

    prendo spunto da queste parole:


    è in realtà "più indifferenza religiosa che negazione cosciente di Dio. Come sappiamo anche in Italia - ha aggiunto Vallini - sembra affievolirsi il riferimento alle radici cristiane della nostra cultura millenaria.


    dunque....a parte il fatto che i due cardinali, Vallini e Rylko si contraddicono....il secondo sostiene che l'Italia sarebbe "scampata" da questo naufragio.... Occhi al cielo ma superiamo anche questo....il cuore del problema è questo:
    più indifferenza religiosa che negazione cosciente di Dio.

    esatto!!!
    e questo è un problema anche vivente nei Movimenti laici....
    quando parliamo di RELIGIOSITA', RELIGIONE indubbiamente ci associamo all'ECCLESIOLOGIA, al Culto a Dio, AI SACRAMENTI....a tutto quell'apparato per noi necessario per non rischiare non solo un sincretismo religioso, ma anche L'INDIFFERENTISMO ALL'EUCARESTIA quale Cuore e fulcro della Chiesa e dell'essere Chiesa dal momento che veniamo NUTRITI NON DI UN SIMBOLO, MA DI UN CORPO VIVO E VERO....E NON UN QUALCOSA DI UMANO DIVINIZZATO, MA DI DIO VIVO E VERO....

    La malattia di cui soffre NON la Chiesa in quanto Istituzione DIVINA ma in quanto ASSEMBLEA RACCOLTA IN MEMBRA ATTIVE  o passive....è proprio l'indifferentismo religioso  ANCHE FRA CATTOLICI, DENTRO LA CHIESA...e lo vediamo quanto ciò sia vero proprio dai problemi legati alla Santa Messa, alla Liturgia....

    Se il Papa nella Sacramentum Caritatis (nn.10/11) scrive che " La Chiesa si esprime e si attua ATTRAVERSO I SETTE SACRAMENTI" va da se che basta il venir meno di uno di essi per SPEZZARE con la cattolicità....pensiamo per esempio alle MOLTE MEMBRA della Chiesa che hanno divorziato in famiglia.... Occhi al cielo qui è venuto meno uno dei Sette Sacramenti...qualcosa si è spezzato è venuto meno....e allora cosa si fa per riparare? LO SI SMINUISCE...si dice: "vabbè dai, NON importa....l'importante è VOLERSI BENE"....ecco l'indifferentismo RELIGIOSO...questo è solo un esempio, ma pratico....

    Siamo coinvolti in una deriva CONTRO il concetto di religiosità....SI PRETENDE UNA CHIESA UMANA E SI SORPASSA SUL CONCETTO CHE LA CHIESA E' ISTITUZIONE DIVINA....e di conseguenza ecco che si cerca AIUTO NELL'UOMO..... Occhi al cielo aiuto nei Movimenti....

    Non vi è infatti una negazione cosciente di Dio, al contrario, mai come oggi la Chiesa stessa ha intessuto LEGAMI E DIALOGO CON CHIUNQUE CERCA DIO anche con i NON cattolici....mai come oggi si è parlato in passato di DIO con chi cattolico non lo era....la Bibbia è il libro più venduto nel mondo...
    i Protestanti storici con quelli moderni (Pentecostali) ci hanno superato insieme nei numeri, sono oltre un miliardo (400milioni i Protestanti storici e 800milioni i Pentecostali); i cattolici sono un miliardo....gli Ortodossi nell'insieme delle loro autocefalie sono circa 600 milioni....i musulmani sono un miliardo e mezzo....gli ebrei circa 700milioni....possiamo unire l'oltre miliardo e mezzo quasi due dei fedeli delle religioni orientali che comunque sia cercano Dio....non sono atei....

    Dio non è dunque (o la ricerca di LUI) il grande SCONOSCIUTO.....il problema è: DI QUALE DIO PARLIAMO?

    Ecco perchè non è vero che i Movimenti "salvano" la Chiesa come sostengono alcuni..... Occhiolino
    per conoscere la vera identità di questo Dio di cui parliamo occorre LA CHIESA non il Movimento.....non un Cammino...non una Congregazione....questi semmai sono STRUMENTI EFFICACI se tuttavia sono ancorati essi stessi AL MAGISTERO DELLA CHIESA, alla IDENTITA' RELIGIOSA ECCLESIALE che non è solo "l'appartenenza" alla Chiesa, ma è combattere l'indifferentismo  A TUTTO CIO' CHE E' SACRO, NORMATIVO, MAGISTERIALE....

    Se la Chiesa è "malata" lo è semmai perchè nei Movimenti NON c'è ancora una piena maturità e una piena comunione a ciò che abbiamo di prettamente RELIGIOSO, ossia, il rapporto con Dio Vivo e Vero NEL CULTO A DIO, NELLA SACRALITA' DEI RITI....nella religiosità squisitamente cattolica legata dalla TRADIZIONE E DAL DEPOSITO DELLA FEDE di cui parla san Paolo...

     Occhiolino


    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    Caterina63
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    00 26/01/2010 16:55
    Altra riflessione sulla crisi della Chiesa


    ....oggi esce un libro (faccio per dire un esempio) che ti spiega con dovizia magisteriale la dottrina voluta dal Concilio....due giorni dopo ne esce un altro che ti mette IN DUBBIO l'altro libro....entrambi i libri recano firme D'AUTORE, ossia di cardinali o vescovi o illustri teologi.... entrambi citano il Magistero ma interpretato diversamente....e così chi ci va di mezzo E' IL PICCOLO GREGGE CHE RESTA CONFUSO E DISORIENTATO....incapace di distinguere chi dice la verità fra i due...questo è il dramma di oggi e di come si vogliono affrontare questi temi!

    Così diceva Giovanni Paolo II :

    "
    Bisogna ammettere realisticamente e con profonda e sofferta sensibilità che i cristiani si sentono smarriti, confusi, perplessi e persino delusi.
    Si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre insegnata. Si sono propalate vere e proprie eresie in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni. Si è manomessa anche la Liturgia; immersi nel “relativismo” intellettuale e morale e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo, dall’illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza dogmi definiti e senza morale oggettiva
    .
    (...)
    e dice ancora:
    Oggi bisogna aver pazienza, e ricominciare tutto da capo, dai “preamboli della fede” fino ai “novissimi”, con esposizione chiara, documentata, soddisfacente. È necessario formare le intelligenze, con ferme ed illuminate convinzioni, perché solo così si possono formare le coscienze. Soprattutto oggi bisogna far sentire ed inculcare il “senso del Mistero”, la necessità della umiltà della ragione di fronte all’Infinito e all’Assoluto, la logica della confidenza e della fiducia in Cristo e nella Chiesa da lui appositamente voluta e fondata per donare per sempre agli uomini la pace della verità e la gioia della grazia. È questo un compito assai delicato e anche faticoso, che esige preparazione accurata e sensibilità psicologica; eppure è assolutamente necessario."
    (Giovanni Paolo II "MISSIONI AL POPOLO PER GLI ANNI 80" 6.2.1981)

    ma chi lo ha ascoltato? certamente confidiamo nella generazione cresciuta con Giovanni Paolo II, ma al momento queste parole sono cadute nel vuoto più assoluto o raccolte da pochissime persone....

    il Papa riconosce l'urgenza di RICOMINCIARE TUTTO DA CAPO DAI PREAMBOLI DELLA FEDE FINO AI NOVISSIMI che sono appunto: Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso...segno evidente che la liturgia che viviamo NON trasmette più queste verità di fede e questo già negli anni '80....

     
    Fraternamente CaterinaLD

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    Caterina63
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    00 02/02/2010 16:05
    Enricorns dal forum Famiglia Cattolica, a ragione si domanda:


    Conferenze Episcopali che approvano Bibbie esoteriche tendenzialmente massoniche, Congregazioni che ratificano lezionari deragliati e abberranti, interpretazioni progressiste del Concilio che stravolgono il senso della liturgia, espressioni che danno adito a interpretazioni contraddittorie o quanto meno dubbie della divinità di Gesù

     

    Ma qualcuno ci salverà da questo caos? Possiamo ancora sperare?





    *****************************************************

    caro enricorns....non so se tu ti ponga queste domande seriamente o se lo dici ironicamente, naturalmente mi farebbe piacere che fosse per la prima opzione, il porsi domande è un sinonimo di AMARE LA CHIESA E PATIRE PER QUELLO CHE STA PASSANDO e noi con Lei, perchè quando parliamo della Chiesa parliamo di un CORPO VIVO, di una Madre, di una Maestra, e non di una sorta di istituzione burocratica...

    premesso questo il quadro drammatico che viviamo NON deve scoraggiarci MAI....non è la prima volta che la Chiesa entra in crisi...rammentiamoci che l'eresia ariana che SCONVOLSE LA CHIESA vide per ben QUATTRO SECOLI ariani e Cattolici scontrarsi continuamente...fino alla vittoria dei Cattolici...
    Oggi questa battaglia è con il progressismo che non ha inventato dottrine eretiche nuove, ma piuttosto ha sposato delle FALSE INTERPRETAZIONI attribuite al Concilio e da qui si è scombussolato di nuovo l'assetto ecclesiale, ma ne usciremo fuori...COME SEMPRE...

    Faccio notare una cosa importante.... il Papa Benedetto XVI ha detto alla Sacra Rota la settimana scorsa:

    "Occorre rifuggire da richiami pseudopastorali che situano le questioni su un piano meramente orizzontale, in cui ciò che conta è soddisfare le richieste soggettive...."

    ebbene NON era MAI, mai accaduto che il Papa, in questi 40 anni, SEPARASSE LA PASTORALE DAL MAGISTERO ECCLESIALE...

    Il Papa qui responsabilizza LA PASTORALE (novità sorta con il Concilio) ad essere PIU' LEGATA AL MAGISTERO DELLA CHIESA ergo che se conosco bene il Magistero della Chiesa, sarò in grado di valutare quando nelle Parrocchie mi danno UNA BUONA PASTORALE O UNA "PSEUDOPASTORALE".... un termine molto forte che se lo avessimo usato noi saremmo stati accusati di andare CONTRO I VESCOVI, ma detto dal Papa appunto significa che sono i Vescovi che devono adottare le Pastorali al Magistero e non viceversa...

    Resta un punto chiave...
    Perchè il Papa NON corregge la CEI quando sbaglia?
    perchè non boccia le Traduzioni bibliche quando sono sbagliate?
    perchè insomma il Papa non agisce?

    il Papa è principalmente UN PASTORE...non un carabiniere e il Governo della Chiesa NON è un Soviet ma COMUNIONE VERA...
    qui entra in ballo la COMUNIONE COLLEGIALE che si vuole far apparire come invenzione del Concilio, ma che in verità c'è sempre stata...
    il Concilio definì solo i termini di collegialità dando effettivamente PIU' POTERE ALLE CONFERENZE EPISCOPALI nate appunto con il Concilio per aiutare il Governo della Chiesa in tutto il mondo...
    ma come è stata usata questa opportunità?
    NON tutto malamente per carità... il Papa NON ce la farebbe mai da solo a governare TUTTA la Chiesa...e tra l'altro NON è stato chiamato a gestirla da solo...DEVE PER FORZA CERCARE LA COMUNIONE E DEVE CERCARE DI UNIRE TUTTI I PASTORI...

    Quando dico o diciamo: IO STO CON IL PAPA, intendiamo proprio quando abbandoniamo certe pastorali che ci allontanano dal Magistero ecclesiale che è quello PONTIFICIO...
    non si tratta di criticare i vescovi, quanto di chiedere ai vescovi di RITORNARE AL MAGISTERO ECCLESIALE INTEGRALE...

    Il "potere" dei Laici non è da sottovalutare... santa Caterina da Siena, Laica consacrata, ci insegna dal 1300 come si lavora e si patisce per la Chiesa nel modo giusto e corretto...
    ecco perchè TUTTI i Santi, nonostante le tribolazioni sostenevano: CHI STA CON IL PAPA NON SBAGLIA MAI e taluni lo dicevano proprio quando erano i vescovi e certi sacerdoti a mettere a rischio la sana Dottrina...

    Qualcuno ci salverà da questo caos? certo

    il fatto stesso che con Benedetto XVI si è creato un fronte NUOVO votato a sostenerlo nella Riforma autentica voluta dal Concilio, significa che l'aiuto è già arrivato...sta a noi decidere da che parte stare:
    se vogliamo stare con il Papa si sta con lui APPLICANDO la sua Riforma OGGI...diversamente è meglio evitare di diventare seminatori di zizzania apportando interpretazioni scadenti del Concilio e del Magistero di sempre...

    Come possiamo contribuire?
    evitando di interpretare a seconda delle nostre inclinazioni o sipmpatie il Magistero....esso va interpretato ALLA LUCE DELLA TRADIZIONE DEL DEPOSITO DELLA FEDE, ogni pastorale contraria alla Tradizione o che induca ad una separazione, va bocciata senza mezzi termini...
    e poi PREGARE, PREGARE SENZA STANCARCI MAI, AMANDO CHI SI OPPONE AL PAPA CON LA CARITA' DELLA VERITA' E DELLA PREGHIERA...CON TANTA PAZIENZA, ESERCITANDO LA MITEZZA...MORENDO A NOI STESSI PERCHE' LA VERITA' POSSA FARSI STRADA...

     
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    Caterina63
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    00 05/02/2010 14:53


    Chiesa Cattolica: un movimento carismatico che segue il leader nel "Papa"?



    Da alcune riflessioni fatte da Rino Cammilleri nel suo libro: "Antidoti - contro i veleni di una cultura contemporanea ", faccio mie le seguenti considerazioni: la parte iniziale è tratta dal libro, il resto è una mia ricostruzione tratta da più fonti e dallo stesso libro e liberamente coordinate all'argomento trattato.
    Perdonate la lunghezza, ma non era possibile dissociare la cronologia dei fatti, abbiate pazienza di leggere e meditare fino in fondo!

    Di fronte all'ennesimo "credente e praticante" che mi oppone i "mea culpa" della Chiesa, stufo di arrampicarmi sugli specchi per spiegare "ciò che veramente ha detto il papa", dichiaro forfait!
    La gente oggi parla (e intende) la lingua dei titoli dei giornali e dei talkshow, cioè slogan. Figurarsi se legge i lunghissimi e verbosissimi documenti della Chiesa (ma il Concilio non serviva per SEMPLIFICARE?).
    Neanche i preti li leggono (neppure i vescovi i quali però pretendono che le loro pastorali siano lette ed applicate nella diocesi).
    Mi domando se la Gerarchia ecclesiastica se ne renda conto.
    Ormai, il Cattolicesimo, è diventato ciò che i sociologi chiamano un "Movimento carismatico", cioè un aggregato (piccolo o grande, non importa) di persone che seguono un leader, il Papa in questo caso..
    Non c'è più, tra "vertice e base", un laicato che traduca le direttive del Capo in azione politica in linguaggio concreto, in strutture autonome e armonizzate al fine di (ri)costruire una vera ed autentica civiltà cristiana.

    Così, mancando questo diaframma, il popolo cattolico ha finito per usare il linguaggio dei preti, i quali parlano (ovviamente) da preti.

    Ed è per questo che un bonismo francescaneggiante è ciò che ormai concretizza e caratterizza la mentalità cattolica.
    Ed è per questo che la "posizione" cattolica si è ridotta al no all'aborto e apreservativo (tanto per citare un esempio); due posizioni che tra l'altro ben pochi cattolici sono in grado di motivare sensatamente sena far ricorso alla lingua di legno clericale delle "nuove pastorali": < donarsi reciproco - apertura alla vita - diritto alla vita - tolleranza...>
    (...)
    Il Timone del 2007 ha postato un'inchiesta condotta in Francia, i dati sono preoccupanti:

    - la stragrande maggioranza dei Cattolici crede che la missione della Chiesa sia la lotta contro la povertà e per la pace nel mondo, idem per coloro che si sono definiti "praticanti" e di cui solo UNO SU TRE  ha detto che la vera missione della Chiesa consiste nel far conoscere il messaggio di Cristo;

    - il 62% dei Cattolici ha affermato che il messaggio della Chiesa insegna che tutte le religioni sono uguali e si equivalgono, idem per il 63% dei cattolici che si dicono "praticanti"

    Facendo un rapido calcolo dell'età degli intervistati parliamo proprio della generazione del "dopo-Concilio"...
    a tale crollo è ovvio che non ci si è arrivati in un giorno...ciò getta un'ombra inquietante sui tanti "maestri e pastori" del post-concilio, vescoi e teologi, preti e laici, che continuamente rifacendosi allo "spirito del Concilio" (termine condannato dal card. Ratzinger in Rapporto sulla fede), richiamandosi continuamente a quei Documenti come se la Chiesa non avesse mai parlato nè scritto altro in passato, dimostrano questi "frutti" e difficilmente potrebbero rallegrarsene.

    Se il Concilio nelle intenzioni descritte da Giovanni XXIII nel Discorso di apertura, intendevano solo trovare nuove vie pastorali, più semplici, per far fronte alle sfide della modernità, il risultato, dopo 40 anni è devastante e nel caso dell'inchiesta de Il Timone, la Chiesa in Francia, per i francesci cattolici, praticanti e non, è solo..."una agenzia filantropica e che una religione vale l'altra!"

    Purtroppo questa realtà descritta non è solo della Chiesa in Francia, tra il Belgio e la Spagna le cose non vanno meglio, in Italia la Chiesa è considerata UNA AGGREGAZIONE CARISMATICA il cui leader è il Papa" a dimostrazione del danno che nè preti nè vescovi spendono il proprio tempo per leggere e studiare come mettere in pratica le Encicliche e i Motu Proprio del Pontefice...la Caritas è nell'appiattimento più totale; l'ecumenismo e il "dialogo" fanno il resto.....e nella società dell'immagine la gente preferisce guardare la TV, preferisce i titoli dei giornali, crede che gli opinionisti aiutino alla comprensione, e allora perchè sprecare tempo a studiare o a leggere le encicliche ?

    Nel gennaio 2007, in una ricerca accademica compiuta fra economisti statunitensi, si tenta di spiegare una voragine impietosa: Dai banchi vuoti alle culle vuote. Il declino della fertilità tra i cattolici europei....
    Con i dati alla mano il rapido declino nei paesi "cattolici" europei parte dalla seconda metà degli anni '60, prima di quella data il tasso di fertilità e di unioni matrimoniali era superiore a quello dei paesi protestanti, oggi le parti si sono drasticamente invertite.

    Causa principale di tale declino è proprio il declino sociale della religione cattolica e non solo perchè è venuto meno L'INSEGNAMENTO CATTOLICO sul valore del Matrimonio, della procreazione, la difesa della vita, ma anche per la scomparsa di gran parte dei
     SERVIZI SOCIALI= I COLLEGI, GLI ISTITUTI PER L'INFANZIA, L'EDUCAZIONE ALLE GIOVANI FANCIULLE, è venuta meno soprattutto l'opera delle Suore trasformate, oggi, non si capisce bene in che cosa e questo senza togliere nulla all'attuale impegno di molti Istituti nella Case Famiglie, ancora in qualche Ospedale (e si perchè le suore sono scomparse anche dal Calvario dell'uomo), ecc...

    I dati parlano chiari: fino al 1966, in Italia, i tre quarti degli asili-nido e delle scuole materne, erano gestite da suore; in America gli ospedali cattolici fornivano un quinto di tutti i letti ospedalieri del paese..dal.le scuole superiori in Italia i preti sapevano e riuscivano ancora ad attirare l'attenzione dei giovani al sacerdozio, le vocazioni andavano bene....
    Stranamente, dopo il Concilio, e solo in dieci anni (è questa discesa vertiginosa che fa pensare), c'è il crollo verticale....
    In America le suore erano 140mila nel 1948 e ben 180mila nel 1966, dieci anni dopo erano già scese a 100mila oggi sono 80mila....

    Dal 1966 al 1992 gli Ordini religiosi femminili hanno chiuse centinaia di Case e si sono ridotte del 42% e questo calo ovviamente, denota inesorabilmente il declino delle loro prestazioni verso il bene della società..
    C'è un aspetto trascurato da molti dopo il Concilio: meno preti=meno figli e di conseguenza meno figli=meno preti e meno suore....

    Il cardinale Martini ha rivelato a don Mazzi che nella Chiesa di oggi NON SI COMPRENDONO I GIOVANI, essi sono inascoltati e che lui ha trovato e trova nei giovani di oggi UNA PROFONDA GENEROSITA' MIGLIORE CHE IN PASSATO, ma se ciò fosse vero, perchè i seminari ambrosiani sono in una grave carestia evidente e le parrocchie vengono accorpate per carenza di sacerdoti?
    In cosa consiste questa generosità dei gevani che nessuno vuole negare, ma ci si domanda " a cosa sono interessati?" ad una Chiesa sociale, carismatica, filantropica....? Perchè non si parla mai di vocazione quale "matrimonio fra il prete ela Chiesa" nella veste di sposa? perchè i giovani fuggono davanti a questa proposta che non è inclusa nelle nuove pastorali, ma non si dice!


    Veniamo alla pseudo e presunta "soluzione" (una fra le tante) che è stata trovata: I MATRIMONI MISTI

    Nella rivista Shalom (ebraica di Roma) di novembre 2009 c'è un attacco durissimo e pesante contro i matrimoni misti i quali, sottolinea l'alrticolo, "precludono il futuro di Israele" perchè, come sappiamo, ebrei si nasce per diritto genetico e non è sufficiente che uno dei due lo sia, deve esserlo innanzi tutto il padre il cui seme è ebreo, ma lo deve essere anche la madre che lo partorisce...
    Gli Ebrei sono preoccupati, i matrimoni misti da loro ha toccato il 50 % e così l'Agenzia ebraica si è attivata per una campagna DURISSIMA contro i matrimoni misti dal titolo: CHI SI ASSIMILA E' PERDUTO!, naturalmente  c'è una immagine con un prete cattolico, segnalato come il MASSIMO DELLA PERDIZIONE....ma non hanno vita facile neppure loro, dai blog e da internet il coro dei GIOVANI si sta ribellando a questa campagna e come andrà a finire sono affari loro....

    In Francia tra 150 e 200 musulmani all'anno (dati relativi all'anno scorso) si convertono al cristianesimo, ma a quale "cristianesimo"?
    I numeri dicono chiaramente che il fenomeno è dovuto al 50% ai matrimoni misti con cattolici, ma il bello è che ogni anno ben 3mila cristiani passano all'Islam Occhi al cielo

    Mentre l'Islam ha rilanciato una campagna propagandistica in forza al Corano e all'adorazione del Dio Misericordioso , il cristianesimo è diventato il credo dell'ASSISTENZA SOCIALE, un movimento carismatico adattabile a tutte le situazioni, libero dalle dottrine, CONCILIANTE CON TUTTI...
    il fatto che invece di trovare aderenti, fa SCAPPARE I CRISTIANI, significa che qualcosa non va, ma invece di affrontare il problema, i Pastori continuano con l'ecumenismo bonista, denunciando quasi, essi stessi, la pesantezza dell'obbedienza alle dottrine e perseguendo un credo superficiale e sufficiente a mantenersi in un livello mediocre di "bontà"!

    Non a caso i sociologi interpretano questa immigrazione dei cattolici verso l'Islam riferendosi ad un chiaro e legittimo sentimento "guerriero" e di combattimento che nel cattolicesimo non solo è venuto a mancare MA CHE E' STATO CONDANNATO ED ELIMINATO DAL SUO PASSATO GLORIOSO proprio da una certa pastorale del dopo.Concilio.... Occhi al cielo giusto per capire cosa s'intende, basta rileggersi la storia messicana del XX secolo (del 1915) e i Cristeros, o i martiri degli anni 30 nella Spagna saccheggiata dai rossi e il massacro appunto di preti, suore e laici...

    I matrimoni misti non sono stati una bella trovata!
    Al 90% dei casi è il coniuge cattolico che finisce per rinunciare alla sua Fede....dati alla mano è il cattolico che non può dire il rosario in casa, che non può pregare il Breviario, che deve andare alla messa di nascosto, se poi il coniuge cattolico è donna, non c'è speranza o diventa di una fede privata o finisce per cedere all'Islam...
    Non va meglio se il cattolico si sposa con un Protestante....lentamente finisce per sposare anche la fede del protestante perchè è più accomodante ni Sacramenti non sono 7 e non c'è l'obbligo della confessione personale al prete...

    Si dice che il Battesimo dato con l'acqua e la formula stabilita dalla Chiesa sia valido.... e questo lo dice la Chiesa fin dall'anno 400 d.C. dopo le varie dispute sul ribattesimo dei riconvertiti....ma forse i Padri della Chiesa non avevano previsto questa situazione e tuttavia avevano imposto anche un altra definizione alla validità del Battesimo: DATO CON LE STESSE INTENZIONI stabilite dalla Chiesa, viene spontaneo chiedersi se il Battesimo protestante mantenga oggi QUESTE INTENZIONI DELLA CHIESA...e fino a che punto i due coniugi di fede separata PARLINO DELLA MEDESIMA CHIESA....ben fanno gli Ortodossi che hanno eliminato il problema alla radice: per diventare ortodosso e sposarti devi restare ortodosso e devi sposarti un ortodosso....è l'altro che deve convertirsi, non l'ortodosso...
    Forse sono troppo "ortodossi" ma almeno sono chiari!


    Infine i Cristiani: in nome dell'Ecumenismo NON si capisce più se essere CATTOLICI significa ancora qualcosa!
    I Cattolici sono sempre stati Cristiani (sappiamo bene che il primo termine è cristiani, descritto in Atti), ma sappiamo anche che quando cominciò a serpeggiare l'eresia e cominciavano a crescere gruppi che dicendosi cristiani di fatto NON trasmettevano la medesima Dottrina, i Padri della Chiesa già dall'anno 150 d.C. cominciano a chiamare CATTOLICI i Cristiani fedeli alla Chiesa, Cattolica appunto, trasmessa anche nel formulazione del Credo....quindi il termine cattolico iniziò a significare anche l'integrità della Dottrina, universale appunto, ancor prima del termine "ortodosso" nato nell'ambiente scismatico...
    Un aiuto ce lo da Benedetto XV che spiega come essere Cattolici:
    «Questa è la fede cattolica; chi non la crede fedelmente e fermamente non potrà essere salvo»(28); o si professa intero, o non si professa assolutamente. Non vi è dunque necessità di aggiungere epiteti alla professione del cattolicesimo; a ciascuno basti dire così: «Cristiano è il mio nome, e cattolico il mio cognome»; soltanto, si studi di essere veramente tale, quale si denomina.

    "AD BEATISSIMI APOSTOLORUM" di Papa Benedetto XV


    Facciamo un esempio pratico:
    ....oggi esce un libro (faccio per dire un esempio) che ti spiega con dovizia magisteriale la dottrina voluta dal Concilio....due giorni dopo ne esce un altro che ti mette IN DUBBIO l'altro libro....entrambi i libri recano firme D'AUTORE, ossia di cardinali o vescovi o illustri teologi.... entrambi citano il Magistero ma interpretato diversamente....e così chi ci va di mezzo E' IL PICCOLO GREGGE CHE RESTA CONFUSO E DISORIENTATO....incapace di distinguere chi dice la verità fra i due...questo è il dramma di oggi e di come si vogliono affrontare questi temi!

    Così diceva Giovanni Paolo II :
    " Bisogna ammettere realisticamente e con profonda e sofferta sensibilità che i cristiani si sentono smarriti, confusi, perplessi e persino delusi.
    Si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre insegnata. Si sono propalate vere e proprie eresie in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni. Si è manomessa anche la Liturgia; immersi nel “relativismo” intellettuale e morale e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo, dall’illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza dogmi definiti e senza morale oggettiva.
    (...)
    e dice ancora:
    Oggi bisogna aver pazienza, e ricominciare tutto da capo, dai “preamboli della fede” fino ai “novissimi”, con esposizione chiara, documentata, soddisfacente. È necessario formare le intelligenze, con ferme ed illuminate convinzioni, perché solo così si possono formare le coscienze. Soprattutto oggi bisogna far sentire ed inculcare il “senso del Mistero”, la necessità della umiltà della ragione di fronte all’Infinito e all’Assoluto, la logica della confidenza e della fiducia in Cristo e nella Chiesa da lui appositamente voluta e fondata per donare per sempre agli uomini la pace della verità e la gioia della grazia. È questo un compito assai delicato e anche faticoso, che esige preparazione accurata e sensibilità psicologica; eppure è assolutamente necessario."

    (Giovanni Paolo II "MISSIONI AL POPOLO PER GLI ANNI 80" 6.2.1981)

    il Papa riconosce l'urgenza di RICOMINCIARE TUTTO DA CAPO DAI PREAMBOLI DELLA FEDE FINO AI NOVISSIMI che sono appunto: Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso...segno evidente che la liturgia che viviamo NON trasmette più queste verità di fede...segno evidente CHE NON SIAMO AFFATTO IN MAGGIORANZA CATTOLICI.... Occhi al cielo

    Il Papa infatti dice "siamo delusi"....chi è deluso? ovviamente la Chiesa della quale il Papa è il Vicario di Cristo, ma a chi si rivolge? a noi....ma chi lo ascolta? NESSUNO!
    Tuttavia, una pecorella piccola quale sono mi domando: "ma santità... chi vi impedisce di frenare questa autodistruzione? Se altri laici mi dicono: - bè sai è il Papa che ha detto che le religioni sono tutte uguali e che dobbiamo camminare tutti insieme e che la priprità è la pace non le dottrine - anche se so che NON è vero, è pur vero che Vostra Santità pur scrivendo bene ha fatto poco nei fatti per aiutarci ad applicare il suo Magistero nel tacere sulle devastanti "pastorali" moderniste che ci spingono a questa audomolizione come la definì Paolo VI...."

    Gesù ha detto: siate PCIFICI, NON PACIFISTI.... ma oramai l'errore si è propagato nella Chiesa è vero, molti conoscono la differenza, ma stranamente molti cattolici (o che tali si dicono) hanno sposato la battaglia dei movimenti politici pseudo cattolici che propugnano insieme alla Pace anche l'aborto, i PACS-DICO ed altre amenità condannate dal Magistero in termini anche pesanti e, ironia e paradosso filtrati dalle pseudopastorali che alla fine chiudono un occhio...

    Per concludere, ma molto ci sarebbe ancora da dire, "credere o non credere è un fatto personale...."
    ad una immagine distorta di che cosa è la Chiesa e di cosa è la sua missione ha portato alla CRISTOFOBIA e viceversa, dalla Cristofobia siamo giunti a falsificare l'immagine della Chiesa....
    il Papa Benedetto XVI ha detto alla Sacra Rota la settimana scorsa:

    "Occorre rifuggire da richiami pseudopastorali che situano le questioni su un piano meramente orizzontale, in cui ciò che conta è soddisfare le richieste soggettive...."

    NON era MAI, mai accaduto che il Papa, in questi 40 anni, SEPARASSE LA PASTORALE DAL MAGISTERO ECCLESIALE... ma c'è ancora molto da fare...Quando dico o diciamo: IO STO CON IL PAPA, intendiamo proprio quando abbandoniamo certe pastorali che ci allontanano dal Magistero ecclesiale che è quello PONTIFICIO... 
    non si tratta di criticare malamente i vescovi, quanto di chiedere ai vescovi di RITORNARE AL MAGISTERO ECCLESIALE INTEGRALE...
    ossia tornare ad essere CATTOLICI!

    Per concludere:

    Ammonisce ed istruisce con queste parole l'allora card. Ratzinger oggi Benedetto XVI:
    (La Festa della Fede e la Musica Sacra nella Liturgia - di J. Ratzinger ed. Jaca Book 1983)

    Gruppo o Chiesa?

    Cerchiamo brevemente di conoscere questa concezione nelle sue li­nee maestre. Il punto di partenza della liturgia — così ci viene detto —è il riunirsi di due o tre che stanno insieme nel nome di Cristo (199 a). Questo riferimento alla parola del Signore (Mt 18, 20) di primo acchito sembra innocuo e tradizionale. Ma tale parola acquista una portata ri­voluzionaria per il fatto che la citazione biblica è tolta dal suo contesto e viene fatta risaltare per contrasto sullo sfondo di tutta la tradizione liturgica. Perché i «due o tre» sono messi ora in opposizione nei con­fronti di un’istituzione con ruoli istituzionalizzati e nei confronti di ogni «programma codificato ». Così tale definizione significa quanto segue: non è la Chiesa che precede il gruppo, bensì il gruppo precede la Chiesa.

    Non la Chiesa nel suo insieme fa da supporto alla liturgia dei singoli gruppi e comunità, bensì il gruppo stesso è il luogo dove di volta in volta nasce la liturgia. La liturgia perciò non si sviluppa neppure par­tendo da un modello comune, da un «rito» (ridotto, in quanto «pro­gramma codificato», all’immagine negativa della mancanza di libertà); la liturgia nasce nel momento e nel luogo concreto grazie alla creatività di quanti sono riuniti. In tale linguaggio sociologico il sacramento del sacerdozio viene considerato un ruolo istituzionalizzato che si è procu­rato un monopolio (206 w) e, grazie all’istituzione (cioè alla Chiesa) ha dissolto l’unità primitiva e la comunitarietà dei gruppi. In tale contesto la musica, così ci viene detto, come pure il latino, sono divenuti un lin­guaggio da iniziati, «la lingua di un’altra Chiesa, cioè dell’istituzione e del suo clero».

    Due Chiese?

    L’aver isolato il passo di Mt 18, 20 dall’intera tradizione biblica ed ecclesiale della preghiera comune della Chiesa, come si vede, mostra ora gravi conseguenze: a partire dalla promessa che il Signore ha fatto a quanti pregano in ogni luogo, si è fatta una dogmatizzazione dei gruppi autonomi. La comunanza della preghiera è stata esasperata sino a divenire un appiattimento che considera lo sviluppo del ministero sacerdo­tale il sorgere di un’altra Chiesa. Da questo punto di vista ogni propo­sta che viene dalla Chiesa universale è giudicata una catena contro cui bisogna insorgere per amore della novità e libertà della celebrazione li­turgica. Non l’ubbidienza di fronte a un tutto, bensì la creatività del mo­mento diviene la forma determinante.

    ********************

     se siamo d'accordo su questo, ci siamo compresi e il più sarebbe fatto come inizio di una vera comprensione di che cosa è La Chiesa Cattolica!!





    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    00 23/03/2010 12:32
    IL RITORNO DEL SACRO

    Un’occasione nella confusione

    Andrea Menegotto

    "Questo cosiddetto fenomeno del ‘ritorno religioso’ non è privo di ambiguità, ma contiene un invito. La Chiesa ha un immenso patrimonio spirituale da offrire all’umanità, in Cristo che si proclama ‘la via, la verità e la vita’(Gv 14,6). E’ il cammino cristiano all’incontro con Dio, alla preghiera, alla ascesi, alla scoperta del senso della vita. Anche questo è un areopago da evangelizzare".

    (Giovanni Paolo ll, Redemptoris Missio, n. 38)

    Oggi noi ci troviamo a vivere in un periodo in cui, dopo avere assistito al crollo delle espressioni più significative di quella parte della storia moderna che, iniziata con la Rivoluzione francese nel 1789, si è conclusa - almeno idealmente - con la caduta dei muri delle ideologie nel 1989. Questo nostro tempo, definito "era post-moderna", è un’epoca in cui si sta assistendo ad un "ritorno del sacro" [1] . Le previsioni dei sociologi degli anni 1960 parlavano di "morte delle Chiese" e nel 1970 l’antropologo Antony Wallace affermava che il futuro evolutivo della religione doveva essere l’estinzione. Auguste Comte (1798-1857), il padre del positivismo, disse che l’umanità passa attraverso tre stadi: lo stadio magico, lo stadio religioso e poi quello scientifico. Egli riteneva che man mano che emerge la scienza, le religioni muoiono.

    Gli studiosi, però, sono stati costretti in questi ultimi anni a mettere in discussione le loro tesi proprio alla luce della situazione religiosa profondamente mutata. Possiamo citare come esempio il caso del teologo battista dell’Università di Harvard, Harvey Gallagher Cox, il quale nel 1965 diveniva famoso con l’opera intitolata La città secolare [2], in cui presentava come evidente la progressiva diminuzione di interesse per la religione da parte dell’uomo contemporaneo. Nel 1995, con il volume dal titolo Fire from the Heaven ("Fuoco dal cielo") [3], lo stesso Cox diventa sostenitore dell’idea che ritiene superate le tesi enunciate nel testo del 1965. Dunque, le affermazioni degli studiosi che trenta, venti, ma forse anche dieci anni fa pronosticavano l’"epoca post-religiosa" si sono rivelate inesatte. Il volume di Cox in particolare fa riferimento alla corrente pentecostale carismatica [4], ma offre anche l’occasione per sviluppare delle riflessioni più generali.

    Le statistiche affermano che l’ateismo[5] è decisamente in declino, l’interesse per la religione è in aumento, ad essere entrato in crisi è invece il concetto di "secolarizzazione". Di essa in sociologia si danno due definizioni, delle quali, alla luce della odierna situazione religiosa, una sola appare come valida. Se per "secolarizzazione" - secondo una definizione di carattere quantitativo - si intende quel processo per cui c’è sempre meno religione, si può dire chiaramente che la secolarizzazione non c’è, oppure che ne esiste molto meno di quello che veniva pronosticato. Se invece per "secolarizzazione" si intende - secondo una definizione di tipo "qualitativo" - il fatto che non c’è meno religione, ma, seppure ce ne può essere anche di più, essa conta sempre meno, allora con questo termine si inquadra correttamente la situazione attuale. Di fatto, la religione nel periodo che viviamo può essere paragonata ad una attività come lo sport o la moda, cioè ad un ambito in cui si cambia facilmente e proprio per questo essa non riesce - se non con rare eccezioni - ad incidere sulle grandi scelte dell’uomo. La secolarizzazione è perciò definibile come un processo qualitativo in cui la religione si marginalizza e quindi determina in maniera sempre minore le grandi scelte culturali, morali e politiche. A questo processo di marginalizzazione, che in alcuni paesi diventa un processo di vera e propria "scristianizzazione", si accompagna il successo di forme religiose che non pretendono di orientare la cultura oppure non sono attrezzate per fare questo. La religione si esprime perciò in "religiosità", cioè in un credere senza appartenere o in forme religiose non strutturate o istituzionalizzate.

    Il "risveglio religioso" o il "ritorno del sacro" di cui tanto si parla è per le Chiese Cristiane contemporaneamente una buona ed una cattiva notizia: è una buona notizia perché la religione mostra di essere un elemento costitutivo e fondamentale dell’uomo di tutti i tempi; infatti, oggi, il senso religioso esprime la sua capacità di riemergere nonostante i secoli della propaganda razionalista, che in nome della ragione voleva mettere da parte la religione per dare spazio alla sola scienza. In fondo, si rivela vero quanto affermava il celebre fenomenologo delle religioni Eliade (1907-1986), il quale affermava che essere uomo significa essere religioso e che gli uomini sono religiosi perché sono intelligenti [6]. E’ però - per le Chiese Cristiane - anche una cattiva notizia: solo una piccola parte dei nostri contemporanei fa ritorno alle Chiese un tempo maggioritarie, anche perché queste ultime sono state colte piuttosto impreparate dal "ritorno del religioso", in quanto si preparavano ad affrontare - come mostra, per quanto riguarda la Chiesa Cattolica, la teologia postconciliare - una secolarizzazione di tipo quantitativo, cioè una diminuzione della religione.

    Il senso religioso, quindi, non riemerge nella maggioranza dei casi in forme strutturate, ma piuttosto si manifesta con connotazioni particolari, poco istituzionali e individualistiche e non raramente prive di una certa ambiguità. A questo proposito alcuni parlano di "supermercato delle religioni", per indicare il fatto che ognuno tende a "costruirsi" la propria religione personale, scegliendo e fondendo in maniera sincretistica diversi elementi che vengono tratti dall’enorme offerta religiosa che caratterizza il mondo contemporaneo. In questo contesto si colloca il sorgere e lo svilupparsi dei vari fenomeni della nuova religiosità, fra i quali il diffondersi di credenze come quella nella reincarnazione, l’espandersi dei nuovi movimenti religiosi e magici, il grande proliferare della magia, dell’esoterismo, dello spiritismo, dell’occultismo in genere, di ideologie e pratiche di derivazione gnostica e, in maniera particolare, l’affermarsi del New Age.

    Il termine "confusione" è la parola che meglio rende l’idea dell’attuale clima religioso, in cui si segnala un’enorme pluralità di proposte spirituali. La confusione è prodotta dal relativismo dominante, il quale - affermando che non esiste una verità religiosa e che tutte le religioni sono uguali - fa da "grande basamento" al diffondersi dei nuovi movimenti religiosi ed è una caratteristica essenziale dell’ideologia del New Age. In questo clima il compito di ogni cristiano è quello di indicare all’umanità la Verità, cioè Cristo Signore; così la confusione si rivela in effetti anche una notevole occasione per il riannuncio e l’approfondimento della Buona Novella di Gesù.

    Dunque, di fronte al "ritorno del sacro", ogni cristiano deve sentirsi impegnato ad essere come una stella polare per i suoi fratelli e le sue sorelle, indicando, fra le molte vie proposte, il giusto sentiero per approdare alla meta che è Gesù, Via Verità e Vita (cfr. Gv 14,6). La domanda del Signore: "Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" (Lc 18,8) deve essere di sprone e deve far comprendere l’urgenza del compito e la responsabilità affidata ad ogni discepolo di Gesù. A questo quesito, ognuno di noi dovrebbe rispondere così come suggeriva Massimo Introvigne al termine del suo insegnamento tenuto in occasione della XX Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito (24 aprile 1997): "Non lo so, ma un po’ dipende anche da me!".

    * "Io sono la Via, la Verità e la Vita…!" n. II\ 6.



    NOTE



    Sul "ritorno del sacro": cfr. anche l’articolo di PierLuigi Zoccatelli, "Ritorno del sacro, ‘sette’ e Fede cattolica". Per avere un quadro generale e completo sull’"epoca postmoderna": cfr. Massimo Introvigne, Il sacro postmoderno. Chiesa, relativismo e nuova religiosità, Gribaudi, Milano 1996. In particolare, per una trattazione esauriente sul "ritorno del sacro" , sulla "secolarizzazione" e per un’analisi e una riflessione sulle opere di Cox: cfr. "Il sacro postmoderno. Harvey Cox e la ‘fine’ della secolarizzazione", in ibid., pp. 5-22. Sulla situazione religiosa contemporanea: cfr. anche, dello stesso autore, "La prova della storia", sintesi dell’insegnamento dal titolo "Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?", tenuto alla XX Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rimini, 24-27 aprile 1997), in "Rinnovamento nello Spirito Santo" n. 4-5\1997. La registrazione completa dell’insegnamento è disponibile su audiocassetta (reg. catalogo P1445\1) della Cooperativa "Vocepiù", Milano).
    Harvey Gallagher Cox, The Secular City, Macmillan, New York 1965, tr. it. La città secolare, Vallecchi, Firenze 1968.
    H.G. Cox, Fire from the Heaven. the Rise of Pentecostal Spirituality and the Reshaping of Religion in the Twenty-First Century, Addison-Wesley, Reading (Massachusset) 1995.
    Sull’argomento: cfr. CESNUR [Centro Studi sulle Nuove Religioni] (a cura di M. Introvigne), La sfida pentecostale, Elle Di Ci, Leumann , Torino 1996 e M. Introvigne, Aspettando la Pentecoste. Il quarto ecumenismo. Intervista a Matteo Calisi e Giovanni Traettino, Edizioni Messaggero Padova, Padova 1996.
    Sul punto: cfr. Gianpaolo Barra, Perché credere. Spunti di apologetica, Edizioni Centro Grafico Stampa, Seriate (Bergamo) 1997, pp. 17-24 e, per una critica al comunismo ateo, pp. 31-39.
    Cfr. Mircea Eliade, Storia delle credenze e delle idee religiose, vol. I, Firenze 1983, p. 6. Sul punto cfr. anche il paragrafo "L’uomo religioso" in G. Barra, ibid., pp. 46-147.
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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    Caterina63
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    00 13/04/2010 14:55

    un papa alle prese con il messaggio di Fatima

    Negli anni del post Concilio dalla penna del grande scrittore cattolico Bruce Marshall venne fuori una fantastica e profetica figura di papa, Urbano IX: l’omonimo romanzo fu pubblicato da Longanesi nel 1973. Urbano XI nella fantasia di Marshall è succeduto nel 1990 al suo rivoluzionario predecessore Marco I il cui aereo con tutto il seguito cardinalizio “è precipitato” mentre si recava a Varsavia per il Congresso Eucaristico. Il nuovo papa si trova subito al centro di grossi problemi suscitati dal pontefice defunto: l’ambasciatore sovietico lo avvicina minacciando denunce esplosive; deve concedere udienza a una bellissima donna cubana che gli fa intendere di essere stata l’amante di Marco I ; poi seguono vari attentati, un viaggio in Spagna dove rimprovera il caudillo di turno per la sua infedeltà coniugale e dove è fatto oggetto di un rapimento da parte degli anarchici spagnoli; segue poi un viaggio in America dove il papa tiene discorsi antimilitaristi che indispongono il presidente; infine il viaggio in Polonia dove la maggioranza cattolica si serve di lui per strappare concessioni al governo comunista …

    Tornato in Vaticano, Urbano IX è costretto a dare asilo politico ad una scrittrice russa che ha vinto il premio Nobel con un libro polemico contro l’URSS. A questo punto, Urbano IX scopre che non esiste paese sulla terra minimamente favorevole a lui, e che persino il popolo di Roma non lo può sopportare. Gli rimane l’amicizia fedele del suo gatto, Trastevere Tom. Ecco di seguito una parte del dialogo tra il cardinale arcivescovo di Chicago e il papa durante il viaggio di Urbano IX negli States.



    «Il messaggio che la Madonna consegnò ai tre fanciulli fu recapitato per lettera dal vescovo di Leiria-Fatima al Papa, con istruzioni nel senso che il suo successore non dovesse aprire la lettera stessa fino al 1960.»
    Quale che potesse essere stato il messaggio contenuto nella lettera, Giovanni XXIII sembrava averlo tenuto per sé, poiché nulla era filtrato fino a Urbano IX. E era tanto meglio così per Urbano IX, pensò il Pontefice, in quanto, con un Delegato Alcoolico che si dava alla vodka a Mosca e una piccola sorella che appioppava un Picangelo a Washington, il Vicario di Cristo aveva già abbastanza lividi sulla spalla, per i fedeli di tutto il mondo, da potersi esimere dal saluto alla Ferita sulla Spalla.

    «Abbiamo sempre conosciuto una parte del messaggio, naturalmente, Santità. “Non c'è ordine in nessun luogo" disse la Madonna. “È Satana a governare il mondo e a decidere come devono essere condotte le cose. Forse Satana riuscirà persino a arrivare alle supreme cariche della Chiesa.”

    «Questo si riferisce certamente a Noi », disse Urbano con una risata, mentre impartiva benedizioni in serie a una fila di suore appollaiate sulla sommità di un cartellone pubblicitario della Coca-Cola; ma, nel profondo del cuore, Urbano sentì che quelle parole si addicevano ancor più a Marco I, a Leone XIV e ai santi acrobati che si dondolavano sui troni di Mechlin e di Buenos Aires.

    Egli riuscirà a seminare la confusione nella mente dei grandi studiosi che inventeranno, armi con le quali la metà del genere umano potrà essere distrutta in pochi minuti. Porterà i potenti sotto il suo pollice e li costringerà a costruire armi in gran numero. I cardinali saranno contro i cardinali e i vescovi contro i vescovi.”

    Dov'era finita, in realtà, la lettera consegnata a Benedetto XV? Urbano se lo domandò mentre benediceva e benediceva e benediceva. Era stata soffiata via dal vento fuori della finestra insieme al latino e alle abitudini delle suore olandesi? Oppure Leone XIV l’aveva gettata nel cestino della carta straccia insieme al proprio breviario?

    La grande, grande guerra avverrà nella seconda metà del secolo ventesimo. Allora fuoco e fumo cadranno dal cielo e le acque della terra si tramuteranno in vapore scaraventando la loro spuma verso il cielo.”
    Erunt signa in sole et luna, et stellis; et in ferra pressura gentium irae confusione sonitus ,maris et fluctuum », ricordò Urbano dal Vangelo per la prima domenica dell'Avvento. «Vi saranno segni nel sole, e nella luna e nelle stelle; e sulla terra la disperazione delle nazioni, a causa della confusione dello scroscio del mare.»

    Quando cominciò a vestirsi, nello spogliatoio del campo militare, per la messa, Urbano stava pensando che c'era molto da dire a favore delle complicazioni di Fatima.


    Tutto solo fantasia?
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    Caterina63
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    00 15/04/2010 12:36
     



    Una blogghista, inquesto collegamento troverete tutta la discussione: in un forum in cui si parla di errori all'interno di un noto Cammino,  movimento post-conciliare nella Chiesa, mi ha posto questa domanda:

    ****

    Ora mi accorgo che potrei dar luogo a confusione tra l'idea di un'intervento chirurgico urgente (se non proprio "salvavita", cioè di quelli da eseguire ipso-facto, in seguito ad un'emorragia cerebrale e simili...) e quella, meno drammatica, di una terapia da seguire con urgenza: ma poco importa, se il concetto che accomuna le due immagini è appunto quello di URGENZA !

    ....e immaginando la situazione spesso paragonata ad un cancro che, mai curato, col tempo ha formato tante metastasi, che si moltiplicano velocemente, osserviamo lucidamente che
    IL FATTORE TEMPO E' ESSENZIALE perchè va a favore della malattia, e la cura (già tanto ritardata nell'applicazione) dovrebbe gareggiare con essa, cioè BATTERLA SUL TEMPO!

    ma i medici non si muovono,
    temporeggiano, mettono la cura "a fianco della malattia", come "possibilità alternativa e facoltativa" !
    (come se un medico, ad un malato grave in pericolo di vita dicesse bonariamente, senza volerlo troppo allarmare: "Se ti va l'idea, si potrebbe prendere questa medicina...se vuoi, però, eh! solo se ti aggrada, non sei mica obbligato, solo se ti fa piacere aderire alla proposta: non devi sentirti costretto, è una LIBERA SCELTA....", ma non gli dicono che è questione di vita o di morte il curarsi, questo è il guaio!);

    ....propongono semplicemente, non assegnano a nessun infermiere incarichi di sorveglianza del paziente e SOMMINISTRAZIONE REGOLARE DI FARMACI prescritti
    (perchè purtroppo, cara Caterina, i farmaci NON VENGONO QUI PRESCRITTI, ma solo PROPOSTI, figurati se il paziente grave, gravissimo, che non crede di esserlo, starà lì a decidere facoltativamente se curarsi o no !)
    e (forse) i medici si consultano ogni tanto tra di loro (forse!....)
    ---------------

    Ma esiste qui, nel contesto reale osservato e riportato nella similitudine, un ospedale organizzato e funzionante, in cui il Paziente si possa ricoverare con fiducia che i responsabili si occupino di curarlo FINO A GUARIGIONE AVVENUTA E VERIFICATA ?
    che ne dici, Caterina ?


    ******************************

    Cara Sofia e cara Rita..... se dovessi "negare" a me stessa il problema tra il dire e il fare, non starei qui e altrove a discutere sulla Riforma benedettiana ^__^

    Non fatemi passare per l'insensibile che non comprende il vostro dramma o il dramma di chi nel CN è rimasto non semplicemente deluso, ma anche traumatizzato: se un solo membro, soffre TUTTA la Chiesa, così quando un membro gioisce, giosce tutta la Chiesa (per dirla con san Paolo)...

    Ciò che forse mi riesce difficile da farvi comprendere (e guardate che è difficile anche per i vescovi e sacerdoti) è che la nella Chiesa ci sono i Documenti e molti di questi parlano chiaro...il punto di distacco sta nell'interpretazione anche di questi...
    prima del Concilio tale aberrazione non era possibile perchè il Documento non veniva inmterpretato, ma si dava per essere applicato senza se e senza ma, da dopo il Concilio le cose sono cambiate...non solo il Documento lo si interpreta (con i danni che ben conosciamo) ma si scrive anche in modo che NON appaia mai il concetto di scomunica e di eresia e di conseguenza abbiamo L'AMBIGUITA'....una denuncia per altro non mia ma del cardinale Biffi...

    L'ospedale di cui parla Sofia è in verità AL COLLASSO ^__^
    Non abbiamo forse nella vita reale medici che invece di salvare le vite umane sono convinti che esse debbano morire come appunto medici che si prestano all'aborto?
    Ora non operano neanche più, BASTA UN PO' D'ACQUA E UNA PILLOLA, ED ECCO RISOLTO IL PROBLEMA ETICO....

    Non è da meno il fatto che alcuni "medici" nella Chiesa (sacerdoti e vescovi) si siano avviati verso la distruzione DELLE ANIME....nel mondo i medici uccidono i corpi malati, nella Chiesa i medici-sacerdoti corrompono le anime...uccidendole...

    Attenzione questo quadro apocalittico è reale e lo sappiamo bene, ma il puntare il dito serve a poco...per esempio:
    Veronesi sostiene che un uomo e una donna a 50 anni, dopo aver fatto i figli e cresciuti NON SERVONO PIU' A NULLA e andrebbero eliminati specialmente se improduttivi e ammalati...
    Ora, dopo aver puntato il dito su una castroneria del genere, va da se che non posso eliminare Veronesi, ergo, come posso difendermi?
    appoggiando e sostenendo chi la pensa diversamente...^__^

    Ecco cosa significa comunque sia, stare davvero con il Papa!
    pur riconoscendo delle scelte CHE NON COMPRENDIAMO (e se non le comprendo attendo pazientemente di capirle) resta palese che NEI TESTI SCRITTI E NELLE PREDICHE il Papa dice il contrario di ciò che avviene nella Chiesa e in molkte comunità, di esempi ne abbiamo portati tanti!
    E su questi dobbiamo contare ed insistere...

    Sappiamo bene infatti che quando un virus colpisce il corpo e ne inizia la devastazione, la prima cosa che si vede sono gli effetti devastanti.... le cure specialmente all'inizio, sembrano invisibili ed inefficaci, ma se il corpo reagisce bene e con l'aiuto della Grazia, lentamente, MOLTO LENTAMENTE, ma moltissimo lentamente... la cura farà il suo effetto

    Sono due anni che ho una infezione all'occhio....sono stata operata e sembrava tutto OK e invece no, l'infezione procede ed ha attaccato l'altro occhio mentre sembra essersi placata nell'altro...e intanto sono passati già due lunghissimi ed interminabili anni ^__^
    perdonate l'esempio personale che vi porto, ma è così che vedo l'infezione che ha colpito la Chiesa...il Papa sta operando grandemente, gli effetti ci sono, ma l'infezione persiste anche a fasi alterne, alterandosi ogni tanto, ma destinata a finire...

    E' stata citata l'Udienza di Mercoledì da jonathan... il Papa STA OPERANDO grandemente...ci vuole PAZIENZA e tanta fiducia che Colui che ci ha mandato questo Medico, questo grande Chirurgo, riuscirà nell'impresa...
    Non dimentichiamo che NON siamo chiamati nè a salvare la Chiesa, nè a salvare il mondo, ma A PERSEVERARE NELLA FEDE TRAMANDATA...e a fare attenzione NOI a perdere la fede a causa dell'infezione...

    Infine, sempre restando nei paragoni, che cosa è un vaccino? è l'iniezione DEL VIRUS abilmente corretto...^__^
    ma si dice che è scientificamente provato che ogni tot di casi, tale vaccino invece di salvare, produce gli effetti della malattia...
    Temo che ciò sia accaduto con la scusa del Concilio: laddove si è voluto mettere un vaccino con certi movimenti, di fatto si è procurata una certa malattia alla quale il Medico(=Papa) sta cercando di porre rimedio...

    P.S.
    per capire che il collasso di cui parlo NON è nuovo nella Chiesa...
    leggete la stupenda predica tenuta da padre Giovanni Scalese e che ha postato sul suo Blog senzapelisullalingua
    :

    Stupenda catechesi di padre Giovanni Scalese sulla "tiepidezza e santità"


    sta descrivendo i fatti della Chiesa del 1500
    ^__^


    [Modificato da Caterina63 15/04/2010 12:42]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    Caterina63
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    00 23/04/2010 11:40
     Si sa che il Signore percuote I SUOI, QUELLI CHE AMA MAGGIORMENTE, QUELLI DAI QUALI SI ATTENDE IL MANTENIMENTO DELLA SANA DOTTRINA IN MEZZO A TANTA ZIZZANIA..... Occhiolino



    ...pensate a questo: mentre i vescovi in quegli anni 60/70 permettevano a qualche LAICO di inventare una messa....ed altri imperversavano con la Teologia della Liberazione....ed altri ancora iniziavano a seminare le dottrine del tempo....PADRE PIO VENIVA PERSEGUITATO proprio da molti vescovi  veniva esiliato e confinato nella sua cella....gli veniva proibito di confessare....

    ai preti più giovani che volevano continuare a dire Messa in latino, VENIVA LORO VIETATO con la conseguenza che si andò così a formare la FSSPX la quale all'inizio raccolse proprio un tripudio di successo proprio fra i preti giovani poichè Paolo VI aveva detto che solo i preti ANZIANI potevano celebrare in antico....e ancora altri vescovi iniziavano a VIETARE IL CATECHISMO DI SAN PIO X NELLE PARROCCHIE (di questo ne fui io testimone oculare), iniziando a far infiltrare catechismi con pensieri modernisti....

    Dice infatti Benedetto XVI nella Summorum Pontificum:

    Tutti sappiamo che, nel movimento guidato dall’Arcivescovo Lefebvre, la fedeltà al Messale antico divenne un contrassegno esterno; le ragioni di questa spaccatura, che qui nasceva, si trovavano però più in profondità. Molte persone, che accettavano chiaramente il carattere vincolante del Concilio Vaticano II e che erano fedeli al Papa e ai Vescovi, desideravano tuttavia anche ritrovare la forma, a loro cara, della sacra Liturgia; questo avvenne anzitutto perché in molti luoghi non si celebrava in modo fedele alle prescrizioni del nuovo Messale, ma esso addirittura veniva inteso come un’autorizzazione o perfino come un obbligo alla creatività, la quale portò spesso a deformazioni della Liturgia al limite del sopportabile. Parlo per esperienza, perché ho vissuto anch’io quel periodo con tutte le sue attese e confusioni. E ho visto quanto profondamente siano state ferite, dalle deformazioni arbitrarie della Liturgia, persone che erano totalmente radicate nella fede della Chiesa.


    A tal riguardo vi offro un testo interessantessimo tra i DOSSIER di Propaganda Fides.... che fa luce e mette in chiaro alcuni aspetti da noi quotidianamente vissuti e combattuti.... Occhiolino

    si legge:

    La Chiesa post-conciliare è quella autentica?

    Il provocatorio titolo che ho voluto dare a questo paragrafo ha la finalità di mettere in luce le tante mistificazioni che si tentano di far passare quando si parla di Concilio Vaticano II. Se nel linguaggio della gente comune possono essere accettate formulazioni del tipo: “la Chiesa del dopo concilio è più vicina alla gente”; oppure, finalmente con il Concilio “ la Chiesa perde il suo volto dogmatico per mostrarne uno più umano” o altro. Diventa, tuttavia assai più grave quando formulazioni di questo genere, semmai più raffinate, provengono da uomini di Chiesa o talvolta da sedicenti intellettuali cattolici.
    (...)
    Ma essere passati dalla considerazione di un Concilio come evento straordinario al tentativo di contrapporre una Chiesa post-conciliare ad una pre-conciliare è senz’altro grave. La Chiesa, aveva affermato Giovanni XXXI, ha la missione di custodire il deposito della fede e dedicarsi “con alacre volontà e senza timore a quell’opera che la nostra età esige, proseguendo così il cammino, che la Chiesa compie da quasi venti secoli” (Giovanni XXIII, Discorso di apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, 11 ottobre 1962).

    (...)
    “Credevamo che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole, per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole e di tempeste, e di buio, e di ricerche e di incertezza, e si fa fatica a dare la gioia della comunione; predichiamo l'ecumenismo e ci distacchiamo sempre di più dagli altri, e cerchiamo di scavare abissi invece che colmarli. Come è avvenuto questo? Noi vi confideremo un pensiero che può essere - lo mettiamo noi stessi qui in libera discussione - che può essere infondato, e cioè che ci sia stato un potere, un potere avverso, diciamo il suo nome, il diavolo, questo misterioso essere che c'è […]. Noi crediamo in qualche cosa di preternaturale avvenuto nel mondo proprio per turbare, quasi per soffocare i frutti del Concilio Ecumenico e non lasciare che la Chiesa scoppiasse nell'inno della gioia di aver riavuto in pienezza la coscienza di sé”
    (Paolo VI, Fortes in fide, omelia nella Messa per il nono anniversario dell'incoronazione, del 29-6-1972 in: Insegnamenti di Paolo VI, Roma: Libreria Editirice Vaticana, vol. X, pp. 703-709).

    (...)
    Nel tentativo, spero riuscito, di sgombrare il dubbio circa una contrapposizione tra una Chiesa pre e postconciliare, passo ad affrontare la questione che qui ci interessa più da vicino: la liturgia. Infatti è su questo versante che l’“ermeneutica della discontinuità e della rottura” (fu l’espressione usata da Benedetto XVI nel discorso in occasione degli auguri natalizi alla Curia romana il 22 dicembre 2005. In quella circostanza il Pontefice, approfittando del 40° anniversario dalla chiusura del Concilio, ne delineò un breve bilancio. Nell’esprimere un giudizio positivo sull’assise conciliare, stigmatizzò l’atteggiamento di coloro che avevano voluto contrapporre la Chiesa pre-conciliare ad una post-conciliare. Ad una “ermeneutica della discontinuità e della rottura”, Benedetto XVI indicava per una lettura corretta del Vaticano II “un’ermeneutica della riforma e della continuità”) ha fatto più “vittime”. È sul versante liturgico che il popolo di Dio ha avuto il martellante insegnamento che finalmente si era passati da una liturgia in cui i fedeli erano in una posizione di passività ad una di autentica partecipazione. I fronti su questo livello sono tanti: dalla lingua liturgica, alla posizione del sacerdote durante la celebrazione; dall’arte sacra alla musica sacra.

    Sembra comunque che l’“ermeneutica della discontinuità” abbia fatto del termine “partecipazione” la sua parola d’ordine...


    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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    00 03/05/2010 22:00

    Gli attacchi alla santità della Chiesa. Un nuovo “inganno” della Provvidenza?

    La domanda che è nel titolo di questo post nasce dalla celebre rilettura che Giovanni Battista Montini fece della perdita dello Stato Pontificio da parte della Chiesa. Ai credenti dell’epoca parve un disastro, ai miscredenti un trionfo. In realtà fu una smentita per entrambi: fu per la Chiesa l’inizio di un grandioso rinnovamento.

    E se anche i martellanti attacchi di oggi alla santità della Chiesa fossero un gioco della Provvidenza, dal quale la Chiesa potrebbe uscire purificata e rinvigorita? Lo storico laico Gianpaolo Romanato, in una relazione tenuta il 3 maggio a Genova in un seminario di preparazione alla 46.ma Settimana Sociale dei Cattolici Italiani (Reggio Calabria, 14-17 ottobre 2010), ha istituito proprio questo parallelo. Facendo notare però una differenza, rispetto agli avvenimenti di un secolo e mezzo fa. Mentre la Chiesa di allora subì gli eventi, quella di oggi, grazie a un papa come Benedetto XVI, li precorre:

    “Benedetto XVI sta imponendo alla Chiesa universale una linea di condotta non di arroccamento attorno alla propria giurisdizione ma di totale rispetto e adeguamento alle giurisdizioni pubbliche e civili. La svolta che questo papa sta oggi imprimendo all’istituzione ecclesiastica costituisce una rivoluzione di portata epocale, una svolta che non tutti hanno ancora compreso, né dentro né fuori della Chiesa”.

    Certo, l’impresa di papa Benedetto è molto più che un “adeguamento” alla giustizia terrena. Egli è impegnato anche e ancor più nell’ordine della grazia, in una “reformatio Ecclesiae” che risponde a criteri propri e ulteriori, per quanto in armonia con le giurisdizioni civili. Ma sta di fatto che Benedetto XVI si associa alla sostanza della tesi di Romanato quando dice, come ha detto nell’
    omelia ai biblisti del 15 aprile scorso:

    “Sotto gli attacchi del mondo che ci parlano dei nostri peccati, vediamo che poter fare penitenza è grazia. E vediamo che è necessario far penitenza, cioè riconoscere quanto è sbagliato nella nostra vita, aprirsi al perdono, prepararsi al perdono, lasciarsi trasformare. Il dolore della penitenza, cioè della purificazione, della trasformazione, questo dolore è grazia, perché è rinnovamento, è opera della misericordia divina”.

    Ma ecco qui di seguito l’attacco della relazione del professor Romanato, il cui testo completo è in questa pagina di www.chiesa:La questione cattolica nell’Italia che cambia“.

    Romanato è un autore che i lettori di www.chiesa conoscono bene. Specie per il suo folgorante ritratto del cardinale Merry del Val, segretario di Stato di Pio X: “Ecco un perfetto segretario di Stato. Ma di un secolo fa“.


    *

    UN ATTACCO CHE SI RIVELÒ UN GUADAGNO

    di Gianpaolo Romanato

    La riflessione [...] non può non partire dal famoso discorso che Giovanni Battista Montini tenne in Campidoglio il 10 ottobre 1962, alla vigilia dell’apertura del Concilio Vaticano II e un anno dopo la celebrazione del centenario dell’unità d’Italia. [...] L’allora arcivescovo di Milano, che meno di un anno dopo sarebbe diventato sommo pontefice, sostenne che il 20 settembre del 1870 la “Provvidenza” aveva ingannato tutti, credenti e non credenti.

    Aveva ingannato i credenti, che dalla fine del potere temporale temevano il crollo dell’istituzione ecclesiastica, e aveva ingannato i non credenti, che dopo la presa di Roma quel crollo desideravano e attendevano. Accadde infatti, osservò Montini, che perduta “l’autorità temporale”, ma acquistata “la suprema autorità nella Chiesa”, il papato riprese “con inusitato vigore le sue funzioni di maestro di vita e di testimonio del Vangelo”. Non avvenne, dunque, il disastro annunciato – temuto o sperato che fosse – ma si schiuse al papato una stagione di ritrovata credibilità e alla Chiesa tutta un capitolo di profondo rinnovamento. [...] Un caso esemplare, potremmo dire, di eterogenesi dei fini.

    C’è dunque un risultato positivo del 20 settembre, che va ricordato. Il papato si liberò dell’ingombrante fardello del potere temporale ed entrò nella modernità finalmente libero da un impaccio che rendeva la Chiesa, in piena epoca liberale, un’anacronistica sopravvivenza dell’ancien régime prerivoluzionario.

    Ma ricordando questo risultato, non possiamo fare a meno di riflettere sul fatto che a produrlo fu la pressione degli eventi italiani, cioè un fattore esterno e contrapposto alla Chiesa, e non un’autonoma scelta ecclesiastica. Né possiamo ignorare che ciò che Montini chiamerà evento provvidenziale e liberatorio, la Chiesa del tempo lo visse in tutt’altro modo: come un dramma di proporzioni apocalittiche che alimentò una frattura politica e sociale le cui conseguenze non si sono ancora, a ben guardare, del tutto e totalmente rimarginate. Non possiamo fare a meno di notare, insomma, negli eventi che accompagnarono il compimento dell’unificazione, un aspetto contraddittorio che fatichiamo anche oggi, a distanza di quasi un secolo e mezzo, a comprendere.

    È vero, potremmo aggiungere, che alla dimensione statuale la Santa Sede non ha mai rinunciato, e l’ha riottenuta con gli accordi del 1929 e la conserva tuttora saldamente. Ma è evidente che ciò non può essere in alcun modo una giustificazione a posteriori della grande rottura ottocentesca. Tra lo Stato pontificio anteriore al 1870 e quello Stato reale ed effettivo, ma territorialmente simbolico e sostanzialmente privo del potere civile che è l’odierna Città del Vaticano, corre una differenza immensa, che a nessuno può sfuggire.

    Perché, dunque, [...] la Chiesa del tempo subì anziché provocare essa stessa un mutamento che, alla lunga, si rivelò un guadagno? Perché non rinunciò essa stessa allo Stato temporale che già in occasione della guerra federale del 1848 era apparso un peso e una contraddizione?

    Non ho risposte da dare a questo interrogativo, che ripropone, in tutta la sua drammatica e irrisolta complessità, il nodo difficile e sempre riaffiorante del rapporto della Chiesa con il tempo e la storia, una storia che essa vorrebbe dominare e dalla quale invece, non infrequentemente, è dominata, e non sempre, aggiungo, ricevendone un danno.

    Il pensiero corre quasi per forza agli eventi tristi di queste ultime settimane. Anche oggi è la pressione esterna, probabilmente tutt’altro che disinteressata, che ha fatto emergere la piaga della corruzione morale di una parte del clero e ha costretto l’istituzione a voltar pagina. Oggi però a capo della Chiesa c’è un pontefice il quale, anziché subire gli eventi, quasi li precorre, imponendo alla Chiesa universale una linea di condotta non di arroccamento attorno alla propria giurisdizione ma di totale rispetto e adeguamento alle giurisdizioni pubbliche e civili. La svolta che Benedetto XVI sta oggi imprimendo all’istituzione ecclesiastica costituisce una rivoluzione di portata epocale, una svolta che non tutti hanno ancora compreso, né dentro né fuori della Chiesa.

    Una rivoluzione che suggerisce qualche interrogativo circa l’esito che avrebbero potuto avere gli eventi risorgimentali se anche un secolo e mezzo si fossero anticipati i fatti anziché subirli. Interrogativo naturalmente senza risposta, ma che serve a farci capire come una memoria condivisa del nostro passato debba necessariamente passare attraverso un serio ripensamento critico anche da parte cattolica, dei fatti che accompagnarono l’unificazione nazionale.

    Ripensamento critico che se dovesse coinvolgere anche l’altro dei due contendenti di allora, cioè lo Stato, non potrebbe tralasciare di affrontare il nodo rappresentato dalla guerra alla Chiesa che si volle ingaggiare allora. Guerra che produsse l’effetto di demolire l’unico sentimento che accomunava gli italiani, a qualsiasi ceto sociale appartenessero e in qualunque degli stati preunitari vivessero: il sentimento religioso, il senso di appartenenza alla Chiesa. A me pare che il vuoto, anche civile, che si è aperto allora, non sia stato ancora colmato. [...]

    (Gianpaolo Romanato è professore di storia contemporanea all’Università di Padova).

    <<<  >>>

    NOTA BENE !

    Il blog “Settimo cielo” fa da corredo al più importante sito “www.chiesa”, curato anch’esso da Sandro Magister, che offre a un pubblico internazionale notizie, analisi e documenti sulla Chiesa cattolica, in italiano, inglese, francese e spagnolo.

    Gli ultimi tre servizi di “www.chiesa”:

    3.5.2010
    > La grande “scommessa”. Come rifondare da capo la Legione
    Le colpe di Maciel. Il sistema di potere che copriva la sua vita indegna. Le autorità vaticane accusano. E dettano l’agenda della ricostruzione. Con i pieni poteri affidati a un cardinale delegato dal papa

    30.4.2010
    > Passione di Cristo, passione dell’uomo
    È il motto dell’ostensione della Sindone, in corso a Torino. Ai milioni di pellegrini da tutto il mondo si unisce il 2 maggio anche il papa. In parallelo, una grande mostra sul corpo e il volto di Gesù nell’arte

    26.4.2010
    > Chiesa peccatrice? Una leggenda da sfatare
    La formula è sempre più di moda, ma è estranea alla tradizione cristiana. Sant’Ambrogio chiamò la Chiesa “meretrice” proprio per esaltare la sua santità. Più forte dei peccati dei suoi figli


    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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    Caterina63
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    00 05/06/2010 21:56

    tutto un mondo venne spazzato via dalla mattina alla sera

    La grande crisi

    di Francesco Agnoli

    Da anni sono convinto che la Chiesa cattolica stia attraversando una grande crisi, a partire soprattutto dagli anni Sessanta.

    Ma è solo da poco, cioè dall’elezione di Benedetto XVI, che mi trovo in spiacevole compagnia. Di coloro, intendo, che sino a ieri magnificavano una presunta “nuova Pentecoste” della Chiesa, maledicendo i “profeti di sventura” e coloro che non si accodavano al carro degli entusiasti. Ricordo di essermi sentito dire mille volte: oggi i preti sono pochi, ma buoni, non come un tempo…

    Nella mia esperienza, rispondevo, accanto a quelli indubbiamente validi, conosco sempre più preti impreparati, tiepidi, conformisti, disubbidienti e che non di rado sono i primi ad amare poco la Chiesa stessa.

    Ecco, oggi mi trovo a leggere che gli acritici laudatori del nuovo corso hanno cambiato idea, e, cavalcando l’onda dell’odio anticristiano, dichiarano al mondo che è tutto da cambiare.

    Qual è la loro ricetta? Cosa propongono e cosa sbandierano ai quattro venti, certi, a sentir loro, di fare il bene della Chiesa? Ripetono cose vecchie, trite e ritrite, le stesse che dicono da cinquant’anni, cioè dall’inizio di questa gravissima crisi: la necessità di aprire al matrimonio dei preti, al divorzio, all’aborto, ai matrimoni gay, alla contraccezione…
    Poi, aggiungono, è necessaria più democrazia, abolire il primato petrino, trasformare la Chiesa in un parlamento in cui la Rivelazione sia perennemente ai voti…

    Ecco, codesti venditori di monete false vogliono intraprendere la strada machiavellica della “realtà effettuale”, perché la fede, quella che “sposta le montagne” e “vince il mondo”, trasformando la realtà, la hanno persa da tempo. Per questo la loro diagnosi è errata, a differenza di quella di alcune “vigili sentinelle” che, con vero amore per la Chiesa, da anni ne hanno denunciato le ferite, le macchie, i tradimenti.

    Tra codeste sentinelle vi è il gesuita Malachi Martin, già stretto collaboratore del cardinal Bea e di papa Giovanni XIII.

    Proprio in questa veste Martin ebbe a leggere il terzo segreto di Fatima, di cui parlai due giovedì fa, concordando con chi ritiene che esso riguardi la crisi della Chiesa iniziata negli anni Sessanta. Ebbene Martin è autore di un interessantissimo testo, I Gesuiti (Sugarco 1988), che andrebbe rispolverato. Questo libro è dedicato, significativamente, a “Nostra Signora di Fatima” e mette in luce soprattutto la disgregazione di un ordine religioso, quello dei Gesuiti, che aveva dato alla Chiesa una prova secolare di obbedienza, di coraggio e di intelligenza. Martin afferma che negli anni Sessanta molti gesuiti, col beneplacito dei loro superiori, si sono esercitati a fare a brandelli “non solo i fianchi ma anche la sostanza del cattolicesimo”.

    Tra costoro ricorda George Tyrrell, Teilhard de Chardin, Pedro Arrupe e Karl Rahner, definito “l’uomo di punta dell’autocannibalismo cattolico” (a cui Giovanni Cavalcoli ha da poco dedicato il suo “Karl Rahner. Il concilio tradito”, Fede & Cultura).

    A questi e a tanti altri gesuiti Martin imputa di aver lottato in tutti i modi contro il cattolicesimo romano, propagandando l’alleanza col marxismo, e una nuova visione dell’omosessualità, dell’aborto, del divorzio, dell’autoerotismo, del celibato ecclesiastico e dell’autorità petrina. Alcuni di loro, racconta Martin, nella loro lotta all’Humanae vitae arrivarono a sostenere la necessità, per la miglior riuscita del loro ministero, di avere “rapporti intimi con donne senza che questi implicassero il matrimonio formale o legale”.

    Così la Compagnia di Ignazio, che aveva servito tanti papi senza indugio, che aveva dato centinaia di martiri, pronti a farsi uccidere per la fede e per l’unità della Chiesa, si schierò compatto contro Roma e la sua Tradizione. Tanto che Giovanni Paolo I, il papa dei 33 giorni, aveva già pronta, prima di morire, una riforma, o, se non gli fosse stata possibile, una “liquidazione definitiva della Compagnia”.

    In un capitolo intitolato “Tempesta sulla città”, Martin propone una interpretazione degli anni del Concilio: una “gloriosa confusione”, una “confusione euforica” si impadronì allora del mondo cattolico, e “tutto un mondo venne spazzato via dalla mattina alla sera”. Un giorno la gente “scoprì all’improvviso che il latino universale della messa non c’era più” e che al suo posto c’erano “una babele di lingue” e “un nuovo rito che assomigliava all’antica messa come una capanna assomiglia ad una dimora palladiana”.

    “Gli altari del sacrificio furono tolti”, le statue e gli inginocchiatoi buttati, insieme alla concezione tradizionale del sacerdozio, ai voti di povertà, castità ed obbedienza, e alle tonache. Al posto delle quali comparvero “maglioni a dolcevita, pantaloni larghi, bluejeans”, “barbe, basettoni, capelli raccolti in code di cavalli”.

    I riformatori avevano promesso che le innovazioni avrebbero portato a tempi splendidi; in realtà l’ ordine gesuita, che era continuamente cresciuto dopo l’inizio del Novecento, si assottigliò bruscamente, così come la frequenza della gente ai sacramenti, che diminuì in poco tempo del 30% negli Usa, del 60% in Francia ed Olanda, mentre dal 1965 al 1977 dai 12 ai 14 mila preti lasciarono il loro ministero: “la Chiesa cattolica non aveva mai subito delle perdite così disastrose in un tempo tanto breve”.

    Tutto in nome dell’ “aggiornamento”, di un “parossismo innovativo” che personaggi come il cardinale gesuita Martini, incapace di leggere storia e segni dei tempi, continuano a predicare in buona, clericale compagnia.

    da "Il Foglio" del  3 giugno 2010

    Fraternamente CaterinaLD

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    00 16/06/2010 15:21

    Riportare Gesù al centro. Sì, ma come?  dal blog Messainlatino

    Padre Scalese ha scritto un post interessante, come di consueto. Ne riportiamo un ampio estratto, che facciamo seguire da un nostro commento in corsivo.


    [..] Inutile attendere riforme promosse dalla gerarchia; non è mai avvenuto nella storia della Chiesa. Le uniche riforme reali, durature, sono state quelle partite dal basso. Non attendiamo dalla gerarchia quel che essa non può dare; non carichiamola di pesi che non è in grado di portare. Accontentiamoci che essa ci indichi la strada da percorrere; il resto, poi, dobbiamo farlo noi.

    È stata la grande illusione del Vaticano II: convocare un concilio che, con le sue riforme, rinnovasse la Chiesa. Sappiamo come è andata a finire. Ora attendiamo dal Papa che rimetta tutto a posto. Gli anni passano; ma, almeno per il momento, non si vede nulla: avrebbe dovuto riformare la curia, ma l’impressione che si ha è che essa funzioni sempre peggio; si attendava una “riforma della riforma” liturgica, ma, a parte qualche vecchio merletto tirato fuori dalla naftalina, non si direbbe che la liturgia abbia ricevuto un nuovo impulso nella Chiesa. Ma forse è sbagliato lamentarsi che gli anni passano e non si vede nulla; è sbagliato perché probabilmente sono quelle attese stesse a essere sbagliate. Se, invece di attendere che il Papa inizi a cambiare qualcosa (poveretto, non gli è riconosciuto neppure il diritto di proclamare il Santo Curato d’Ars patrono dei sacerdoti!), se incominciassi io a cambiare qualcosa in me stesso e intorno a me, allora forse la Chiesa inizierebbe a rinnovarsi.

    [..]Se, invece di continuare a lamentarci di come ci è stata passata la palla, pensassimo a schiacciarla bene, la partita sarebbe già vinta.

    Ma, direte voi, in che cosa consiste, nel nostro caso, “schiacciare bene la palla”? Qualcuno potrebbe pensare che, visto che le riforme conciliari non hanno ottenuto il loro effetto, la soluzione consista nel tornare sic et simpliciter alle forme precedenti al Concilio. Sarebbe ripetere lo stesso errore compiuto dagli ideologi del Vaticano II: pensare che il rinnovamento della Chiesa consista esclusivamente in un cambiamento delle sue forme esteriori. Mi pare che, anche a questo proposito, Ida Magli, riprendendo un’intuizione di don Giussani, abbia colto il nocciolo della questione: «La Chiesa ha cominciato ad abbandonare l’umanità perché ha dimenticato chi era Cristo...». Il problema è tutto qui: il problema non è né l’abolizione del celibato né la messa in latino (per quanto si tratti di problemi rispettabilissimi, di cui è legittimo discutere), ma rimettere al centro della nostra vita personale ed ecclesiale il Signore Gesú.

    Fonte: Senza peli sulla lingua

    ***

    E' da condividere il nocciolo del messaggio: le riforme durature e produttive partono dal basso; sappiamo dove portano le 'rivoluzioni' condotte dal vertice, o peggio ancora da minoranze elitarie (la 'volontà generale' di J.J. Rousseau, via via incarnata da giacobini, bolscevichi, nazionalsocialisti, khmer rossi, teologi e liturgisti progressisti...). L'articolo di Padre Scalese, dunque, è una buona diagnosi ma, in fatto di prognosi, desinit in piscem. E' quasi inevitabile, il Padre è un religioso e - non s'offendano l'interessato e gli ecclesiastici - vien loro naturale concludere con vuoti fervorini (si salvano da questa tendenza solo i sacerdoti anglosassoni: ma è merito del salutare senso empirico di quel popolo). Dice Padre Scalese, in sostanza, che dobbiamo rimboccarci le maniche. Giusto fin qui. Ma come? Riportando al centro Gesù! Giusto pure ma... ecché significa? Detta così, è una frase che sottoscriverebbe magari anche Hans Kueng. Certo, era in fondo il motto di S. Pio X (instaurare omnia in Christo), ma lui non si era limitato agli slogan.

    Gesù si riporta al centro proprio chiarendosi le idee sul celibato e sulla 'Messa in latino': non si tratta dunque di questioni secondarie ma centrali. Chiarire che cosa sia un prete, antropologicamente e teologicamente, e ancor più praticare una liturgia solida nell'impianto dottrinale e soprattutto capace di trasmettere la pienezza dell'ortodossia, sono la ricetta, il mezzo, lo strumento per ritornare a Cristo. La Messa della Tradizione della Chiesa, ininterrotta fino al '69, lungi dal rappresentare 'forme esteriori', è l'imprescindibile, obbligato cammino "per rimettere al centro della vita ecclesiale il Signore Gesù". L'esperienza fallimentare degli ultimi quarant'anni l'ha dimostrato in maniera sovrabbondante





    *************************

    Una mia riflessione

    Ne avevamo parlato anche qui: Crisi della Chiesa..... citando appunto l'articolo per il quale padre Scalese ha sottoscritto queste eccellenti riflessioni...  
     
    Le ricette addolcenti e la buona volontà non bastano... questa crisi va affrontata andando al nocciolo dei problemi, portarli allo scoperto e avere il coraggio di AMPUTARE, RIMUOVERE, TOGLIERE..... perchè fino a quando esisterà nella Chiesa un solo gruppo o parrocchia o diocesi che non farà questa operazione, continueremo a navigare NELL'AMBIGUITA' GIUSTIFICATA DALLA PAROLA "RIFORMA"...  
     
    Faccio un esempio concreto...  
    padre Giovanni Cavalcoli o.p. nella Prefazione del suo libro K.Rahner "il concilio tradito" a pag. 17 scrive:  
     
    " il rahnerismo, col pretesto dell'apertura al mondo moderno, del dialogo, del pluralismo, della democrazia, della libertà religiosa e di ricerca, dell'ecumenismo, della maturità dei laici, dell'ispirazione dello Spirito Santo, ha eliminato nel Corpo di Cristo le difese immunitarie, rendendo insipida o discutibile la Parola di Dio, e ha tolto il muro di cinta della Vigna del Signore...."  
     
    no, dico: ci rendiamo conto della gravità di questo scenario reale e che a quanto pare è ben più conosciuto di quanto non si possa pensare, ma contro il quale nessuno dei Pastori osa usare IL BASTONE DEL PASTORE (citazione all'omelia del Papa chiusura Anno Sacerdotale) per porre rimedio sicuro ed efficae e ricostruire quegli anticorpi per proteggere le Anime che sono state loro affidate?  
     
    Padre Scalese dice bene: non aspettiamoci nulla in tal senso dai Pastori....ma io da laica mi chiedo: è normale accettare passivamente questo NON AGIRE? certo non passivamente, devo FARE, ma santa pazienza, cosa posso fare?  
    Cari Padri....quanti catechisti o semplici laici, o volentorosi liturgisti saggi vengono CARITATIVAMENTE MESSI ALLA PORTA non appena osassero "FARE" quel qualcosa che AIUTI il ritorno della normalità?  
    Quanti laici o catechisti o liturgisti DISSOCIATI dall'ortodossia della fede vengono invece accolti, consegnando ad essi le chiavi della parrocchia solo perchè sono CREATIVI e sanno ben INVENTARE forme di liturgia accattivanti che sappiano INTRATTENERE IL PUBBLICO NEL TEATRINO DI UNA MESSA-IN-SCENA? Wink  
     
    Da ottimista quale sono è ovvio che (ma qui devo ringraziare la Grazia non è certo merito mio) restando con il Papa nel senso più pieno e non idolatrico o del culto della persona... indubbiamente è già un fare che sta portando e porterà frutti succulenti che sapranno godere i cattolici che verranno probabilmente dopo di noi, dopo di queste ultime generazioni nostre... me lo insegna anche la beata Caterina Emmerich, ma anche un san Giovanni Bosco, san padre Pio, e talune apparizioni come Fatima, La Salette, ecc...  
    Tuttavia è fuori dubbio che se i Pastori non si assumeranno le loro responsabilità, usando quel santo BASTONE...per poi adoperarsi con il santo VINCASTRO come appunto ha spiegato il Pontefice, difficilmente potremo uscire da questa crisi...  
     
    Se è vero come io credo che è giunto il momento di finirla anche di relegare le questioni al trito e ritrito "concilio si, concilio no!", è anche vero che è giunto il momento di OSARE... ossia di operare chirurgicamente come sta facendo il Pontefice ma al quale ancora nessuno ha obbedito come per esempio il ripristino della croce sull'altare e il ritorno dell'inginocchiatoio con la Comunione alla bocca...  
    ma queste operazioni possono farle i Pastori, non i laici...  
    Noi continuiamo ad agire come "sentille del mattino" (cfr Ez.3,16), anche se spesso invece di essere accolti, vediamo scagliarsi contro di noi i lupi travestiti da agnelli, nutriti e coccolati proprio da quei Pastori che forse hanno dimenticato l'uso tradizionale del pastorale....




    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    00 25/06/2010 13:39
    Il Concilio e il terremoto nella Chiesa

    di Irene Bertoglio

    CITTA’ DEL VATICANO - Se la società civile ha sentito le prime scosse telluriche col '68, la Chiesa è entrata in clima di revisione almeno sei anni prima, col Concilio Ecumenico Vaticano II, aperto nel '62 e chiuso nel '65.

    E con il rinnovamento (comprensibile e, per certi aspetti, accettabile e necessario), si son fatti sentire i primi segnali del terremoto che stava esplodendo. Qualcuno, ben più autorevole di me, ha già denunciato i cambiamenti tentati e riusciti per far cambiare rotta alla Chiesa: una diversa visione teologica su Dio, su Gesù Cristo, sulla Chiesa e sull'uomo, una diversa impostazione pastorale del rapporto Chiesa/mondo e del rapporto tra la Chiesa cattolica e le altre confessioni cristiane o tra la Chiesa cattolica e le altre religioni, un diverso modo di concepire la disciplina.

    [SM=g1740733] Nel maggio dell'89, il presidente della C.E.I., il Cardinale Ugo Poletti, preoccupato per quanto sessantatre cultori di scienze ecclesiastiche hanno scritto alla Chiesa italiana, ha ravvisato “alterazioni profonde del contenuto della fede cattolica e conseguenti divisioni nella compagine clericale”.

    E ancora: “Le preoccupazioni riguardano in particolare gli allievi dei nostri seminari e istituti teologici, coloro che domani saranno i nostri nuovi sacerdoti, e che certo non ricevono oggi da alcuni loro maestri un esempio formativo, sotto il profilo della teologia, della spiritualità e del senso della Chiesa”.


    Mi chiedo: se i vescovi italiani non si fossero limitati solo a qualche piagnisteo inconcludente, a delle lamentele senza un seguito, se avessero preso la decisione coraggiosa e dolorosa, ma necessaria, di disinfestare i seminari, non sarebbero usciti dei nuovi sacerdoti in piena sintonia con la dottrina, con le direttive e con le necessità della Chiesa?

    Dunque, il terremoto ormai permanente di cui da quarant'anni è vittima la Chiesa, è stato veicolato in basso dalle nuove generazioni di preti formati male nei seminari: l'infezione che essi hanno contratto negli anni della loro formazione (o deformazione!), l'hanno trasmessa poi nelle loro parrocchie. Oggi molti vescovi non governano più la Chiesa: davanti a certi comportamenti gravissimi di alcuni preti, si limitano a qualche amara constatazione e a dei pii consigli, ma nulla più.

    Pare che si vergognino del potere di governo, come se fosse il segno di una durezza di cuore. Non governano per timore dei contraccolpi che quasi sicuramente riceverebbero da una base (e sto parlando di sacerdoti) ormai anarchica e ingovernabile. Governare significa fare le Leggi, farle rispettare e colpire chi le viola. Gesù ha fondato la sua Chiesa su tre “gambe”: il potere di insegnare, il potere di santificare e il potere di governare.
    Cercare di far stare in piedi la Chiesa con due sole gambe, senza il potere di governo, è una pura e dannosa illusione.

    E l'anarchia presente oggi nella Chiesa lo dimostra ampiamente.

    Quando persino dei sacerdoti favorevoli all'aborto (e dunque assassini) restano impuniti, ogni altro ribelle sa che avrà garantita l'impunità. [SM=g1740730]

    Se invece un prete sputa in faccia a Cristo con eresie e ribellioni sistematiche, qualche vescovo è sempre pronto a tirare in ballo la carità, la pazienza, la doverosa comprensione verso un fratello che sbaglia, la capacità di saper attendere un suo ravvedimento... Se fosse necessario, perché rinunciare a richiamare anche i vescovi?

    È San Paolo che ci insegna a farlo, criticando niente meno che l'apostolo Pietro, capo della Chiesa, il primo Papa, “di simulazione, di ipocrisia, di comportamento non retto secondo la verità del Vangelo” e lo corregge “in presenza di tutti” (Gal 2, 11-14). È il caso di meditare attentamente su quanto ha scritto Giovanni Paolo II parlando di sé: “Al ruolo del Pastore appartiene certamente anche l'ammonire. Penso che, sotto questo aspetto, ho fatto forse troppo poco... Forse devo rimproverarmi di non aver abbastanza cercato di comandare.

    In certa misura, ciò deriva dal mio temperamento. Se il vescovo dice: “Qui comando solo io”, oppure “Io sono qui solo a servire”, manca qualcosa: egli deve servire governando e governare servendo”. La critica è un bene quando nasce dall'amore alla Chiesa e dalla volontà di rendere migliore i nostri Pastori. E quando si critica il loro operato non in base a criteri nostri, ma ai criteri di Gesù Cristo. Se un vescovo non rimuove un prete abortista o eretico, gli altri preti e tutti i fedeli, pur soffrendone, non possono far nulla. Questo peccato di omissione ha permesso ai lupi di restare indisturbati in mezzo al gregge a far strage delle pecore indifese. Sono cosciente che chi avanza anche solo qualche riserva nei confronti del Concilio viene subito attaccato come ribelle alla Chiesa.

    Ma che qualcosa di poco chiaro ci sia stato in questo benedetto Concilio Ecumenico Vaticano II è fuori dubbio. Papa Paolo VI ha avuto l'onestà di riconoscere la tempesta spaventosa in cui naviga la Chiesa: “In numerosi campi, il Concilio non ci ha dato fino ad ora la tranquillità, ma ha piuttosto suscitato turbamenti e problemi non utili al rafforzamento del Regno di Dio nella Chiesa e nelle anime. […] Gran parte dei mali non assale la Chiesa dal di fuori ma l'affligge, l'indebolisce, la snerva dal di dentro”.

    Le dimensioni dello sfascio, Montini, le denuncia quando dice: “Il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio... Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio”.

    Del resto, il teologo olandese padre Edward Schillebeeckx, lo ha affermato senza esitazioni: “In Concilio abbiamo usato dei termini equivoci e non sappiamo che cosa poi ne ricaveremo”. E Giovanni Paolo II si associa nella denuncia e nel lamento: “Bisogna ammettere realisticamente e con sofferta sensibilità che i cristiani oggi in gran pare si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi, si son sparse a piene mani idee contrastanti con la verità rivelata e da sempre insegnata; si sono propalate vere e proprie eresie in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni; si è manomessa anche la liturgia.

    Immersi nel relativismo intellettuale e morale e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall'ateismo, dall'agnosticismo, dall'illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza dogmi e senza morale oggettiva”. Responsabili sono quei teologi che, nelle facoltà universitarie, pure pontificie, e nei seminari, insegnano da anni vere e proprie eresie o hanno messo il silenziatore a verità scomode (inferno, purgatorio, comandamenti, castità, penitenze, indulgenze...).

    Responsabili sono quei pastori d'anime che, nella catechesi e nella predicazione, non tengono conto delle norme della Chiesa in campo liturgico e disciplinare. E responsabili sono anche quei laici che si sono rassegnati alle balordaggini di certi Pastori senza protestare. È lo stesso Benedetto XVI che ci esorta: “E’ tempo di ritrovare il coraggio dell'anticonformismo, la capacità di opporsi e di denunciare molte delle tendenze della cultura circostante, rinunciando a certa euforica solidarietà postconciliare". [SM=g1740722]

    In poche parole, ha esortato il Pontefice regnante in occasione della chiusura dell’Anno Sacerdotale, “la Chiesa usi il bastone contro i sacerdoti indegni”. Speriamo che questo saggio richiamo non cada nel vuoto.


    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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    00 27/08/2010 10:24
    [SM=g1740733] dal blog Messainlatino
    blog.messainlatino.it/2010/08/un-reportage-televisivo-sui.html#...

    riporto:


    Un reportage televisivo sui tradizionalisti e il mal di pancia del giornale dei vescovi

    www.gloria.tv/?media=94003



    France3 ha diffuso sui teleschermi, seppure in ora notturna, un reportage sui tradizionalisti che qui sopra potete vedere per intero, tratto da Gloria.tv. Il titolo (non particolarmente felice ma sufficientemente descrittivo per il telespettatore medio): Alla destra del Vaticano. Segnaliamo la cosa principalmente per due motivi. Il primo perché, nonostante alcune inesattezze e imprecisioni, la trasmissione si distingue per una presentazione onesta e veritiera del mondo tradizionalista: che infatti ne esce mediamente bene sul piano dell'immagine: gente normale, di ogni estrazione sociale e di ogni età (anche se con una certa preponderanza giovanile), affezionati e attaccati alla Fede e non fanatici disadattati.

    Il secondo elemento di interesse è la reazione che questo reportage (che interrompe la tradizione di presentazioni caricaturali del mondo tradizionale e di accusa di commistione con ambienti politici di destra) ha suscitato nell'establishment, ovviamente progressista, della chiesa francese. La Croix, il quotidiano dei vescovi gallici (e gallicani quanto basta), ha pubblicato un articolo degno di menzione, per la successione di inacidite topiche che riesce ad inanellare.

    Ecco un assaggio dell'articolo de La Croix: "Si può tuttavia deplorare la scelta del realizzatore di mettersi in scena, non senza qualche faciloneria. Così si è filmato mentre bussa senza esito alla porta di una modesta cappella di campagna, il che suggerisce il commento che 'le chiese si vuotano' dopo il concilio Vaticano II". Come se non fosse, esattamente vero: ma il totem del concilio va difeso anche contro ogni evidenza, secondo la migliore scuola del fu impero sovietico.

    O ancora: "il commento non è esente da errori fattuali, per esempio quando la celebrazione di cresime a Saint-Éloi [la chiesa dell'Istituto del Buon Pastore] da parte del cardinal Ricard è vista come 'una prova supplementare che la Chiesa ha cambiato direzione". E non è forse così? Quando mai si sarebbe visto, fino a pochi anni fa, un cardinale residenziale impartire le cresime secondo il rito tridentino in una chiesa della sua diocesi?

    Ma ora arriva la più bella: errore fattuale per la Croix è "quando si dice che, 'contrariamente' al card. Ricard, mons. Jean-Luc Bouilleret, vescovo d’Amiens, 'rifiuta' una chiesa ai lefebvriani della sua diocesi e, così facendo, 'disobbedisce al Vaticano'". E non è forse esattamente così? Rileggete le gesta del vescovo Bouilleret, che lascia all'adiaccio i fedeli tradizionalisti rifiutando di prestar loro una delle molte chiese in disuso della diocesi, sotto la rubrica La trahison des clercs, nella colonna di destra del blog.

    Enrico


    [SM=g1740722] [SM=g1740757] [SM=g1740722]



    riflessione mia [SM=g1740733]

    Perdonatemi se vi condivido uno spaccato della mia esperienza che s'innesca nel filmato in un particolare che mi è piaciuto molto: la disciplina e la vita nel seminario....venuti meno dopo il Concilio!
    Certo, non ho fatto esperienza di seminario, io, ma sono stata in un collegio dove si insegnava la disciplina, a ricamare, andare in chiesa con il velo...dove le pulizie le facevamo noi stessi (come si vede nel filmato ) , dove si studiava e si imparava sul Catechismo san Pio X....a tavola si leggeva il galateo o le pagine dei Santi, noi ci prendevamo cura della Cappella.... insomma, fino agli anni 76/77 c'era ancora questo modo di vivere che produceva tanti effetti: DALLE VOCAZIONI...alle madri di famiglia, alle missionarie consacrate... Moltissime delle suore che ebbi a conoscere provenivano dal collegio stesso...e vi posso assicurare che non erano affatto donne tristi o suggestionate o infelici, al contrario, proprio perchè erano state anch'esse al collegio, risultavano essere anche fra le migliori, piene di sensibilità, gioiose, cariche di entusiasmo, INNAMORATE DI CRISTO E DELLA CHIESA....sapevano fare di tutto, con loro non ci si annoiava MAI!

    Negli anni D'ORO venivano spesso da noi cardinali importanti e il vicario del Papa a Roma, PRANZAVANO CON NOI COLLEGIALI, si fermavano con noi e noi li intrattenivamo con le recite, con i canti, ci facevano domande sul catechismo, si parlava di santi, si parlava della Madre Chiesa.... una ricreazione in vecchio e santo stile che produceva un ambiente sano e sereno, fertile....

    Quando fra il 76/77 cominciarono a cambiare molte cose, si cominciò a sentire anche odor di guai....
    Noi, fortunate.... sapevamo fare di tutto... la disciplina, il cucito, l'inventarsi per occupare i momenti vuoti in modo sano, l'ordine e la pulizia, noi vedavamo le nuove leve crescere senza più queste discipline.... non c'entrava nulla il Concilio il quale non si era occupato di questi temi, eppure lo si nominava in continuazione per giustificare che le ragazze del collegio NON DOVEVANO IMPARARE PIU' A RICAMARE, per le pulizie si erano assunte delle ditte....e il collegio cominciò a decadere nella sua struttura esteriore fatta di pulizie minuziose da chi ci abitava, che nessuna impresa può supplire....
    si cominciò dall'esteriorità: il velo in chiesa non lo si portava più, niente più LETTURE DEL GALATEO E DEI SANTI A TAVOLA, QUANDO SI MANGIAVA....in compenso si cominciava ad udire un frastuono assordante ed insopportabile...risatine e barzellette, niente più Rosario nel pomeriggio, lasicando la libertà se andarci o meno e non essendo più motivate le ragioni dell'andarci, lentamente rimanemmo in chiesa in 6/7 ragazze contro il gruppo delle 120 ragazze che eravamo....
    l'organo venne sostituito dalle nostre chitarre.... noi che andavamo a cantare alla Minerva e vantavamo un coro di canti Sacri da poter davvero incidere su dischi, ci eravamo ridotti a cantare le canzoncine moderniste con battiti di mano e con la voce che lentamente si sgraziò...anche il Coro finì di esistere....

    Nel giro di 5 anni, nel 1981 il collegio NON c'era più... era stato trasformato in un pensionato per ragazze ricche a pagamento....alla Madre Fondatrice ci vollero dieci anni per fondare dal nulla, nel 1893, nella culla domenicana, un collegio che già nel 1903 contava 400 tra bambine e ragazze...fucina di VOCAZIONI ( dal collegio uscirono in 50 anni circa 600 vocazioni ) e di Madri di Famiglia.... in 5 anni di riforme, distrussero tutto.... niente più vocazioni, neppure una, oggi queste provengono dall'estero... e se nel giro di dieci anni la Madre Fondatrice apriva Case in Italia....in questi infelici anni alcune di esse venivano chiuse per mancanza di vocazioni....
    Senza dubbio questa Opera resiste all'invecchiamento, fra tanto dolore, a cento anni esatti, nel 1983, la Congregazione apriva una Casa in Russia realizzando il sogno profetico della Fondatrice... ora c'è un assestamento, ma l'invecchiamento precoce che fu, ha lasciato segni indelebili...la Missione la si fa all'estero, in Italia c'è poco da fare.....

    Quando in una Famiglia sana vengono meno i principi che tale la rendono quali: la disciplina, l'arte del saper fare, LA TRADIZIONE nella catechesi e nella gestione stessa familiare, nella conduzione di una Casa che vuole dirsi Cattolica, è ovvio che arriva la decadenza...

    Molto commovente il video... mi ha fatto ricordare gli anni davvero felici della mia fanciullezza e mi ha rammentato come si era davvero UNA SOLA COSA, UNA FAMIGLIA UNICA nella Chiesa, perchè ciò che vedo nel video, era lo stesso di come si viveva noi....
    Un grazie a mons. Lefebvre per aver saputo CONSERVARE il meglio..... e un incoraggiamento alla FSSPX a resistere a quella devastazione CULTURALE E SOCIALE che noi non abbiamo saputo difendere....
    Che Dio ci perdoni!






    [SM=g1740717]


    [Modificato da Caterina63 27/08/2010 10:25]
    Fraternamente CaterinaLD

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    00 16/09/2010 23:49

    Vattimo: "Cattolici, restaurate la vostra Tradizione!"

    Leggiamo sul blog di RaiVaticano (link)
    Il sottolineato è nostro.
    *
    Pensieri & Parole: "Il rinnovamento della Tradizione"
    di Rai Vaticano 16 Settembre, 2010

    Si sente dire spesso dagli anticlericali e, purtroppo, anche da sedicenti cattolici, che la Chiesa è ormai entrata in una crisi irreversibile.

    Non solo per gli scandali sulla pedofilia, ma, soprattutto, per il mancato adeguamento ai continui cambiamenti del mondo. Uno sforzo che, invece, hanno fatto varie confessioni protestanti, sempre più laiche e aperte ai mutamenti della società, con risultati però certo non incoraggianti.

    Dopo 500 anni dalla Riforma luterana, in Germania, la nazione da cui ebbe origine, i protestanti sono scesi da 45,2 milioni nel 1950 agli attuali 24,2 milioni, mentre i cattolici, nonostante accuse di ogni genere, sono aumentati nello stesso periodo di ben un milione, passando dai 23,2 a 24,9 milioni, diventando così, anche se di poco, la prima religione nazionale.

    Questo crollo di oltre il 42 per cento dei luterani, come di altre confessioni protestanti – ricordiamo solo di sfuggita la crisi degli Anglicani - è dovuto, secondo molti osservatori, alla ricerca da parte di molti pastori di un nuovo rapporto con la modernità che, purtroppo, con scelte non sempre comprese, ha allontanato tanti credenti dalle loro comunità.

    A proposito di cambiamenti vorrei proporre un appello pubblicato anni fa sul Corriere della Sera e riportato da molti siti web che spiega con chiarezza la situazione attuale di un certo modernismo a tutti i costi:

    «Voi cattolici avete resistito impavidi per quasi due secoli all’assedio della modernità. Avete ceduto proprio poco prima che il mondo vi desse ragione. Se tenevate duro ancora per un po’, si sarebbe scoperto che gli “aggiornati”,
    i profeti del futuro postmoderno eravate proprio voi, i conservatori.
    Peccato. Un consiglio da laico: se proprio volete cambiare ancora, restaurate, non riformate.
    È tornando indietro, verso una tradizione che tutti vi invidiano e che avete gettato via, che sarete più in sintonia con il mondo d’oggi, che uscirete dall’insignificanza in cui siete finiti “aggiornandovi” in ritardo. Con quali risultati, poi?
    Chi avete convertito da quando avete cercato di rincorrerci sulla strada sbagliata?». L’autore è Gianni Vattimo.

    Antonello Cannarozzo






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    00 30/09/2010 12:39
    Bellissima riflessione dal Blog Cordialiter che condivido in totos


    Colei che sconfiggerà i dogmi modernisti


    Nella Chiesa Cattolica è legittimo avere delle sensibilità diverse, purché non siano in contrasto con la Dottrina di sempre. Pensiamo ad esempio ai riti liturgici delle Chiese orientali, i quali sono perfettamente legittimi e ortodossi, anche se molto diversi dai riti latini.

    Il modernismo invece è una vera e propria religione a sé stante, con i propri dogmi e la propria teologia morale. Chi non è d'accordo con questa mia affermazione significa che ritiene legittimo che all'interno della Chiesa ci possa essere qualcuno che sostenga anche una sola eresia. Del resto, anche il Codice di Diritto Canonico commina la pena della scomunica “automatica” (nel gergo canonico si dice “latae sentenziae”) a quei cattolici che abbracciano in maniera pervicace una dottrina eterodossa.

    Ecco una serie di dottrine eretiche professate dai modernisti:

    - i dogmi possono cambiare in base alle mutate condizioni culturali
    - tutte le religioni sono uguali
    - Gesù non è l'unico Salvatore del mondo
    - Gesù non è risorto corporalmente, ma solo spiritualmente
    - Gesù è presente solo simbolicamente nel Santissimo Sacramento
    - Gesù non sapeva di essere Dio
    - Gesù non sapeva che sarebbe morto in croce
    - la Messa non è la rinnovazione incruenta del Santo Sacrificio di Cristo
    - il Papa non è mai infallibile
    - la Madonna non fu sempre vergine, ma ebbe altri figli
    - Adamo ed Eva non furono i soli “primi” esseri umani
    - i testi originali della Sacra Scrittura possono contenere delle bugie
    - l'inferno non è eterno
    - il diavolo non esiste
    - il purgatorio è un'invenzione medievale
    - le donne possono ricevere validamente l'ordine sacro
    - nessuno può dannarsi, perché Dio è infinitamente misericordioso
    - coloro che hanno l'opzione preferenziale per il bene, non peccano mai mortalmente
    - i divorziati che si risposano con un altro coniuge non commettono adulterio
    - le convivenze prematrimoniali hanno un valore presacramentale
    - gli anticoncezionali sono moralmente leciti
    - anche le coppie omosessuali sono bene accette da Dio
    - è inutile confessare i peccati al sacerdote, poiché tanto Dio li conosce già

    Questi sono solo alcuni dei gravi errori riguardanti la fede e la morale che dilagano tra i fedeli. Viene voglia di piangere se si pensa al grave danno spirituale che subiscono le anime. Maledetta eresia modernista! Aveva ragione San Pio X a definirla “la sintesi di tutte le eresie”. Non dobbiamo arrenderci, poiché Gesù ha promesso che le porte dell'inferno non prevarranno sulla Chiesa. Non ci rimane che pregare e rifugiarci sotto il presidio della Beata Vergine Maria, nostra Sovrana e Condottiera di tutte le vittorie. La Regina dell'Universo ci ha promesso che alla fine il suo Cuore Immacolato trionferà!



    Fraternamente CaterinaLD

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    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    Caterina63
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    00 18/11/2010 17:45

    Inquietanti analogie

    Intrigo al Concilio Vaticano II di Rosa Alberoni è un’ottima chiave di lettura per comprendere lo scontro tra monsignor Manganini e il circolo culturale John Henry Newman.

    Il fil rouge che si dipana nelle 190 pagine che compongono il libro dell’Alberoni può essere sintetizzato nello scontro avvenuto tra progressisti e tradizionalisti durante le sessioni del Concilio. I primi volevano rivoluzionare la Chiesa, sradicarla dalla Tradizione. I secondi, invece, volevano rinnovarla, là dove era necessario, seguendo la dottrina e gli insegnamenti di sempre. La protagonista del libro dell’Alberoni,  Rachele Vidal, incontra Padre Robert, perito teologico ai tempi del Concilio.

    Il sacerdote racconta come venne a crearsi la contrapposizione tra tradizionalisti e progressisti. Da cosa derivava questa separazione? Dalla fedeltà al Pontefice e alla Chiesa di Roma. Il che non rappresenta niente di arcaico o di sentimentale, ma un attaccamento necessario per difendere la cattolicità della nostra fede. Basta – a tal proposito – notare come la Chiesa, grazie agli uomini che si sono succeduti sul trono di Pietro, abbia mantenuto salda la sua fede. Ciò nonostante i momenti di tempesta, anche quando hanno regnato in Vaticano uomini indegni. Le chiese protestanti, invece, si sono accasciate sotto il giogo del potente di turno. Per questo motivo esiste un’unica vera Chiesa fondata da Cristo e coloro che si separano dalla Madre o fanno ritorno ad Essa o sono destinati a perdersi. La disobbedienza, al tempo del Concilio, fu quindi la bandiera che i progressisti issarono al vento.

    Nei giorni confusi ed agitati che hanno preceduto la conferenza dell’Abbè Herman a Seregno si è replicato lo stesso scontro tra progressisti e papisti descritto nel libro dell’Alberoni. La curia di Milano ha avuto modo di mettere in pratica la sua disobbedienza al Pontefice. Già nel 2007, non appena il Papa aveva pubblicato il motu proprio, il solito Manganini aveva annunciato – in un’intervista ad Andrea Tornielli – che: «in quei territori della diocesi di Milano che seguono il rito romano il Motu proprio si applicherà, anche se noi non abbiamo mai avuto contestazioni o particolari richieste di tradizionalisti. Per quanto riguarda invece le parrocchie di rito ambrosiano, che è un rito autonomo con un suo capo-rito nella persona dell’arcivescovo di Milano, non avendo riscontrato in questi anni particolari istanze, non riteniamo debbano rientrare nel Motu proprio. A Milano c’è fin dal 1988 una chiesa dove si celebra ogni domenica la liturgia antica, al Gentilino. E continuerà. Nel documento del Papa - conclude Manganini - si parla della necessità che vi sia un gruppo stabile, che segua davvero la spiritualità legata al messale antico. I fedeli del Gentilino non mi sembrano un gruppo stabile». Disobbedienza totale al Papa perché, del resto, la diocesi di Milano non sembra rientrare nell’orbe cattolico per il quale invece vale – senza se e senza ma – il motu proprio.

    Nel recente commento di Andrea Tornielli sulla vicenda di Seregno, c’è un passaggio sul nostro monsignor Manganini che vale la pena di riprendere. Tempo fa l’arciprete del Duomo aveva rimproverato i fedeli perché, a suo parere, avrebbero idolatrato l’Eucarestia. Il verbo idolatrare è molto forte ed è utilizzato anche dal grande Domenico Giuliotti, scrittore toscano di inizio Novecento e abile conoscitore della nostra lingua. Scrive Giuliotti a proposito di Luis Veuillot, «gran difensore, per oltre cinquant’anni, del Cattolicismo», che «egli era infatti, pei cattolici sedotti dallo spirito della rivoluzione, un idolatra: vale a dire (e ciò rappresenta la sua massima gloria) un cattolico assolutamente fedele al Papa e, per conseguenza, un dichiarato nemico di tutti coloro che avrebbero preteso che il Vicario di Cristo, adattandosi ai tempi, fosse venuto più o meno a patti con l’errore. Egli stava, insomma, con la dottrina immutabile della Chiesa, riaffermata, con sempre maggior forza, contro il mondo moderno, in tutte le encicliche degli ultimi pontefici, mentre gli altri (i cattolici-liberali), secondo l’arguta frase d’una donna di spirito, “mescolando il petrolio con l’Acqua Benedetta, s’immaginavano di farne vino di Bordeaux”». Per i progressisti sono idolatri, per forza di cose, sia coloro che pregano con piena devozione l’Eucarestia sia coloro che servono devotamente il Pontefice. L’una cosa implica l’altra.

    Noi, che siamo orgogliosi papisti abbiamo il compito di difendere questo Pontefice coraggioso. Un condottiero senza generali, ma circondato da semplici soldati che sono pronti a difenderlo.

    Matteo Carnieletto

    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    00 27/11/2010 13:25
    [SM=g1740733]RIMANERE O ANDARSENE ?

    di padre Timothy Radcliffe op in “Koinonia” n. 352 del maggio 2010

    Le nuove rivelazioni riguardo ad abusi sessuali da parte di preti in Germania e Italia hanno provocato nell'opinione pubblica un'onda di rabbia e disgusto. Ho ricevuto e-mail da tutta Europa da persone che mi chiedono: come è possibile restare dentro la Chiesa cattolica? Mi è stato anche inviato un modulo per la rinuncia a far parte della Chiesa.

    Perché restare? Innanzitutto, io direi, perché andarsene? Alcune persone ritengono che non sia più il caso di restar legati ad un'istituzione che si è rivelata così corrotta e pericolosa per i bambini. La sofferenza di tanti piccoli è così atroce. E loro debbono rappresentare la nostra prima preoccupazione. Premetto che nulla di quanto andrò scrivendo intende in alcun modo diminuire tutto il nostro sdegno per il male degli abusi sessuali.

    Tuttavia dobbiamo riconoscere che negli Stati Uniti, come si evince dai dati del 2004 forniti dal John Jay College deputato alla Giustizia Criminale, il clero cattolico non commette reati più del clero sposato appartenente ad altre confessioni religiose. Alcuni sondaggi collocano pure ad un livello leggermente più basso proprio i preti cattolici. Essi sarebbero meno propensi a commettere questo reato rispetto, ad esempio, agli insegnanti di ogni ordine di scuola e ad almeno la metà della rimanente popolazione. Non è il celibato che spinge le persone ad abusare dei bambini. Quindi si tratterebbe di un'idea che non corrisponde a verità quella di lasciare la Chiesa per un'altra istituzione solo in nome della sicurezza dei figli. Dobbiamo affrontare una volta per tutte il fatto che l'abuso sui minori sia uno dei crimini più diffusi in ogni ambiente sociale. Fare della Chiesa il capro espiatorio sarebbe come dire, mettiamoci una pietra sopra, insabbiamo.

    Cosa possiamo dire invece dell'insabbiamento all'interno della Chiesa? Non abbiamo forse avuto dei vescovi incredibilmente irresponsabili a lasciare delinquenti in circolazione, non denunciandoli alla giustizia, lasciando così libero campo al perpetuarsi degli abusi? Sì, qualche volta è proprio accaduto così. Ma la stragrande maggioranza di questi casi risale agli anni '60 e '70, quando i vescovi consideravano l' abuso sessuale come un peccato invece che una condizione patologica, e quando spesso persino avvocati e psicologi li rassicuravano che era motivo di sicurezza assegnare i sacerdoti ad altro incarico dopo un trattamento.

    E' semplicemente un' azione ingiusta il tentativo di volgersi indietro e a questo punto dire che gli abusi sessuali allora non esistevano. Fu solo con l'avvento del femminismo verso la fine degli anni '70, che ha fatto luce sulla violenza perpetuata nei confronti delle donne, che è venuto alla ribalta anche il terribile rischio che correvano anche i bambini indifesi. E che dire ancora del comportamento del Vaticano? Il Papa Benedetto XVI ha imboccato una linea dura nell'affrontare tale questione fin dai tempi in cui era prefetto della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede e poi da quando è diventato Papa.

    Ora il dito è puntato su di lui. Sembra che alcuni casi segnalati alla Congregazione da lui guidata non abbiano avuto seguito. Si è forse indebolita la sua credibilità? Ci sono manifestanti intorno a San Pietro per chiedere le sue dimissioni. Io sono profondamente certo che lui non abbia alcuna colpa. In genere s'immagina il Vaticano come un'organizzazione vasta ed efficiente. In realtà è molto ridotta. La Sacra Congregazione dà lavoro a sole 45 persone che debbono però occuparsi delle questioni dottrinali e disciplinari di una Chiesa che conta oltre 1,3 miliardi di persone, pari al 17% dell'intera popolazione mondiale, con circa 400 mila preti. Quando ho trattato con la Sacra Congregazione, in qualità di Maestro dell'Ordine, era evidente che dovevano fare i salti mortali per far fronte al loro lavoro. Diversi documenti si saranno arenati sulle scrivanie.

    Il card. Ratzinger si era anche lamentato con me che il personale era del tutto inadeguato per quella mole di lavoro. Cosa dire allora riguardo alla decisione del card. Ratzinger che avrebbe fermato il processo contro un prete accusato di aver commesso terribili crimini contro bambini sordomuti? È stato probabilmente solo un atto di pietà nei confronti di un uomo già gravemente ammalato e che è morto tre mesi dopo.

    Qualcuno potrebbe obiettare che non è stato il modo migliore per mostrare misericordia, ma la misericordia spesso fa scandalo. Cristo ha dato scandalo per la sua richiesta di perdonare chiunque senza condizioni. La gente è indignata contro le mancanze del Vaticano reticente ad aprire i propri fascicoli e offrire una spiegazione chiara di ciò che è accaduto. Perché tanta reticenza? Cattolici arrabbiati e feriti rivendicano il diritto di avere una gestione trasparente ai vertici della Chiesa. Sono perfettamente d'accordo. Ma dobbiamo anche capire perché, nelle questioni riguardanti la giustizia, il Vaticano debba essere così auto-protettivo.

    Nel corso del XX secolo ci sono stati più martiri di quanti se ne abbiano avuti in tutti i secoli precedenti insieme. Vescovi e preti, religiosi e laici sono stati assassinati in Europa Occidentale, nell'Unione Sovietica, in Africa, America Latina e in Asia. Molti cattolici ancora oggi subiscono prigionia e condanne a morte a motivo della loro fede. È chiaro perché il Vaticano tenda a sottolineare la riservatezza: questa è necessaria per proteggere la Chiesa da quanti vorrebbero distruggerla.

    Così è comprensibile che il Vaticano reagisca con una certa aggressività alle richieste di trasparenza e di legittimazione di apertura dei fascicoli, ritenendo anche questa una forma di persecuzione. E poi bisogna dire che alcune persone sui media intendono, su questo non c'è alcun dubbio, danneggiare la credibilità della Chiesa. Ma riconosciamo anche che dobbiamo essere debitori alla stampa per la sua insistenza nel porre la Chiesa di fronte alle proprie inadempienze. Se non fosse stato per i media, questo vergognoso crimine avrebbe potuto restare ancora senza responsabili.

    La riservatezza è anche una conseguenza dell'insistenza della Chiesa nei confronti del diritto di ogni accusato di mantenere la propria reputazione finché questi non venga ritenuto colpevole. Ciò è sempre più difficile da capire in una società come la nostra, in cui i media sono capaci di distruggere la reputazione delle persone senza pensarci due volte. Perché allora andarsene? Se si tratta solo di trovare una collocazione più sicura, meno corrotta della chiesa, allora credo che rimarreste delusi.

    Ho chiesto a lungo una gestione più trasparente, ancor più l'apertura di un dibattito, ma la riservatezza della Chiesa è comprensibile e, talvolta, persino necessaria. Capire non significa sempre condonare, ma è necessario se vogliamo comportarci con giustizia. Perché allora restare? Debbo mettere le carte in tavola; anche se la Chiesa cattolica con tutta evidenza non è peggiore delle altre, nonostante tutto non voglio andarmene.

    Non sono cattolico perché la nostra Chiesa è la migliore di tutte, o perché mi piace il Cattolicesimo. Amo molto la mia Chiesa, ma esistono anche certi suoi aspetti che non mi piacciono molto. Non sono cattolico, quasi fosse una scelta da consumatori tra un ecclesiastico Waitrose piuttosto che Tesco, ma perché io credo che la Chiesa incarni qualcosa che è da ritenersi essenziale per la testimonianza cristiana della Resurrezione, l'unità visibile.

    Quando è morto Gesù, la sua comunità si disperse. Lui era stato tradito, rinnegato e la maggior parte di suoi discepoli erano fuggiti. Erano state in particolare le donne ad accompagnarlo fino alla fine. Nel giorno di Pasqua era apparso ai suoi discepoli. Era accaduto ben di più della semplice rianimazione fisica di un cadavere. In lui Dio aveva trionfato su tutto ciò che è in grado di distruggere una comunità: peccato, viltà, menzogna, fraintendimento, sofferenza e morte.

    La Resurrezione ha reso visibile al mondo una comunità sorprendentemente rinata. Questi che si erano mostrati codardi e 1' avevano rinnegato si trovavano di nuovo radunati insieme. Non era stato un gruppo affidabile, e, avrebbero dovuto vergognarsi di ciò che avevano fatto, ma nonostante tutto essi erano di nuovo insieme. L'unità della Chiesa è segno che tutte le forze che vorrebbero dilaniarla e disperderla sono state vinte da Cristo. Tutti i Cristiani formano un solo Corpo di Cristo. Nutro un profondo rispetto per i cristiani di altre Chiese che mi nutrono e mi ispirano. Tuttavia questa unità in Cristo ha bisogno di una certa qual incarnazione visibile.

    Il Cristianesimo non è una sorta di vaga spiritualità, bensì una religione incarnata all'interno della quale le verità più profonde prendono talvolta una forma fisica e istituzionale. Storicamente questa unità ha trovato il suo punto focale in Pietro, la roccia di cui parlano i Vangeli di Matteo, Marco e Luca, e il pastore del gregge di cui parla quello di Giovanni. Fin dall'inizio e lungo il corso della storia, Pietro ha costituito spesso una roccia alquanto traballante, talvolta anche fonte di scandalo, corruzione, eppure è questo il primo, e poi i suoi successori, cui viene chiesto di tenerci uniti tutti insieme in modo che possiamo testimoniare nel Giorno di Pasqua la sconfitta da parte di Cristo della potenza del male che tende a dividere. E in tal modo la Chiesa è salda insieme a me, qualunque cosa accada.

    Potremmo anche sentirci in imbarazzo ad ammettere di essere Cattolici, ma ricordiamo che Gesù aveva messo insieme fin dall' inizio una compagnia che agli occhi della gente appariva disonorevole.

    Timothy Radcliffe op • Tit. orig. Why Stay?, articolo pubblicato sul settimanale cattolico The Tablet l'11 aprile 2010 (trad. dall'inglese di Maria Teresa Pontara)



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    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    00 27/03/2011 20:36
    (documentario in lingua originale con sottotitoli in italiano)

    video-cronaca dei vastissimi cambiamenti e delle terribili distruzioni che hanno avuto luogo nella bimillenaria Chiesa cattolica dalla fine del Concilio Vaticano II, nel 1965, sino ad oggi.

    David Allen White, cattolico fedele alla tradizione, professore di inglese presso l'Accademia Navale degli Stati Uniti d'America, ci accompagna nella rivisitazione di documenti che mostrano tale sfacelo,
    compiuto in pochi anni all'interno della cattolicità.

    www.gloria.tv/?media=128249



    [SM=g1740720]


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    00 20/04/2011 18:48

    La Chiesa “assediata” da Gesù

    Comunione_degli_apostoli,_cella_35La Chiesa è sotto assedio? Sembrerebbe di sì, se si dovesse dar retta ad alcuni giornali di questi ultimi giorni. Vi si parla della Chiesa cattolica come di una istituzione colpita a morte dai peccati di alcuni suoi membri e di un successore di Pietro che dovrebbe pensare a dimettersi. In realtà, grazie a Dio, le cose non stanno così.
    Certamente i peccati di noi cristiani costituiscono uno schermo tra l’opera di Cristo – che in questi giorni vediamo curvarsi di nuovo sull’uomo ferito, per guarirlo con la propria passione, morte e risurrezione – e l’umanità che l’attende gridando e sperando.
    Quando poi il peccato è così grave da attentare l’innocenza e la salute dei piccoli, il crimine è particolarmente odioso e va perseguito. Ma nulla può spegnere l’opera di Cristo che è venuto proprio per guarirci dal nostro male.
    Senza la sua vicinanza, senza la Chiesa, la tenebra nel mondo, lungi dal diminuire, aumenterebbe. La santità della Chiesa nasce dall’opera di Gesù che muore sulla Croce per cancellare i nostri peccati, vincendo ogni divisione e ridando all’uomo la speranza di poter risorgere sempre. La Chiesa non è santa per la bontà dei suoi membri.

    Alla fine del IV secolo sant’Agostino, nella lotta contro il Donatismo, ha rivelato il vero volto della Chiesa. C’era chi voleva che i lapsi, che avevano abiurato la fede sotto la pressione delle persecuzioni imperiali, venissero ribattezzati. Agostino si oppose: «È Cristo che rende santa la sua Chiesa».
    La Chiesa è assediata, sì, ma dall’amore del suo Signore che continuamente urge i suoi membri a conversione. Benedetto XVI poggia in questo la sua confidenza. Per questo è sereno, pur nel dramma dei peccati di tanti uomini. Da questa serenità attinge la forza per una riforma della Chiesa, per far pulizia, senza nascondere nulla ma anche senza nessun cedimento alla logica mondana di chi vuole negare alla Chiesa quella maternità che le viene dalla morte e resurrezione del suo Signore.

    pubblicato su ilsussidiario.net

    nell’immagine: Beato Angelico, Comunione degli apostoli


    ********************************************************************


    Le ASSURDE PRETESE del cardinale di Vienna Schönborn bah


    Leggiamo e poi commentiamo:

    La parola al principe. Christoph von Schönborn, cardinale di Vienna, spiega al Foglio che la chiesa, dopo la tempesta dei preti pedofili, ha due nemici contro cui combattere: il libertinismo e il puritanesimo

    di Paolo Rodari

    L’annus horribilis per la chiesa cattolica, il 2010 segnato dalle accuse alla chiesa e al Papa di aver insabbiato i peccati carnali del clero commessi sui bambini, è passato. Le ferite sono ancora aperte. Una parte di mondo ha cercato di entrare nella pelle e nel cuore della chiesa per cambiarla, mutarla, rinnovarla dall’esterno.
    Come se, messa davanti al proprio peccato, la chiesa dovesse prendere una rotta per essa inedita: l’abbraccio incondizionato della contemporaneità e dei suoi criteri radicalmente secolarizzati di esistenza.
    La chiesa ha risposto con Benedetto XVI e le sue parole ai vescovi irlandesi: penitenza. Che significa sì espiazione, ma anche profonda “révision de vie”. Un suo tradizionale modo di essere, ma una svolta rispetto a un lungo ciclo storico degli ultimi trent’anni. Sono stati ventisei anni e mezzo del beato Giovanni Paolo II al soglio di Pietro, un pontificato trionfale ed evangelicamente invadente, politicamente e spiritualmente forte, anche nella sua lenta e sofferente fase finale.
    Anni di battaglia culturale e dottrinale, segnati dalla guida ratzingeriana della congregazione per la Dottrina della fede, culminati negli esordi decisi di Benedetto XVI con le grandi omelie e i discorsi alla vigilia dell’elezione diretti contro il relativismo etico e la sua dittatura, con il discorso di ermeneutica conciliare tenuto dal nuovo Papa alla curia romana nel 2005 con il monito a fuggire quello spirito di rottura che dopo il Concilio Vaticano II ha tradito la tradizione autentica; infine la lectio magistralis di Ratisbona, con il richiamo alle religioni affinché agiscano secondo ragione e non si pieghino all’odio e alla violenza nel nome di Dio, e le grandi encicliche sull’amore, sulla speranza e sulla carità nella verità. Anni e interventi di grande vitalità identitaria, di proiezione della chiesa verso il mondo, e cioè di riconquista e di evangelizzazione.
    Oggi qualcosa è cambiato. Lo stato d’animo è quello dell’allerta, si nota un linguaggio più mite e introverso, che appare ad alcuni come un abbassamento della soglia della combattività culturale e teologica.
    Il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, domenicano, è a Roma per l’ordinaria riunione della congregazione per la Dottrina della fede della quale è membro. “Ci riuniamo sempre nella feria quarta, ovvero il mercoledì, come un tempo faceva l’Inquisizione”, spiega sorridendo. Schönborn ha accettato di parlare con il Foglio di questa nuova fase, spiegandola e interpretandola.

    Dice: “La chiesa manca oggi di offensiva? E’ vero. Ma ciò accade perché la purificazione è necessaria. Se la chiesa vuole essere una guida spirituale per la società, se la chiesa vuole avere come è giusto e legittimo che sia questo ruolo, deve confrontarsi con i suoi peccati. Perché non si può richiamare il mondo alla verità se la verità non si ha il coraggio di farla propria. Sembra di essere al tempo dei profeti dell’Antico Testamento. Le loro parole erano per il popolo come uno specchio. Il loro era un invito a guardarsi, a guardare i propri peccati e il proprio tradimento. Era Dio che attraverso i profeti chiamava la chiesa alla purificazione, alla metànoia che significa sempre un radicale e vissuto cambiamento del modo di pensare e di agire.
    Nella chiesa cattolica vengono commessi gravi peccati come accadeva ai tempi in cui Paolo era a Corinto, una città divenuta ormai romana, profondamente pagana negli orientamenti di vita. Paolo predicò la purificazione per la piccola comunità cattolica della città. Il cambiamento di rotta fu notato e la città a suo modo non rimase indifferente. La stessa cosa la chiesa deve fare oggi. La stessa cosa abbiamo deciso di fare a Vienna. Abbiamo pubblicato le nostre linee guida sulla pedofilia nel clero e le abbiamo chiamate ‘La verità vi farà liberi’.

    Per me, per la chiesa austriaca, è stato un anno molto difficile. Siamo stati nella tempesta. Abbiamo deciso di rispondere, in linea con una tendenza che in modo ineludibile il Papa ha voluto mostrare, puntando sulla penitenza e sulla verità.
    Cercare la verità è un’operazione che può essere penosa ma indispensabile. E’ l’unica condizione per avere misericordia da Dio. Viviamo in un periodo nel quale tutti fuggono dalla verità. La chiesa non può permettersi di fare questo”.
    Schönborn è il secondogenito di una antica famiglia dell’alta nobilità dell’Europa centrale. Una famiglia “poco praticante – dice Schönborn – ma che respirava della grande tradizione cattolica austriaca, una chiesa che fu chiesa di stato ma anche anima dell’impero e del popolo. Una chiesa che fu di stampo costantiniano, dove i vescovi erano dei signori con un loro potere da esercitare, avevano una corte, proteggevano gli artisti, e i Papi aspiravano a una pompa uguale a quella dei Cesari. E’ questo modello di chiesa che il post Concilio ha fortemente messo in discussione”.

    Scrisse il teologo domenicano Yves-Marie-Joseph Congar che è “la menzogna della donazione di Costantino” che “impedisce l’apertura a un compito pienamente evangelico e profetico” della chiesa.
    L’accusa, vivissima soprattutto nell’era di Karol Wojtyla regnante, quando la grande battaglia evangelica si concentrò sulla riconquista spirituale e politica dell’Europa alla libertà religiosa e alle sue radici cristiane, è sempre la medesima: la religione dell’antico patto costantiniano tra chiesa e impero falsifica la fede riducendola a religione civile, contigua alle potenze del mondo.
    Dice Schönborn: “Non voglio negare che il metodo che Dio ha scelto per manifestarsi è quello dell’incarnazione. Che significa che Dio si è fatto uomo dentro la storia e dunque accettando l’istituzione come prolungamento della sua stessa incarnazione. Questo mistero divino-umano è un invito al mondo a fare propria la fede come dimensione spirituale ma anche ad assumere il Vangelo come cammino di vita. Questo cammino implica un cambiamento visibile della società e delle sue strutture, è inevitabile. Perché una vera umanizzazione possa avvenire la società deve cambiare anche a livello strutturale. E’ per questo motivo che i cristiani hanno da sempre cercato di trasformare la società in cui vivono. Hanno inventato gli ospedali, le università. L’incarnazione in questo senso è sempre stata un qualcosa di visibile, di concreto. Questa scelta che possiamo in qualche modo definire ‘costantiniana’ è necessaria e inevitabile”.

    Incarnare la fede cristiana nel mondo di oggi è impresa non facile. La chiesa vive nel mondo ma non è del mondo. Su questo crinale si combatte ogni giorno un’aspra battaglia nella quale a cadere sono in tanti, non soltanto i preti che peccano e abusano dei giovani. “L’anno scorso – dice – dalla vicina Germania sono arrivate notizie di casi tremendi di pedofilia che ci hanno segnato ma anche molto interrogato. Nel collegio gesuita di Berlino, il Canisius, uno dei migliori collegi cattolici tedeschi, si è saputo che negli anni Settanta e Ottanta si è abusato di diversi giovani. La stessa cosa è avvenuta nella prestigiosa Odenwaldschule di Heppenheim, nei pressi di Francoforte, la scuola dove viene formato il meglio dell’intellighenzia laica del paese – qui studiavano l’ex presidente della confindustria tedesca, Tyll Necker, il figlio dello scrittore Thomas Mann, Klaus, il deputato europeo dei Verdi Daniel Cohn-Bendit, e un figlio dell’ex presidente della Repubblica tedesca Richard von Weizsäcker. Dunque due casi analoghi per due scuole profondamente diverse. Questi fatti devono aiutarci a riflettere. E a riconoscere che tutti oggi viviamo in una società che manca di virtù, che manca di una gestione sana della propria sessualità, che manca di educazione e di equilibrio. Tutti ne siamo condizionati, tutti corriamo il rischio di farci condizionare. Ma alla società non bisogna contrapporre né una forte attitudine rigorista e puritana né il permissivismo assoluto come era nel dopo Sessantotto. In questo senso la battaglia della chiesa è la stessa battaglia alla quale è chiamata la società più sana, e cioè il superamento delle logiche puritane e libertine per tornare ad abbracciare ciò che siamo, le virtù conosciute bene dalla grande tradizione ebraico-cristiana e insieme anche classico-pagana. Quelle virtù senza le quali il mondo altro non è che una truppa di briganti. Questo è il defensor civitatis, e cioè colui che sa incoraggiare le virtù più elementari della vita comune: la giustizia, il rispetto, la disponibilità, l’amicizia. L’Europa non deve perdere questa sua importante eredità che, come detto, non affonda le sue radici soltanto nella cultura cristiana ed ebraica ma anche in quello precristiana e pagana”.
    Non cedere al puritanesimo e nemmeno al libertinismo, dunque, nonostante la norma etica si stia abbassando sempre più vertiginosamente? “Che la norma etica si stia abbassando è evidente. L’uso della pillola abortiva, l’aborto, la destrutturazione della famiglia sono fenomeni oggi ordinari. Ma la rete sociale e umana non può essere ricreata semplicemente con decreti e richiami forti sulle norme. Di certo le norme servono ma queste devono nascere da un qualcosa che già si vive, da delle virtù che già si riconoscono come importanti a prescindere dalla propria appartenenza religiosa. Per me, comunque, la grande urgenza dell’Europa oggi resta la famiglia. Perché è nella famiglia che s’impararano certi valori”.

    Oggi la famiglia è un concetto non facilmente circoscrivibile. La famiglia tradizionale biparentale è in forte difficoltà. Ci sono le famiglie gay, le famiglie allargate, formate da persone separate… “E’ vero. Anche in Austria è così. Le patchwork families sono una realtà ben radicata. Moltissimi matrimoni si sciolgono in divorzio. La chiesa credo debba incoraggiare, con l’esempio anzitutto. Ma deve anche riconoscere che molte virtù sono presenti nelle persone che vivono in queste situazioni. La chiesa non deve demonizzare ma osservare e valorizzare ciò che si può valorizzare. Torno a san Paolo, nella sua Corinto. Quando Paolo ha fondato la piccola comunità di Corinto ha trovato innanzi a sé un mondo pagano e frammentato. Non ha detto a questo mondo: ‘Dovete fare così e così’. Ma ha creato una comunità cristiana che con la sua carità e la sua gioia di condividere ha attratto a sé tanta gente. Questa è la nostra sfida oggi. Mostrare al mondo il fascino della nostra fede”.
    Il fascino della fede ha segnato la strada di Schönborn verso il sacerdozio. Il cardinale racconta: “A undici anni avevo come insegnante di religione un prete bravissimo che mi fece scoprire l’amore per Gesù. Verso i diciotto anni questo amore era ancora intatto e anzi più vivo. Così mi convinsi e scelsi per il sacerdozio. La scelta dei domenicani la presi quando conobbi padre Paulus. Era un intellettuale domenicano amante del rosario. Fu questo contrasto tra una pietà popolare e un’alta intelligenza formata alla scuola tomista a conquistarmi.

    Questo suo modo di vivere divenne per me, e lo è tutt’ora, un ideale: una vita intellettuale esigente unita a una pietà semplice, popolare. In una mano san Tommaso e nell’altra il rosario. Nel 1964 cominciai i miei studi. Ricordo che intorno a noi tutto crollava. L’anno fatidico del cambiamento, infatti, non fu il 1968 ma il 1964, l’anno dell’apparizione di voci che volevano fare del Concilio Vaticano II ciò che Henri de Lubac chiamava il ‘paraconcilio’. E’ stato l’anno nel quale il teologo domenicano olandese Edward Schillebeeckx lascia il tomismo e si butta nell’ermeneutica e nell’esegesi moderna. Io arrivai allo studio della filosofia e della teologia proprio quando crollò la scolastica classica, la formazione tomista classica e quando ancora non si era imposto un nuovo ordine disciplinare. Inizialmente ero affascinato dalle scienze umane, dalla psicologia in particolare, ma di nuovo un incontro importante fece mutare il mio indirizzo. Incontrai un monaco ortodosso, André Scrima, che mi aprì la strada verso i Padri della chiesa d’oriente. Direi che fu grazie a Scrima, che al Concilio era il teologo personale del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Atenagora I, che sono sopravvissuto in questo ambiente dove il metodo di studio teologico era profondamente mutato. Scrima parlò al mio gruppo di Jacques Derrida, allora una figura mitica del panorama filosofico. Ci fece conoscere Massimo il confessore che divenne il protagonista dei miei studi. Con Scrima frequentammo i Padri della chiesa come un pensiero caldo e autentico sganciato da una prospettiva meramente storico-critica. La visione dei Padri era fortemente cristologica, il divino nell’umano. In questa prospettiva mi fermai molto sul grande filosofo e cardinale del Quattrocento Nicola Cusano, che parla di Cristo come il maximum concretum. E’ il Dio concreto, reale, uomo e Dio insieme.

    E’ il paradosso che studiai in Vladimir Soloviev, Dio come persona umano-divina, reale, storica, con la concretezza della carne, quella figura che oggi studiamo in Benedetto XVI che nei suoi libri invita a superare l’approccio storico-critico per cogliere il Gesù dei Vangeli come il Gesù reale”.
    E’ tempo per Schönborn di rientrare nell’ex Sant’Uffizio, per i lavori della feria quarta. Poi il pernottamento, come sempre, alla basilica dei Quattro Coronati. Qui ha sede la Comunità dell’Agnello della quale Schönborn è il responsabile. Eretta il 6 febbraio 1983 da monsignor Jean Chabbert, arcivescovo di Perpignan, vive in povertà e austerità: “Seguendo Gesù povero e crocifisso, sulle orme dei nostri padri san Domenico e san Francesco, i piccoli fratelli dell’Agnello, alla ricerca della pecora smarrita, pregano senza sosta il nome di Gesù, vanno di porta in porta a chiedere l’elemosina del pane quotidiano”. Si capisce molto di Schönborn, chiamato al sacerdozio grazie all’incontro con un domenicano “intellettuale e insieme amante del rosario”, guardando questa piccola comunità. I componenti dormono su letti di legno, con un materasso molto sottile. “Io – dice von Schönborn con delicata autoironia – dormo su un letto normale”.

    Pubblicato sul Foglio sabato 4 giugno 2011

    e pubblicato dal Blog di Raffaella nel quale vi suggerisco ad accedere per leggere i commenti


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    la mia riflessione è la seguente:


    Cara Raffella.... il cardinale Schönborn parla più come se avesse dei SENSI DI COLPA che non quale pastore che VIGILA SUL GREGGE CHE GLI E' AFFIDATO....
    accusa, ingiustamente, l'epoca costantiniana, salvo poi ESERCITARE un potere ancora più subdolo che è quello SULLE COSCIENZE che dovrebbero rispondere AL SUO MODO DI VEDERE LA CHIESA...
    non dimentichiamo che più volte ha affermato (obbligato poi a smentirsi dalla Santa Sede) la sua vicinanza ai preti sposati....
    non dimentichiamo che è un Pastore che non sa neppure cosa fare dal momento che appena Kiko fischia, lui, PECORA, corre al suo monte santo pendendo dalle sue parole...
    che razza di insegnamento potrebbe mai darmi un Vescovo del genere: INCERTO, INSICURO, CON I SENSI DI COLPA?

    Molti Vescovi oggi usano il proprio potere per NARCOTIZZARE certe coscienze... e questo con Constantino non c'azzecca nulla...

    leggo da Schönborn che:
    i Papi aspiravano a una pompa uguale a quella dei Cesari. E’ questo modello di chiesa che il post Concilio ha fortemente messo in discussione..

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    ma questa è MENZOGNA!!! basti vedere a san Pio V a Papa Sisto, al beato Pio IX, a Leone XIII a san Pio X, a Papa Lambertini, a Benedetto XV a Pio XII....e il Concilio NON HA MAI MESSO IN DISCUSSIONE IL MODELLO DI CHIESA PASSATO...giust'appunto si parla di POST-CONCILIO quello che Benedetto XVI invece sta mettendo continuamente in discussione per le errate interpretazioni e per LA ROTTURA CON LA CHIESA DEL PASSATO...

    Se codesto cardinale ha DEI SENSI DI COLPA PER NON AVER VIGILATO PRIMA sui peccati di pedofilia, questo è un problema SUO, di PASTORE....ma non li può riversare SULLA CHIESA GENERALIZZANDO L'ACCUSA, spiegazione per altro data da Benedetto XVI nell'Anno Sacerdotale!

    Questo cardinale ti usa la pedofilia che ha colpito lo 0,01% dei preti PER ACCUSARE LA CHIESA PRIMA DEL CONCILIO, per denunciare una grave APOSTASIA nella Chiesa che non ha nulla a che vedere con questo ma che anzi, ne è l'apice... ma che siamo impazziti?

    Si curasse i suoi SENSI DI COLPA perchè le sue parole sono autentico PURITANESIMO, il classico RIFORMATORE PROTESTANTE...che identifica solo ciò che LUI vuol vedere, definendo COLPEVOLE TUTTO IL RESTO...
    Poveri fedeli austriaci!!!
    è comprensibile il loro crollo nella fede!

    P.S.
    il cardinale Schönborn fu anche colui che NON RIMPROVERO' una Messa assurda e ridicola per il raduno non ricordo di cosa...ma gira il video nel quale si vede, durante la Messa all'alperto, gente SEDUTA FRA I TAVOLI CHE BEVE BIRRA E FUMA...E MANGIA PANINI....MENTRE IL PRETE STA CELEBRANDO...

    In uno dei richiami del pastore Kiko presso il suo monte santo, Schönborn lasciò la sua Chiesa e stranamente in quei giorni si piazzò NEL DUOMO DI SUA SPETTANTE VIGILANZA il quadro osceno dell'orgia omosessuale dell'ULTIMA CENA....e che definì ARTE!!! salvo poi toglierla dopo l'ennesimo richiamo da Roma...

    E' uno dei pochi Vescovi RICHIAMATI A ROMA a causa delle sue USCITE poco ortodosse...quando Schönborn parla in pubblico, finisce sempre con il fare qualche danno...
    mi chiedo perchè il Papa non interviene definitivamente, anche se lo fa, interviene con lui, ricordandolo QUALE ALLIEVO e quindi un figlio un pò turbolento da tenere sotto controllo...
    la pazienza di Dio è sconfinata, ma quella dei fedeli no....

    Schönborn ha fatto UN IMPACCO che è confuso, subdolo, ambiguo e che non può ricondursi al suo concetto di libertinismo e puritanesimo...la Chiesa NON E' MORALISTA...non è un Soviet...MA PORTA AVANTI DEI "NO" che gli sono stati affidati e comandati da DIO...

    Il peccato PIU' GRAVE nella Chiesa non è affatto la pedofilia...questo è un peccato PERSONALE CHE NON PUO' RICADERE MAI SU TUTTO IL CORPO DI CRISTO...semmai questo gli produce FERITE E PIAGHE, ma a pagare sono i colpevoli  E CHI LI HA COPERTI...non tutta la Chiesa...

    Nel 2005 Ratzinger nel Venerdì Santo PARLAVA DI UNA SPORCIZIA GENERALE E NON PARTICOLARE...
    parlava di disobbedienza al Papa, di contestazione, DI LITURGIA DEL FAI DA TE...di dottrine CONTRARIE ALL'ETICA E ALLA MORALE CATTOLICA...
    è assurdo rinchiudere ora queste carenze nel solo peccato della pedofilia... moltissimi preti, CELEBRANO IN MODO INDEGNO L'EUCARISTIA...
    ci sono state Messe probabilmente anche non valide fatte con le pagnotte di pane che Schönborn dovrebbe ben conoscere...
    parlare solo di PEDOFILIA e non invece di APOSTASIA DOTTRINALE, fa del problema un vero SENSO DI COLPA  di cui ne facciamo a meno...

    La pedofilia la si combatte CON UN POPOLO SANTO, FEDELE, CHE CREDE E VIVE DI ORTODOSSIA CATTOLICA....certi sermoni, reverdo Padre Schönborn, li rivolga a se stesso senza generalizzare e senza metterci in mezzo i Papi SANTI del passato con la trita e ritrita accusa PROTESTANTE della falsa donazione di Costantino ...assurdo che un cardinale si santa Romana Chiesa usi gli stessi mezzi dei PROTESTANTI per cercare di RATTOPPARE gli strappi che vede nella Chiesa...

     

    Infine:
    Schönborn ha scoperto un nuovo vangelo, il suo!
    e scrive:

    Oggi la famiglia è un concetto non facilmente circoscrivibile. La famiglia tradizionale biparentale è in forte difficoltà. Ci sono le famiglie gay, le famiglie allargate, formate da persone separate… “E’ vero. Anche in Austria è così. Le patchwork families sono una realtà ben radicata. Moltissimi matrimoni si sciolgono in divorzio. La chiesa credo debba incoraggiare, con l’esempio anzitutto. Ma deve anche riconoscere che molte virtù sono presenti nelle persone che vivono in queste situazioni. La chiesa non deve demonizzare ma osservare e valorizzare ciò che si può valorizzare. Torno a san Paolo, nella sua Corinto. Quando Paolo ha fondato la piccola comunità di Corinto ha trovato innanzi a sé un mondo pagano e frammentato. Non ha detto a questo mondo: ‘Dovete fare così e così’. Ma ha creato una comunità cristiana che con la sua carità e la sua gioia di condividere ha attratto a sé tanta gente. Questa è la nostra sfida oggi. Mostrare al mondo il fascino della nostra fede”.
     
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    mi risulta che san Paolo andò assai pesante contro le coppie omosessuali, depravati e pervertiti..ubriaconi...consegnò a Satana un recidivo della sua comunità....e meno male che "non disse nulla" di ciò che andava fatto, secondo il cardinale di Santa Romana Chiesa!! san Paolo parla di anatemi e di BUTTARE FUORI DALLE COMUNITA' CHI NON PREDICA IL MEDESIMO VANGELO, i recidivi del peccato.... 
    peccato che il cardinale non spiega quali virtù possiamo trovare NELLE COPPIE OMOSESSUALI perchè, non facciamo i furbi.... un conto sono le SINGOLE PERSONE, da amare e rispettare nelle loro debolezze, altra cosa è FILTRARE con compiacenza LE FAMIGLIE GAY!!! FAMIGLIE? il Papa ha condannato l'uso di questo termine per parlare delle coppie omosessuali...ma Schönborn ha scoperto un nuovo vangelo, il suo!



    Diceva il grande Totò:
    ma mi faccia il piacere!!


    per la questione costantiniana vi rimandiamo qui



    [Modificato da Caterina63 06/06/2011 11:20]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)